Quando scrissi il mio primo romanzo, "Amagasaka: la Discesa della Sacerdotessa", mi serviva un titolo per il primo capitolo... un capitolo, ovviamente, introduttivo, un capitolo che mi permettesse di dipingere, per il lettore, la situazione, il mondo, il setting... scelsi la piccola frase "Kekkai no Mukō".
Significa "Al di là della barriera" : con barriera ("Kekkai") si intende quel qualcosa che tiene separati questi mondi di cui
parleremo a breve, ovvero il mondo materiale, proprio degli esseri umani, con l' "altro mondo", di cui approfondiremo a breve.
Mentre "mukō" significa, appunto, "oltre" o "dall'altra parte".
E oggi vi parlerò, appunto, di barriere tra i mondi e di Mukō, ovvero questa piccola città,
praticamente attaccata a Kyōto.
Ma la città, anche se si pronuncia allo stesso modo, ha sì un kanji in comune (向 il kanji che funge da base per 向こう, appunto la parola che significa "oltre") ma si conclude con un secondo kanji che è日, ovvero hi, che significa "sole"... e senza cercare una poesia romantica che non c'è, semplicemente questo Mukō vuol dire "girasole", la pianta.
Tra le leggende metropolitane più interessanti ci sono, per quanto mi riguarda, le "maledizioni".
Quel genere di potere oscuro e misterioso che si insidia in un luogo e che ne prende possesso, fino a tramutarlo in un luogo leggendario.
Quando, poi, questo potere genera tragedie... si uniscono due generi di leggenda metropolitana, ovvero quella della maledizione con quella dei fantasmi o spiriti vari.
La mia visita nella piccola città di Mukō, comune nella Prefettura di Kyōto, subito oltre il fiume Katsura, inizia splendidamente: una bella giornata di sole, non troppo calda, ogni tanto
qualche leggera brezza fresca.
In giro c'è pochissima gente, per cui raggiungo facilmente, dopo una bella passeggiata, la Stazione dei treni di Ōmiya.
Ho optato per questa, invece della più famosa e comune Stazione centrale dei treni di Kyōto semplicemente perché oggi non utilizzerò le comuni linee ferroviarie della compagnia JR (Japan
Railway), bensì opterò per una delle (convenientissime) aziende differenti, per l'esattezza la Hankyū, che, per la tratta che desidero percorrere, parte,
appunto, dalla Stazione di Ōmiya.
Mi piace come lavora la Hankyū: ha treni molto frequenti, copre tante tratte a me utili ma soprattutto è davvero economica (i
biglietti costano anche la metà di quelli di altre aziende) e i treni sono molto belli ed eleganti, con questi interni in legno laccato e i sedili che praticamente sono piccole poltrone.
Ovviamente copre fino a Nagoya e non arriva a Tōkyō neppure per errore.
Ma, come al solito, sto divagando...
La storia che ti voglio raccontare è, secondo me, molto interessante perché è una storia importantissima a livello storico e allo stesso tempo... è completamente dimenticata da praticamente
tutti.
Si perde in un passato affascinante ma è una storia moderna... dai, seguimi in questo bel viaggio.
Siamo appena arrivati (in tipo 20 minuti) a Mukō, una cittadina che spesso anche la gente del luogo suppone essere una frazione di Kyōto (si trova vicinissimo ed è parte della stessa Prefettura)
ma che in realtà fa comune a sé stante.
Attiva, vivace ma allo stesso tempo tranquilla: una bella zona dove rilassarsi, forse noiosa per i giovani, che, per lo più, in effetti, ho visto oziare in un parchetto senza fare praticamente nulla.
Ci troviamo qui ma... usiamo la nostra fantastica macchina del tempo e spostiamoci, sempre in questo posto, ma nel 700 d.C., quando il 50esimo Imperatore del Giappone, Kanmu Tennō, decide che è
il momento di allontanarsi da un clero Buddhista che si stava facendo sempre più presente a Corte... troppo presente, per i gusti della Corte.
Così, affiancato dalla Famiglia nobiliare Fujiwara (di cui abbiam parlato oramai un sacco di volte e della quale, alcuni segreti ho raccontato nel mio saggio "Kyoto Segreta", decise che era giunto il momento di separare la "religione" dalla "politica" (anche se stiamo pur sempre parlando di
un Imperatore giapponese, ovvero colui che è comunque ritenuto essere l'erede diretto di un Kami, quindi una figura basilare dello Shintoismo)...
una separazione che profuma eccezionalmente di moderno.
Parte fondamentale di questo piano di separazione: trovare una casa diversa ad ognuno dei due poteri!
La decisione fu molto discussa e si concluse che i Templi e il loro potere sarebbero rimasti a Nara (dove si trovava in quel momento la Capitale dell'Impero) mentre l'Imperatore e la sua Corte si
sarebbero spostati a Kyōto.
O, meglio, a Heian-kyō, come la si sarebbe chiamata.
E, fin qui, è una storia che non molti raccontano (non so perché Nara debba esser ricordata solo perché ha dei cervi per strada, invece che per le ricchezze storiche, religiose e culturali che
racchiude...) ma quantomeno è ancora abbastanza nota..
ora, un tuffo in una parte di storia che, per motivi che davvero non comprendo, pare che tutti abbian dimenticato...
Prima di giungere al luogo prescelto, ovvero quella Kyōto che oggi è considerata il cuore e l'anima del Giappone, ecco... diciamo che prima di arrivarci e stabilisi, ci furono alcune... prove tecniche.
Si, il primo trasferimento, che non finì proprio in un successo (la zona aveva una pessima situazione a livello di assorbimento delle acque piovane, cosa molto grave visto che facilitava le inondazioni quanto il prosperare di ogni sorta di malattie), fu in ciò che venne battezzato come Nagaoka-kyō.
Il trasferimento della capitale a Nagaoka-kyō durò solo 10 anni (dal 784 d.C. al 794 d.C.) e furono anni piuttosto difficili.
Quando, finalmente, si trovò la sistemazione in quel di Heian-kyō (e, anche qui, come già riportavo in Kyōto Segreta, in
realtà la città stessa si dovette... risistemare meglio, dopo una prima edificazione non proprio fortunata), tristemente Nagaika-kyō venne dimenticata.
E non intendo dire che divenne poco importante... ma che, lentamente, sparì dalla storia così come dalle mappe.
Deserto.
Comunque sia, come dicevo, dopo esser stata Capitale per il tempo di uno starnuto, la città venne dimenticata... fino a regredire a poco più di un villaggetto semi-deserto, neppure più riportato sulle mappe dell'epoca.
Risorgerà solo nel 1592 (praticamente dopo 700 anni!), quando si andrà a ritrovare, per pura casualità, praticamente, comoda sul tragitto che si andava a tracciare tra il potente ed importante Tempio Buddhista di Tōji (a Kyōto) con il Santuario Shintoista di Shinomiya (nella allora Provincia di Settsu): un sentiero che nasce come pellegrinaggio per i Fedeli e che, proprio grazie ad un fiorire di varie attività commerciali rivolte sia ai pellegrini quanto alle comunicazioni e agli scambi tra i due "colossi della Religione" del tempo, tanto da divenire presto un'importante strada (tutt'oggi preservata come cimelo storico) nota come Saigoku Kaido.
Ma la sua vera rinascita "ufficiale" avviene praticamente ieri: nel 1972, per l'esattezza il 1 Ottobre, viene fondata come città e le si affida il nome di Mukō.
A dirla tutta, era già dal 1876 che si era prodotta una certa urbanizzazione locale, ovvero quando venne costruita la Stazione dei Treni.
Difatti potremmo dire che è grazie ai treni che Mukō è finalmente, dopo più di 1.000 anni, tornata in vita.
Ed è sempre grazie ai treni che oggi mi trovo qui (sia letteralmente, in quanto con un treno son giunto) che come motivazione: son qui per osservare un treno.
E tentare di sopravvivergli.
Ma proseguiamo con ordine.
Come dicevamo, stiamo parlando di una città che, al momento della sua "seconda nascita", appunto nel 1876, si sviluppò attorno ad una comunità di circa 3.000 abitanti, crescendo e sviluppandosi
attorno alla Stazione, tanto da esser riconosciuta come Comune e raggiungere i circa 50.000 residenti odierni.
Mukō è praticamente sconosciuta perfino per i giapponesi stessi, a parte quei pochi che magari ci hanno lavorato o che hanno un parente/amico che ci vive, mentre i pochi che ne parlano, per lo più la menzionano in virtù di una deliziosa passeggiata in un boschetto di bambù che sembrerebbe esser particolarmente gradevole e "comodo" (si, perché in genere i boschetti di bambù si trovano nei pressi di Templi Buddhisti in collina o montagna, comunque decisamente fuori da un contesto urbano, e quindi visitarli, per quanto piacevole, richiede un certo sforzo fisico oltre che un investimento in tempo... invece questa passeggiata tra i bambù sembrerebbe trovarsi praticamente in città... e, al di là di un possibile, quanto improbabile, visto che bene o male son tutti identici, paragone con la "famosa" Foresta di Arashiyama, di cui abbiam tanto spesso potuto parlar male... e che abbiam pure visitato in Live Streaming assieme per verificare quanto poco sia Foresta e quanto ancor meno sia alcunché di speciale... dicevo, dai giapponesi, al boschetto di Arashiyama vien preferito questo di Mukō oltre che per la sua bellezza e comodità, soprattutto anche perché non è invaso dai turisti... e difatti di giapponesi, tra i bambù di Arashiyama, a parte qualche annoiata, sporadica guida turistica, non se ne trova uno neppure per errore... fine della piccola ma doverosa, ennesima digressione).
Ma, come di consueto per questa rubrica, non siam qui per parlar di storia (è solo colpa del mio continuo divagare se siam finiti a parlare di tutto questo... ma mi sembra così interessante che
ho voluto fartene partecipe!) bensì siamo anche oggi a caccia di maledizioni, fantasmi... e treni.
Si, oggi siam qui proprio per i treni.
O, meglio, i passaggi a livello!
Quindi, riassumendo: abbiamo un'antica capitale dimenticata, abbandonata dopo pestilenze e sciagure varie, che rimane a languire nell'oblio del tempo.
Questo luogo diviene (o torna) ad essere un centro abitato e, per giunta, un nodo ferroviario zeppo di linee e binari che passano proprio in mezzo alla città (soprattutto visto che la città ci è nata attorno), aziende e treni, costantemente treni.
Ora, abbiam già parlato spesso di come alcuni luoghi siano ritenuti come delle "zone a metà", dei punti in cui il confine tra il nostro mondo, quello dei vivi o comunque materiale, e quello di
"ciò che sta oltre" (da non confondere né con un Aldilà dei morti, né con un regno degli spiriti, visto che i morti... non hanno un vero e proprio Aldilà, bensì si troverebbero fisicamente sotto
terra, in un luogo che sarebbe per chiunque accessibile, tramite una grotta... va beh, grotta sigillata da un Kami, ma tecnicamente starebbe lì... oppure, a seconda delle credenze, o son
qua con noi reincarnati o in un qualche Inferno in attesa di tornare sotto nuova forma... mentre gli spiriti, invece... beh gli spiriti condividono pure questo mondo con noi... insomma questo
"altro" mondo è un qualcosa che è sconosciuto e rimane tale).
Sono notoriamente considerati "punti di contatto": il passaggio sotto ad un ponte, i guadi dei fiumi, i passi montani... ecco, nell'epoca moderna, anche i passaggi a livello ferroviari si sono
aggiunti alla lista di questi "luoghi di confine".
(Noi, in streaming, assieme, abbiamo visitato perfino un traforo stradale!)
Tornando a noi, come dicevamo, oggi i passaggi a livello ferroviari sono considerati luoghi spiritualmente di una certa potenza (non è un caso se appaion così spesso in manga e anime, a volte sembrando quasi buttati lì a forza senza alcune utilità o perché) e la città di Mukō, nel tutto sommato relativo poco spazio che occupa, ne ha decisamente non pochi.
Uno tra questi è chiamato Umenoki fumikiri (梅ノ木踏切), ovvero passaggio a livello ferroviario dell'albero di prugno.
No, non c'è nessuna poesia neanche qui, ve lo assicuro.
Questo passaggio a livello, difatti, ha una storia abbastanza agghiacciante.
Nell'area di Kyōto è divenuto tristemente noto per l'alto numero di suicidi (non quanto altri luoghi che abbiam già visitato in altre dirette dal vivo, ma comunque purtroppo sta in alto in questa triste "classifica"): basta letteralmente fare un passo per finire sotto un treno ad alta velocità.
Ma questo, mi si potrebbe opinare, vale un po' per qualsiasi passaggio a livello di questo tipo.
Ed è un'osservazione assai corretta, per cui indaghiamo ancora un po'...
e scopriamo che, sempre nell'area di Kyōto, questo è il secondo luogo per incidenti tra autoveicoli e pedoni: cioè, in parole povere, qui è dove più spesso, qualcuno finisce sotto una macchina (quando ho scoperto qual era il primo posto... ne ero già di per sé più che certo: il luogo con la maggior concentrazione di incidenti tra veicoli e pedoni è il Gion, la famosa "zona delle Geisha": fondamentalmente una bella strada che non è area pedonale, ma ai turisti non interessa e camminano svampiti in mezzo alla strada speranzosi di poter fotografare una qualche Geisha, a volte inseguendole, spesso tra l'altro finendo, in realtà, per inseguire altre turiste asiatiche che si son vestite e truccate per pochi soldi per divertimento, o buttandosi letteralmente dentro ad edifici, proprietà private o attività come ristoranti, creando non pochi problemi... ma comunque, è il primo posto, nella zona di Kyōto, a livello di numero di incidenti tra veicoli e pedoni perché se da un lato i turisti han deciso arbitrariamente di avere il diritto di reclamare la strada per sé, dello stesso avviso pare non siano più i taxisti che, oramai stufi di far sempre tardi in quella strada... visto che poi la legge stradale, in questi casi, gli da anche ragione, han ben preso l'abitudine di metter delicatamente sotto ogni tanto qualche chilo di turisti... e inguaiarli, quindi, con l'assicurazione, facendosi pure qualche soldino extra).
E non ci fermiamo neanche dopo questo triste record, perché alcuni famosi incidenti vengono legati a questo piccolo passaggio.
Parliamo del 1961: il 5 Novembre, un bus locale finì in qualche modo per incastrarsi tra i binari... e nello scontro con un treno, in 7 persero la vita.
Il 23 Febbraio 1970, ancora un qualcosa che non fu mai del tutto compreso (o, almeno, sempre così raccontano le leggende, ovviamente): un'automobile rimane incastrata poco prima del sopraggiungere di un treno.
5 morti.
Non vado oltre per buon gusto, ma sappiate che ne ho trovati di incidenti da poterci stilare una macabra lista.
Quindi abbiamo, un antico suolo ove pestilenze han decimato una popolazione, con i regnanti che si defilano e abbandonano l'area, su cui vien costruito un luogo di congiunzione tra i mondi materiale e "oltre", su cui ci fai passare un treno ad alta velocità e nel quale sono avvenuti, ogni tot anni, incidenti "inspiegabili" che son costati la vita a numerose persone.
Un luogo nel quale, ancor oggi, pare sia alto il numero di suicidi.
Beh, come se già di per sé il "riassunto" della situazione non fosse abbastanza tetro, adesso ci addentriamo nel sovrannaturale (non che fino ad ora fossimo nel campo della scienza pura, però diciamo che ora andiamo "sul pesante").
Già, perché, ovviamente, tutto questo deve pur avere una qualche ragione per essere, no?
E così la leggenda metropolitana della settimana: il canto della sirena.
Parlo in senso puramente figurativo: non ho sentito nessuno parlare di canti o cose del genere.
Tuttavia, la gente del luogo afferma che l'energia spirituale del luogo (lo chiamano パワースポット ovvero proprio power spot) funga da luce per le falene per chi è afflitto da troppo male di vivere.
In parole povere, pare che quando una persona che tutto sommato sta bene si trova a passare da queste parti, non accade nulla, ma che se hai l'animo appesantito da problemi, paure, ansie e tutto quel genere di sentimenti negativi... anche solo vedere questo passaggio a livello ti... ipnotizza, o qualcosa del genere.
Finisci per avvicinarti, sempre di più, incurante sia del tempo che passa, sia di eventuali pericoli... e così se sei fortunato, magari vieni solo "accarezzato" da un'automobile che passa lentamente... ma se sei particolarmente sfortunato, potresti rimanere qui anche mentre le barre di sicurezza vengon giù, ad attendere l'arrivo di un treno, sui binari...
Ma di questa antica capitale, di Nagaoka-kyō, oggi, cosa rimane?
Recenti scavi archeologici hanno riportato alla luce alcune aree molto affascinanti che si trovano tra l'attuale città di Nagaokakyō (ovviamente il nome non è frutto di casualità, parliamo di una città nata in epoca decisamente moderna), l'area di Kyōto conosciuta come Nishikyō (o Nishikyō-ku, dove il –ku, appunto, significa strutturalmente "area", una zona interna ad una città e che comprende vari quartieri) e, appunto, la città di Mukō.
Tra questi scavi, il mio preferito è quello che si trova nei pressi di una piscina comunale di Mukō, appunto, dove è stata riportata alla luce una strada che era stata costeggiata da palazzi di grande importanza: tra le ipotesi più
probabili si parla della Famiglia Imperiale se non dell'Imperatore Kanmu in persona!
Attualmente tutti i frutti di questi scavi si trovano nel Museo delle Arti Culturali di Mukō.
E tutto questo racconto nasce dalle nostre esperienze dirette, dalla nostra visita a Mukō, come sempre assieme, in diretta streaming live ( Link Twitch ): per quanto alla luce del giorno sarebbe anche potuto sembrare uno scorcio comune, se non banale, in verità è stato un luogo dove siam stati frastornati, letteralmente senza alcun preavviso, da una stranissima realtà.
Non ci sono parole per descrive la situazione surreale di un passaggio a livello che, semplicemente, vien giù e blocca la strada letteralmente ogni minuto: ed è
questo continuo ed improvviso bloccare che avrà creato, nel tempo, tantissimi incidenti.
Consiglio altamente la visione del video sul canale ( qui
), perché è stata davvero una situazione grottesca!