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Gorintō

Posso immaginare che come titolo non ispiri granché... ma in realtà è una cosa che ho scoperto di recente e che mi è sembrata così interessante da volertene mettere a conoscenza.

Parliamo di lapidi.
E detta così non migliora di certo la situazione ma sono più che sicuro che accostare le parole "cimitero" e "Giappone" possa aver acceso una certa lampadina connessa alla curiosità.
Si, perché non se ne parla spesso ma, purtroppo, la morte fa parte della vita e nella nostra cultura italiana la morte riconduce al cimitero.
Ma cosa succede in Giappone dopo la morte?

La situazione è piuttosto differente, visto che il concetto stesso di cimitero, in realtà, non esiste (dovrei aprire una parentesi immensa sul destino del corpo dopo la morte ma... prendila per buona, prometto di scrivere a riguardo, per cui per adesso accontentiamoci di una versione sintetizzata: il corpo viene cremato, le ceneri disperse e un "ricordo" del tutto vien mantenuto dalla famiglia del defunto nel proprio Butsudan, ovvero l'altare memoriale buddhista casalingo, indi per cui un cimitero, per come noi lo potremmo intendere, non esiste) e che al suo posto vi è quello che potremmo tranquillamente definire come un memoriale.
E se non era un discorso inerente alla morte, cremazione e cimiteri... allora di cosa ti volevo parlare?

Una delle cose che spesso mi stupisce della "critica" al mondo giapponese è come questa riconduca un po' tutto quello che gli capiti sotto mano alla Cina senza rendersi conto di due "dettagli" molto importanti: il primo è che è perfettamente normale che due culture "confinanti" si influenzino l'una con l'altra (anche perché, come abbiamo potuto notare con l'avanzare della storia del mondo, la cultura che non accetta le influenze esterne... decede) e che il fatto che qualcosa di simile si possa trovare anche in Cina non lo rende automaticamente un prodotto cinese.
Prendiamo ad esempio proprio il Gorintō: è presente in Cina, molto probabilmente (ci sono varie teorie a proposito) è giunto in Giappone quantomeno passando fisicamente per la Cina, ma non è un elemento cinese.

 

Cos'è un Gorintō (五輪塔)?

Concretamente si tratta di un elemento architettonico ad uso funerario/commemorativo ma più concretamente è l'effige stessa della morte in Giappone.
In parole povere è la lapide giapponese.

 

Tutte ebbe inizio in India.
Un'antichissima e sempre più complessa serie di filosofie, religioni e pensieri inerenti alla sfera dell'immateriale si sviluppò, dando (sintetizzo) da un lato vita a quello che oggi sarebbe l'Induismo (che a sua volta in realtà è figlio di almeno due religioni incontratesi nell'area, ma non ne so molto a riguardo) e dall'altro al Buddhismo.

Da un lato una Religione, dall'altro un sentiero filosofico che annette in sé stile di vita e di pensiero: insomma due elementi del tutto separati.

Poi il Buddhismo arrivò alle orecchie dei grandi pensatori di Cina che ne rimasero affascinati e decisero di recarsi nelle sue terre natie per saperne di più, incontrarono però l'Induismo e si portarono dietro questo... con due storie totalmente diverse tentarono di conciliare le due cose e, in men che non si dica, il Buddhismo divenne anch'esso una Religione che poi sarebbe stata "importata" da altri Paesi, dopo le dovute modifiche sul tema, e adattata ai propri usi e costumi.

 

Tra i vari elementi dell'Induismo che però ora fan parte del Buddhismo, troviamo anche i concetti degli Elementi.
Famosi sono i Cinque Elementi (resi noti in occidente per lo più dal famoso manuale di lotta/guerra del guerriero Miyamoto Musashi, appunto il "Libro dei Cinque Anelli") e questi sono l'immagine più presente e profonda del nostro cimitero giapponese.

 

Infatti torniamo in Giappone e vediamo, sul lato di un colle, alle spalle di un Tempio o nella profondità di un inviolato bosco (oh beh si, in mancanza di altre opzioni, visto che tanto non vi sono realmente i resti di nessun corpo e quindi igienicamente parlando non ha alcun problema, anche in mezzo alla città, nascosto tra un palazzo e un supermercato), una zona completamente grigia.
Questa chiazza, vista dal treno in corsa o di sfuggita, si rivela esser un insieme di strettissimi sentierini che, più regolarmente possibile, attraversano un vero e proprio campo su cui, rigogliose, si mostrano delle piccole torri di pietra, dalla forma alquanto particolare.
Tra queste, come fosse erba secca, delle lunghe e sottili strisce di legno.

Eccoci al cimitero.

 

Ora, guardiamo ai Templi più famosi e indubbiamente due elementi architettonici ci balzeranno immediatamente agli occhi (o alla memoria): un edificio ampio e basso (relativamente... ad esempio a Nara non è poi esattamente "basso", anzi...) e una torre a vari piani al suo fianco.
Concentriamoci sulla torre... e poi guardiamo la "lapide" giapponese, e... un simpatico "scherzo" della storia.
Ma procediamo con ordine.

 

Torniamo in India dove, intanto, il primo Buddha conosciuto dalla storia muore.
Il suo corpo diviene reliquia e... beh, ogni parte del suo corpo, anche piccola, diviene reliquia.
Al fine di poter ospitare questa sacralità, viene costruita una torre, a metà quindi tra un mausoleo, un luogo di memoria, un luogo sacro e una sorta di antenna che espanda l'energia sacra stessa, questa torre, che vien chiamata in termine tecnico "pagoda" diviene un elemento basilare architettonico buddhista.

Il Tempio nasce molto dopo e conquista la scena diventando il vero protagonista con la pagoda che, anche in assenza di abbastanza reliquie, finisce per far la parte del campanile delle chiese: è alto e attira i fedeli dicendo "è qui che si prega".

 

Ma la pagoda, mi dirai, giustamente, ha una forma strutturalmente squadrata, con gli stili, i colori e i dettagli che ci dicono chiaramente se è di influenza indiana (colori sgargianti che si intersecano, figure animali intarsiate, ecc) o cinese (punte all'insù, staticità, imponenza, ecc) che cosa ha a che fare con le lapidi che si vedono nei cimiteri giapponesi e, ancor di più, con quelle stecche di legno?

 

Ci arriviamo.
Si, perché, in realtà, sono la stessa cosa.
La lapide, il Gorintō, appunto, è la rappresentazione "modesta" della pagoda (per altro, "pagoda" è il termine che gli abbiamo affibbiato noi, mentre il suo vero nome sarebbe "stupa" e, guarda caso, una delle varianti con cui vien chiamata la nostra lapide è, appunto, "gorinsotoba", dove, appunto, "sotoba" è la giapponesizzazione della parola "stupa"... stupa-sutupa-sotopa-sotoba) e ne riprende le antiche origini come reliquiario... solo che ha "meno" da contenere in quanto non si tratta dell'immenso corpo del Buddha bensì di un comune corpo umano e per questo è più piccola e modesta.
Il fatto stesso che mantenga le originarie funzioni più della sua "reale" controparte, poi, è a dir poco affascinante!

 

Tornando a noi (ancora), una delle caratteristiche (o forse la caratteristica) più affascinante è la composizione tipica del Gorintō, ovvero che ogni "piano" ha una sua forma.

Questa foto l'ho scattata io ed è presente nel mio saggio Kyoto Segreta nel capitolo dedicato al memoriale di Mimitsuka, in Kyoto.

Partiamo dal primo significato.

Ogni Gorintō ha una base e questa sarà cubica e rappresenta la terra.
Sulla terra si poggia la sfera che rappresenta l'acqua.

Sulla sfera si trova la piramide del fuoco.

Quindi la mezzaluna dell'aria.
Infine il fiore di loto, sacro al Buddha, che rappresenta il vuoto (o l'energia, a seconda della Scuola).

Ed ecco i Cinque Anelli, o anche Cinque Elementi, pronti per il memoriale.
Su ognuno di essi potrebbe esserci inciso il simbolo sanscrito corrispondente, mentre, altre volte (dipende sempre dalla Scuola), si trova equidistribuito il Sutra del Loto.

 

Ma questo era solo il primo significato, ora possiamo leggere il tutto seguendo il suo secondo significato.

Il cubo rappresenta i Quattro Elementi (fondandosi sul concetto di esistenza della sola materia fisica).
La sfera rappresenta il raggiungimento della comprensione.
La piramide è il viaggio spirituale (mentale?) che porta l'individuo dal mondo falso a quello vero dell'Illuminazione.
La mezzaluna diviene un contenitore, una ciotola, che sarà riempita dalla saggezza.
Il fiore di loto diviene un triangolo che rappresenta il Principio del Tutto, la Perfezione... in sintesi la "Buddhità".

 

Il terzo significato è quello più "concreto", se così vogliam dire.
Il cubo è la concretezza di questa vita, da cui tutto ha inizio, qualora ci si renda conto della Falsità e si decida di voler cercare la Perfezione.
La sfera rappresenta uno stadio in cui l'essere umano raggiunge una serena imparzialità nel giudizio.

La piramide è quell'energia che la ricerca della Verità genera e che "spinge" verso il Buddha.
La mezzaluna rappresenta la consapevolezza e come questa elevi l'essere umano.
Il fiore di loto, infine, concretizza la Perfezione.

 

"E le stecche di legno di cui parlavi prima?", giustamente ti starai chiedendo?
Esse sono l'antica versione povera del Gorintō: quando era impossibile economicamente edificarne uno per i propri cari (ovvero nella stragrande maggioranza dei casi), al suo posto, come memoriale, si utilizzava una semplice striscia di legno che oggi vien chiamata, in Giappone... Sotoba.
Si, non è un caso ma fa sempre un certo effetto vedere come concetti diversi si siano fusi, mescolati, perduti e ritrovati in forme diverse... 

 

La Sotoba oggi vien spesso "accostata" (come in occidente si farebbe con i fiori sulle lapidi) al Gorintō ma condivide, in realtà, la stessa funzione di memoriale: su questa sottile striscia di legno viene, difatti, scritto un sutra (o preghiera tratta/presa pari pari dai sacri scritti buddhisti) e il nome del defunto e la striscia stessa riprende le caratteristiche del Gorintō, in quanto vien divisa in cinque sezioni.
Tuttavia, a differenza del Gorintō, quattro di queste saranno praticamente identiche (probabilmente perché erano un prodotto di persone povere e quindi poco elaborato o, spesso, realizzato direttamente in casa e quindi figlio di una maestria non elevata e spesso di ignoranza) con solo il segmento in cima che ritorna a richiamare il fiore di loto.

Credo che sia uno degli aspetti più affascinanti di questo nostro Mondo: cose venute da lontano che, nel tragitto, perdono sé stesse, si tramutano, trasformano, acquistano e perdono significati, infine giungono e vengono vissute da chi non sa cosa siano, acquistano nuove forme e nuovi significati... una trasformazione per rimanere sé stessi eppure, quando grazie al lavoro di attenti studiosi, si scoprono le loro origini... non so, mi affascinano terribilmente questo genere di cose!