Quando, la settimana scorsa, ho pubblicato a proposito dei cimiteri giapponesi, mi è stata posta una domanda molto interessante:
cosa sono tutte quelle statuine, messe ordinatamente in fila, adornate da rossi baveri e girandole?
Avrei dovuto parlarne prima, è vero, ma uno degli effetti "negativi", forse, del vivere oramai da sempre più tempo in Giappone, è quello dello svanire dello stupore: le cose che i primi tempi mi
apparivano come incredibili, lentamente ma inesorabilmente, mi sono divenute così comuni che, a volte, dimentico di come possano essere ovviamente stuzzicanti da conoscere.
In questo caso, ancora una volta, la risposta è molto affascinante ed è da ricercare in una pratica che, oramai, dovrebbe suonare familiare ai miei lettori di lunga data: ne ho molto parlato
anche nel mio saggio sullo Shintoismo (lo puoi trovare qui) ma anche tantissime volte è un qualcosa che è ritornato in vari altri
articoli.
Parliamo di Religione, ma, soprattutto, parliamo di Tradizione.
Per quanto possa, a mio avviso inspiegabilmente, non piacere ad alcuni (difatti sconsiglio sempre agli studenti universitari di riportare questi che, si, sono dati di fatto ma che non sono
comunemente accettati, nonostante tutto... ci tengo a dire che non c'è una chiusura ufficiale, ho avuto esempi di studenti che hanno riportato in sede di esami tali informazioni ottenendo ottimi
risultati e lodi per l'approfondimento... tuttavia è un prenderci che dipende troppo dalla mentalità del docente), rimane nella realtà dei fatti che il popolo giapponese abbia ricevuto, nei tempi
antichi, un Buddhismo già di per sé largamente contaminato da tracce di Induismo ed altri Credo cinesi, finendo, quindi, per metter radici sul suolo giapponese solo per trovare un terreno assai
ricco di Tradizioni che, a loro volta, sono state assimilate, modificandolo ed adattandolo ancor di più.
Uno dei sali minerali di cui la terra giapponese è profondamente ricca è lo Shintoismo, che nel mio saggio ho definito "essere giapponese, quanto esser giapponese equivale allo Shintoismo
stesso".
Anche questa volta, parleremo, in sintesi, di questo.
La nascita del Buddhismo ebbe luogo alla morte del Buddha.
L'uomo che oggi viene ricordato con tale "titolo" ha piantato il seme di un insieme di pensieri atti a ricercare un diverso approccio all'esistenza (in toto).
Alla sua morte, prima i discepoli e poi sempre più numerosi pensatori, fino ad arrivare ai Fedeli, hanno tentato di interpretare le sue parole, i suoi pensieri... i significati più profondi di
ciò che aveva portato al mondo.
Tutto questo ha fatto fiorire varie Scuole (in lingue occidentali vengono definite "Sette", per chi volesse approfondire tale argomento... semplicemente io preferisco non utilizzare tale termine perché, nel pensiero comune, viene troppo spesso associato ad un concetto subconscio dispregiativo) e tra queste possiamo ritrovare quella che interessa oggi a noi: la Scuola Daijō (nome originale sanscrito: Mahāyāna).
Conosciuta anche come "Buddhismo del Grande Veicolo", inerentemente al concetto intrinseco di esser la via che conduce, trasporta tutti gli esseri senzienti verso la Purezza, questa è, oggi, la Scuola principale dalla quale e alla quale si ricongiungono tutte (o quasi) le linee di pensiero che formano quel meraviglioso, infinito mandala di idee e concetti che è il Buddhismo odierno: il suo fulcro si rispecchia nel Sutra del Loto che pone il "nostro" Buddha, l'incarnato storico umano, come il più importante, l'eterno e perfetto, a cui tutti gli altri Buddha cosmici si inchinano e, con questa immagine, pone l'epicentro, per importanza, della Fede sull'esperienza terrena degli uomini che attraversano la loro esistenza (o, per meglio dire, le loro esistenze) e come questo cammino possa, e dovrebbe, portare al Buddha stesso.
E, a proposito di cammini, eccoci arrivati al centro della questione!
Jizo, è il nome del soggetto della statua in questione.
E no, non ha avuto sempre questo aspetto pacioccoso e carino.
Jizo è il nome giapponese del Bodhisattva (ovvero un uomo che avrebbe raggiunto di per sé la Perfezione ma che decide di non entrare nel Regno Puro del Buddha ma di reincarnarsi, come accade agli
esseri ancora imperfetti, per poter guidare, supportare ed aiutare, tutti coloro che ancora non hanno raggiunto tale stadio) Kṣitigarbha.
Si parla di questo Bodhisattva nel Sutra del Grande Voto di Kṣitigarbha, uno dei Sutra della Scuola del Grande Veicolo, e qui viene raccontata la sua storia: la storia de La Fanciulla.
Identificata spesso come "Vergine Sacra" (cosa che, erroneamente, accade anche, e perfino attualmente, con la figura della Miko, l'aiutante sacerdotessa... che né in passato né oggi ha in alcun
modo avuto voti di verginità), Jizo è oggi ciò che, un tempo, fu una giovane Sacerdotessa: quando la madre di questa morì, la Sacerdotessa fu in pena per il destino della sua "anima" e per questo
vendette tutto ciò che possedeva per donarne i ricavi ai Templi del Buddha.
Fu durante una di queste preghiere, a seguito di donazione, che sentì chiaramente nella sua mente la voce del Buddha che le diceva di meditare profondamente, recitando il Suo nome (la pratica
secondo la quale anche il solo recitare il nome del Buddha porterebbe effetti benefici è stata cardine nello sviluppo di più di una Scuola Buddhista, quindi non c'è da meravigliarsi della cosa,
anzi, va intesa come un passaggio chiave della Religione): così fece e venne a sapere che la madre, proprio grazie alle preghiere e donazioni della Sacerdotessa, aveva già finito di "ripulire" la
sua Essenza ed era salita ad uno stadio superiore.
La Sacerdotessa fu molto sollevata della notizia ma per apprenderla essa era stata "trasportata" presso gli Inferi, una sorta di visione/viaggio mentale: ciò che aveva visto di quei luoghi (nel
Buddhismo sono molti e diversificati) l'aveva profondamente turbata e aveva gettato il seme per ciò che sarebbe divenuta: una persona colma di pietà e desiderio di alleviare le sofferenze di
coloro che sarebbero, altrimenti, dovuti entrare/permanere in quei "luoghi".
Qui, se mi permetti, vorrei fare una piccola precisazione.
Sia tra gli studiosi ma soprattutto tra i Fedeli "indiretti", ovvero coloro che hanno appreso a tal proposito senza leggere/studiare in prima persona la storia, si è creata una sorta di immagine
distorta dove il Jizo viene scambiato per lo Yama, ovvero il Giudice dei Morti.
In parole povere si è finito per credere che, da qualche parte, vi fosse scritto che, man mano che si reincarnava e che si avvicinava alla Perfezione, il suo mantenere sempre salda la convinzione
di voler aiutare i morti, avrebbe fatto sì che, al momento di divenire un Bodhisattva, abbia ottenuto un ruolo (a volte "ufficiale", altre volte semplicemente si intende che abbia il potere per
farlo ma senza aver alcun reale ruolo) che faccia sì che attenda alla porta degli Inferi e che qui aiuti sia chi vi entra, affinché la sua pena venga "scontata" il più possibile, sia chi vi si
trovi all'interno, aiutandolo a rientrare il prima possibile nel circolo di reincarnazione.
Ecco, non è di Costui che stiamo parlando.
Questa figura è e rimane Yama, Giudice dei Morti nel Buddhismo, che in alcune storie è più freddo e imparziale, in altre è più toccato dalla sorte degli uomini e agisce con maggior buon cuore...
tuttavia il Jizo non ha alcun legame con queste storie.
E ora che abbiamo chiarito cosa non fa, possiam parlare di cosa fa e di come è finito per diventare un bel bambinetto sorridente e paciocco con bavero e girandola.
Come già accennato, quindi, Jizo "nasce" come donna ma viene raffigurato uomo.
In realtà, anche qui, c'è un po' di confusione... il Jizo non è un uomo, anche se magari, effettivamente, a volte la scultura buddhista può non essere esattamente chiara a riguardo dei sessi (ci
sono statue di Buddha o di Bodhisattva che sembrano davvero identiche a quelle raffiguranti la Madonna... ma che, in realtà, rappresentano un uomo), tuttavia il concetto della statua (almeno,
quello originale) è di un essere senza sesso, riflettendo una delle incarnazioni successive della Sacerdotessa della storia di prima.
Le caratteristiche per intuire la cosa (io non ci ero arrivato: se non l'avessi letto non lo avrei nemmeno mai sospettato) sono, ad esempio, la presenza (sempre meno utilizzata, tuttavia) di un
terzo occhio sulla fronte, chiuso, oppure le orecchie dai lobi smisuratamente lunghi, il suo sedere su un Loto... tutte caratteristiche inumane, seppur molto vicine all'umanità, ma che
identificano la figura come un essere superiore e, tra le tante cose che si guadagnano evolvendo ad uno stato superiore, vi è anche il distaccarsi dalla sessualità per divenire perfetti in sé e
per sé.
E Jizo non è neanche un bambino.
Per via della sua "missione", il Bodhisattva è spesso presente in più luoghi contemporaneamente (il concetto sarebbe che si "ubiqua" per ogni persona che ne ha bisogno) e questo vien
esemplificato in alcuni luoghi (di cui tra poco) con una moltitudine di statue: in parole povere la sua figura viene "semplificata" per ottimizzare spazi e costi (ci sono anche luoghi che
ospitano sue statue "in solitaria" ed, in questi casi, viene rappresentato più adulto, "serio" e maggiormente dettagliato).
Il Jizo, quindi, si è prefissato il compito di aiutare tutti gli esseri senzienti (tecnicamente non solo gli uomini) a raggiungere la Perfezione e, contemporaneamente, si è focalizzato
sull'aiutare coloro che, dopo la morte, vanno negli Inferi: questo viene ottimizzato nel concetto di "viaggio".
La vita come un viaggio, l'ascesa verso la Perfezione come un viaggio, la scoperta come un viaggio, le vite (nel senso di cicli) come un viaggio, la morte come un viaggio, la nascita come un
viaggio, il soggiorno negli Inferi come un viaggio, ecc ecc... Jizo è divenuto il Patrono dei Viaggiatori.
Sia figurativamente che letteralmente, quindi anche solo mettersi in macchina per andare al mare rientra nel patronaggio.
Probabilmente oramai sarà già chiaro come oggi si sia giunti a ciò che vediamo così spesso: la statua ai lati della strada (Patrono del Viaggio in senso stretto), la presenza delle statue (spesso tante, così che ogni Fedele che voglia pregare non debba mettersi in fila ma possa "scegliersi" una statua e pregare) nei cimiteri, la presenza di una o più statue presso i giardini degli ospedali o nelle vicinanze, specie se questi dispongono di un reparto nascite...
Il Jizo veglia su tutti costoro.
In pratica fa il Kami.
Ed è qui che qualche mosca al naso salta, ma c'è poco da negare: l'evidenza, la profonda divisione, diversità tra il Credo Buddhista e le sue figure (e come ci si rapporta ad esse) che in
Giappone si è sviluppata rispetto alle sue controparti "originarie" portano addosso tutti i costumi tipici del (o, per meglio dire, dei) Credo originari giapponesi, che oggi noi chiamiamo
Shintoismo.
Il Jizo non fa eccezione e non viene neppure visto come un qualcosa di diverso, soprattutto dai fedeli che, come prima degli esami vanno a pregare ad uno dei Santuari Tenmangu e qui comprano un
Omamori, nel pregare per nascite e morti passano dal Tempio e pregano Jizo, comprando l'Omamori.
E il bavaglino non fa, anch'esso, eccezione.
Si dice che in Giappone il rosso sia il colore della vita... magari ne parleremo un'altra volta, ma, per adesso, ci basta sapere che il rosso è un colore bello e positivo (quando te la
racconterò, secondo me, ci troverai poco di positivo ma tecnicamente è visto così) e per questo la scelta del colore.
E perché il bavaglino?
Per lo stesso motivo per il quale lo si mette anche ai Guardiani nei Santuari Shintoisti (ma non viene messo al collo delle statue del Buddha): queste figure stanno là fuori, in balia di notte e
giorno, pioggia e sole, neve e afa, vento e ogni sorta di intemperie possibili ed immaginabili... e lo fanno per noi (i Guardiani, ad esempio i famosi Komainu, quelle statue a forma di cane che
però sembra quasi più un leone, che si trovano davanti ai Santuari Shintoisti... ecco, loro stanno lì a fermare gli "spiriti negativi" per preservare la purezza del Santuario).
Il minimo che si possa fare è quantomeno offrir loro un riparo: gli si offre del cibo (hai mai visto ai piedi di queste statue una mela, una manciata di riso, dei dolcetti o anche succhi di
frutta?), gli si offre un aiuto (le monetine?) e magari li si tiene un po' al calduccio (ecco il famoso bavero).
Tecnicamente il bavero sarebbe la semplificazione (sia a livello di creazione che anche da far indossare) di un mantello/tunica da viaggiatore... non era nemmeno stato considerato per sembrare il
bavero di un neonato ma, alla fine, ha finito per somigliarci e da lì a credere che sia proprio un bavero, che sia carino e finire per decorarlo pure a tema è stato un passo.
Un passo che, nel caso del Jizo che viene pure rappresentato piccolo e pelato (tecnicamente sarebbe per avvicinarlo all'immagine del monaco e quindi lasciar intuire al Fedele come sia qualcuno di
saggio e dotto) ed ecco che l'immagine del bambino viene fuori... quando ci aggiungi che, tra le tante cose, protegge e aiuta i bambini che nascono (poi ha varie specifiche sulle nascite in cui
fila tutto liscio, le nascite premature, le morti sul parto e gli aborti) la cosa non può che prendere il sopravvento.
Tanto si è spinta in là, infatti, che non è raro, nei cimiteri più frequentati, trovare le statue così "coccolate" da aver perso il bavaglino ma, al suo posto, aver conquistato cappellini,
magliettine e addirittura giubbottini: tutti capi lampantemente appartenuti a neonati... il Jizo rappresenta sia il protettore che sta aiutando il piccolo scomparso, quindi colui sia da
ringraziare perché se ne sta prendendo cura, sia colui che può portare le parole d'amore al piccolo ora in viaggio.
E, a tal proposito, concludiamo con la girandola.
Tradizione popolare vuole che la girandola, se inizia a girare ma non vi sia traccia di vento, lo faccia perché "acchiappa" la scia dell'arrivo (o commiato) di un qualcosa di invisibile,
intangibile... uno spirito insomma.
Viene messa al Jizo così che, quando lo si va a pregare, si crede che se, durante la preghiera, la girandola inizia a girare, allora lo spirito del caro defunto sia arrivato e che stia ricevendo
le parole d'amore direttamente.
E, anche questo, ovviamente, non è per nulla buddhista, come cosa.
Come sempre ho dovuto riassumere in maniera quasi empia.
I concetti di cui si dovrebbe parlare sono tantissimi e spesso molto, molto profondi e... niente, non posso fare Articoli lunghi quanto enciclopedie ma spero che il mio scopo ti possa raggiungere
comunque: interessare.
Se l'argomento ti ha affascinato, come sempre, ti chiedo di NON credermi.
Lo consiglio sempre e lo continuerò a dire: non devi credere a nessuno, sul web, men che meno a me.
Se davvero ti ha affascinato e vuoi saperne di più, sono contento di aver raggiunto il mio scopo (son contento anche se non te ne frega nulla ma ti sei divertita/o a leggere questo Articolo e poi
non approfondisci, ovviamente), ma questo non deve mai essere la conclusione di un percorso di apprendimento, non ho né le qualifiche né i mezzi adeguati per anche solo vagamente sperare in ciò:
fa che sia solo quel piccolo fiammifero che accende la fiamma della tua curiosità, dopo di che ricerca per conto tuo, studia e apprendi più che puoi da tutti i mezzi che puoi (tranne il web...
questo posto è lampantemente il Male).