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Le Maiko della Buona Fortuna

Ci vado ogni anno ma... quest anno, purtroppo, non ho potuto e, riguardando le foto e i video fatti nelle mie varie visite mi è presa una profonda tristezza: avrei voluto rinnovare il mio Fukuzasa, comprare tanti Omamori e, forse più di ogni altra cosa, poter osservare la danza delle Miko sullo sfondo delle Maiko che passano i talismani ai Fedeli...

Era il 1200 (circa) e, allora, tra Santuari Shintoisti e Templi Buddhisti vi era una sorta di sincretismo (a qualcuno sanguineranno gli occhi per questa parola che ho voluto scrivere... e, difatti, la scrivo anche un po' apposta): se uno veniva eretto, l'altro lo seguiva a ruota e viceversa, oppure, se uno dei due era già esistente, veniva in fretta costruita la controparte per "completare" l'opera.

E così, intanto, in Cina, si trovava il monaco Eisai: era partito dal Giappone per un lungo viaggio di studio del Buddhismo, ma era giunto il tempo di tornare in patria ed espandere ciò che aveva imparato per benedire e salvare il popolo giapponese.
Tuttavia mari in tempesta e forti venti sembravano non essere del tutto d'accordo col proposito del buon monaco e così, un giorno, gli si avvicinò uno dei marinai che gli disse che se avesse pregato il Kami Ebisu, finalmente sarebbe riuscito in un salvo viaggio di ritorno.
Il monaco pregò e...

 

Di ritorno in Giappone, al monaco venne dato il ruolo di Abate di un monastero che sarebbe stato edificato ad hoc a breve (il Tempio Buddhista di Kenninji, di cui consiglio una visita perché è davvero bello) e, vista la prassi di cui sopra, immediatamente il monaco chiese l'edificazione, all'interno dei terreni del futuro Tempio, di un Santuario Shintoista ad adorazione del Kami Ebisu... e così nacque il Kyōto Ebisu Jinja, uno dei tre più importanti Santuari dedicati ad Ebisu del Paese (gli altri due, e non è un caso, si trovano a Hyōgo, Nishinomiya Jinja, e a Ōsaka, Imamiya Ebisu Jinja).

 

Sebbene questo Santuario mantenga alcune usanze simili con i suoi gemelli in giro per il Paese, come ad esempio l'usanza del lancio della moneta (e no, non intendo il semplice inserire una moneta da 5 yen nella cassetta delle offerte, bensì proprio un lancio in cui serve, per altro, anche una buona mira, per assicurarsi buona fortuna... in quel di Kyōto il "canestro" è una vera e propria rete da pesca che si trova appesa alla barba dell'effige del Kami, sulla parte centrale più alta del secondo Torii partendo dall'ingresso principale), altre usanze lo rendono unico e... decisamente visitato!

 

Una di queste usanze, per esempio, è quella del rituale che si svolge tutti gli anni la quarta domenica di Settembre, ovvero il Meishi Kanshasai: il rituale della benedizione del biglietto da visita (per lo più quelli aziendali).
Oramai è ben risaputa la quasi ossessione dei giapponesi per il biglietto da visita: nel campo degli affari è considerato il primo passo, un vero e proprio rituale, per iniziare gli affari... insomma, c'è poco da scherzare col biglietto da visita (esiste tutta un'etichetta da seguire su quando, come, chi per primo deve mostrarlo, come riceverlo, cosa fare dopo... fino a, finalmente, riporlo, anche in questo caso con rituali appositi...).
Non c'è da stupirsi che abbia una giornata di rituali appositi dedicatigli.

 

Un'altra usanza, molto simpatica, è legata all' "età" del Kami Ebisu: è un Kami molto umanizzato, sotto svariati aspetti, tra cui, appunto, l'età.
Essendo anziano non ci sente più molto bene, per cui, dopo aver effettuato la classica preghiera, in maniera del tutto simile a come si effettuerebbe in altri Santuari dedicati ad altri Kami, prima di accomiatarsi si passa per un lato del Santuario vero e proprio, un lato che ha le pareti di legno (ed un'ulteriore cassetta delle offerte apposita) dove si bussa (c'è chi dice che si debba bussare due volte, come i battiti di mani di inizio preghiera, mentre c'è chi dice che si debba bussare tre volte, poiché a fine preghiera ci sono "varianti sul tema" che dicono che bisogna battere un ulteriore volta le mani, portando il totale, quindi, a tre...) e si ripete la preghiera, così se la prima volta il Kami non aveva sentito/capito bene... insomma, qui si parla di soldi eh, c'è da metterci impegno ed attenzione!

 

Ma, quindi, chi è il Kami Ebisu?
In realtà ci sarebbe da raccontare e discutere, visto che ha varie varianti, storie ed aneddoti annessi, ma per farla breve, Ebisu è uno degli Shichifukujin, ovvero i Sette Kami della Fortuna (o delle Fortune): un gruppo di (appunto) sette Kami venuti in Giappone con una barchetta per portare fortuna in vari aspetti della vita.
Interessante è dir poco, anche solo per ciò che questa storia intrinsecamente ci racconta: ufficializza l'import di figure straniere nel "pantheon" dei Kami giapponesi, senza vergogna o "di nascosto", ma pubblicamente, facendoli giungere con una nave (probabilmente una versione miticizzata dell'arrivo nel Sol Levante di uno o più gruppi di Fedeli di tali Entità da cui si apprese il Culto).
Ebisu, quindi, è, di questi, il Kami che sovrintende sia il business (in tutte le sue forme) nonché il patrono dei pescatori e della pesca in generale.
Bonaccione, un po' sbadato, spesso ritratto come amante delle bevute anche eccessive, sbadato... insomma decisamente poco serio ma decisamente "umano" e molto amato, forse anche per questo (come se, già di per sé, un Dio che porta soldi avesse bisogno di motivi per esser amato...).

 

Ed è qui che festeggiamo la Domenica delle Palme.
Ovviamente scherzo, ma la prima volta che mi trovai ad assistere al Tōka Ebisu Matsuri di Kyōto, fu seriamente ciò che pensai, vedendo tutti questi ramoscelli di bambù che giravano un po' ovunque.
Qualcuno inizia a venirne a conoscenza anche all'estero, per cui il numero di turisti (specialmente odiosi fotografi che, nonostante i poliziotti tentino di smuoverli, si inchiodano con attrezzature super professionali... e super ingombranti, proprio davanti al Kaguraden e non si schiodano fino alla fine della cerimonia) è decisamente basso... in compenso il numero di giapponesi è spaventoso, e visto che il Santuario è, tutto sommato, piccolino... sembra di stare in metropolitana a Tōkyō.
Ma questo e altro per i soldi!
E, nel mio caso, ci aggiungiamo anche le Maiko: le apprendiste Geiko (le Geisha di Kyōto), difatti, si prestano ad affiancare le Miko (aiutanti sacerdotesse) nella distribuzione di questi Fukuzasa, ovvero speciali ramoscelli di bambù benedetti con Omamori annessi... 

ma procediamo con calma.

 

Durante il Matsuri è possibile acquistare questi Fukuzasa, che li puoi comprare un po' tutto l'anno, ma forse ora ne trovi sempre meno al di fuori del periodo del Matsuri, visto che è divenuta usanza comprarli durante il periodo del Tōka Ebisu Matsuri e riconsegnare quelli "scarichi" poco prima di ottenere quelli nuovi.
Si, perché gli Omamori, tranne rarissimi casi speciali, "funzionano" per un anno, poi andrebbero ridati al Santuario o Tempio dove li si è presi perché subiranno un rituale di "rilascio" delle energie, che così torneranno in circolo... in parole povere li bruciano.
Anche il Fukuzasa dura un anno: un ramoscello di bambù portato al Santuario e benedetto prima dai Sacerdoti, poi, durante il Matsuri stesso, proprio davanti ai tuoi occhi, si becca una benedizione extra data dalla danza Kagura (in formato easy, viste le tempistiche e lo spazio disponibile) effettuata dalla Miko che, quindi, passerà il ramoscello alla Maiko che lo darà ai Fedeli che, dopo aver pagato un tot (una base più un tot per ottenere Omamori extra), aspettano tranquillamente in fila proprio sotto al palco del Kaguraden (dopo aver dovuto picchiare i cameraman stranieri e aver rotto un paio di macchine fotografiche, dato fuoco ad una foresta di stick per selfie e altri simpatici atti indispensabili per scavarsi lo spazio... e visto che qui si parla di benedizioni per soldi, nessuno ci va tanto leggero... a volte penso che i poliziotti lì siano per proteggere questi fotografi, più che controllare che tutto vada bene).

Dopo aver ottenuto il tuo bel ramoscello (e chiesto se ti puoi fare un selfie con la Maiko che, finalmente, non potendo scappare accetterà con un sorriso super-cordiale) segui il sentiero umano e passi dalle altre Miko che ti faranno scegliere tutti gli extra di cui hai diritto e te li attaccheranno nel modo più grazioso possibile.
Alla fine il ramoscello finisce per diventare una cosa enorme, più simile ad un Albero di Natale: barchette di cartone dorato, facce di cartone di Ebisu, grosse monete antiche di cartone... magari detta così sembra una pacchianata, e magari lo è, ma la sapiente arte giapponese del "far sembrare tutto così carino" riesce davvero nel suo intento e ti porti a casa un di certo ingombrante ma davvero bel talismanone porta fortuna e porta soldi.

 

E sulla strada che ti riporta verso casa (puoi fare una veloce passeggiata per arrivare fino al Gion, volendo... se sei fortunato accompagnerai delle Maiko) ti aspetta un tripudio di bancarelle con giochi (che son gli stessi di 200 anni fa ed è incredibile che ancora giochino gioiosamente a pescare il pesciolino rosso o a lanciare palline contro barattoli di latta per ottenere premi), cibo e vari oggettini in vendita, spesso handmade.

Ed io, quest anno, non ci son potuto andare... guardo le foto e i video, ma soprattutto il mio Fukuzasa che si è rinsecchito, con tristezza... perché, va beh, porterà anche soldi e tutto il resto, o forse ne spendi più di quanti ne guadagneresti, ma in generale è una festa davvero bella.