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Il momento più bello

Avvicinandosi alla Storia giapponese ci si ritrova inevitabilmente a contatto con quelli che vengono definiti Periodi e, tra questi, indubbiamente il più famoso e discusso è il Periodo Edo, che prende il nome dalla città stessa Edo, ovvero Tokyo.
I motivi per cui questo Periodo viene tanto discusso sono molteplici, ma sono sempre rimasto stupito perché... spesso non gli appartengono realmente: si parla dei Samurai, che, però, sono antecedenti e, nel Periodo in questione, si avviano verso la conclusione della loro storia, oppure si parla di varie arti, che, però, anch'esse, nella maggior parte dei casi, sono antecedenti per nascita e sviluppo, ecc.
Così mi sono chiesto cosa rendesse il Periodo Edo così amato in Occidente e credo che la risposta sia un po' nell'immaginario comune, che guarda a Edo ma lo confonde con i Periodi Heian e Muromachi, e un po' anche dai giapponesi stessi che nutrono un forte amore per quest'Era storica.
E se, quindi, da un lato posso capire l' "errore" di chi si avvicina per vie trasversali alla Storia, dall'altro mi sono chiesto cosa abbia reso realmente così amato dal popolo giapponese il Periodo Edo.
E così questo Articolo.

Viene immaginato e disegnato come il Periodo più florido della Storia giapponese quando, in realtà, altro non è che un lungo periodo storico di stagnazione: il Periodo Edo "nasce" dalle ceneri del Periodo Azuchi-Momoyama, ovvero quel particolare lasso di tempo in cui tre delle più importanti figure storiche giapponesi si impegnano nell'obiettivo di riunificare il Paese, fino ad allora da sempre un insieme di infinite città stato totalmente autonome, realtà uniche e peculiari.
Queste tre figure, sebbene legate da relazioni, si impegneranno ognuna a modo suo, e in maniera praticamente autonoma, nell'intento con Nobunaga, colui da cui tutto ha avuto inizio, che tenterà una conquista militare, seguito da Hideyoshi che vorrebbe mantenere lo stile ma che poi si perderà tra intrighi e tradimenti, non avendo, oggettivamente, né la forza né il carisma del predecessore, ed, infine, il "vincitore", ovvero Tokugawa che, col minor impatto bellico possibile (anzi, sfruttando proprio l'immagine di colui che mette fine alle guerre) ma con una ragnatela intricatissima di alleanze e leggi, riesce ad impantanare tutti rendendo ogni singolo Daimyo (signore di un territorio) praticamente incapace di qualsiasi cosa.
Quella che ne segue è un'Era di pace, o, meglio, come dicevo, un periodo storico in cui, a causa di mille regolette, più potere avevi e meno riuscivi realmente a fare, e quindi, così immobilizzato, il Paese, lentamente, inizia a pensare a sé stesso come ad un qualcosa di unico, unificato e nasce quello che sarà il Giappone moderno, anche se ancora in forma di prototipo un po' traballante.

Siamo nel 1600, ma l'immaginario collettivo occidentale fatica a focalizzare quest'informazione basilare: il 1600 giapponese viene visualizzato mentalmente come una sorta di nostro medioevo, ma bisogna prendere atto di un dato importantissimo, ovvero che NON stiamo parlando del medioevo, bensì del Periodo storico in cui, in Italia, per fare un esempio, abbiamo già i Savoia a Torino.
I Samurai, come dicevo, iniziano da questo momento un periodo di decadenza fino alla scomparsa definitiva (prima concreta, poi anche legale) e varie arti che vengono identificate come tipiche dell'epoca, sono in realtà antecedenti: il Sumo, già legato allo Shintoismo delle origini e ben noto circa 1.000 anni prima, il Teatro (il Noh era già avviato, mentre il Kabuki, effettivamente, nasce proprio agli albori del Periodo Edo, a Kyoto), arti musicali ecc ecc

Su una cosa sono convinto: nulla nasce dal nulla.
Certo, un giorno ad una persona può saltar fuori un'invenzione geniale, ma a parte rarissimi, se non unici, casi che si perdono nella Storia, nella stragrande maggioranza dei casi, ogni cosa nasce come evoluzione da qualcos'altro, quantomeno ispirata.
E nulla ispira più della comunicazione, del contatto tra pensieri, tra stili... e anche tra popoli, ovviamente.
Per questo il Periodo Edo, conti alla mano, ha davvero ben poco su cui affermare paternità: il Sakoku.

Insomma la chiusura dei confini.
I motivi sono svariati e come argomento è davvero enorme, meriterebbe un Articolo (se non un libro) a sé stante, ma limitiamoci a qualche dato, giusto per identificare chiaramente di cosa stiamo parlando: le tensioni tra i cattolici giapponesi (spinte per lo più dagli occidentali visitatori che sfruttavano la religione per i loro fini economici e politici) e il potere erano alle stelle, e dove da un lato gli stranieri venivano puniti per crimini (ad esempio la tratta degli schiavi, ovvero rapimenti di giapponesi da paesini costieri per poi rivenderli all'estero), la Religione, di per sé, si espandeva.

La crescita dell'influenza Cattolica, ovviamente, non poteva in alcun modo essere un male (bisogna dire che, in realtà, all'interno della struttura politica giapponese, che identificava l'Imperatore come un Kami, "divinità" Shintoista, una Religione che negasse le altre colpiva anche sul piano politico), tuttavia questa veniva sfruttata per secondi fini da alcuni "wanna be conquistatori" che, credendo di trovarsi in un Paese sottosviluppato e abitato da trogloditi (cosa che, tutto sommato, ancora oggi molti occidentali fanno, qui in Giappone), creando non pochi scompigli.
Ne seguì una sommaria persecuzione ai danni della "nuova Religione" (cosa che era accaduta anche ai tempi dell'arrivo del Buddhismo, per cui nulla di nuovo) e il tutto sfociò nella Rivolta di Shimabara, dove i cattolici giapponesi si sollevarono contro lo Shogunato: finì nel sangue (e stiam parlando dell' "epoca di pace") e inasprimento ancora più feroce verso i cattolici.
E quindi gli stranieri.
Chiuse le porte (e i porti), il mondo venne letteralmente sbattuto fuori dal Giappone (si crearono piccole zone, per lo più distanti ed isolate, dove solo alcuni "fidati", per lo più olandesi e cinesi, potevano sbarcare e imbarcare merci, con commerci costantemente vigilati) ed iniziò, appunto, l'auto-isolamento noto come Sakoku (finirà a metà del 1800, mentre in Italia c'era Camillo Benso di Cavour, giusto per figurare bene il periodo... e, un consiglio, mentre starai ovviamente immaginando quest'epoca giapponese con gente che cammina tra strade di terra, vestita col kimono e armata di spada, dai un'occhiata a come vestiva Camillo Benso di Cavour).
Il simbolo del Periodo Edo.

E il punto è tutto qui: il Periodo Edo fu un periodo i pace, indubbiamente, almeno, se paragonato ai precedenti, ma fu anche un periodo in cui tutto veniva ancor più impacchettato in caste, bloccato in gabbie e ci si chiudeva al mondo intero.
Ritornando al mio discorso di poco sopra, quando dicevo che nulla può nascere dal nulla, ci si scontra con la realtà dei fatti: le più grandi innovazioni, le più grandi opere, i più importanti progressi, il Giappone (ma non solo il Giappone, ovviamente: qui parliamo di Storia di qualsiasi Nazione al mondo) li ha fatti tramite un contatto con una Nazione estera (nella maggior parte dei casi è stata la Cina, per ovvi motivi), un appropriarsi di un uso, un mezzo, un qualcosa e rielaborandolo per adattarlo alle proprie esigenze e comodità, evolvendolo e da qui poi generando il parto di qualcosa.
Molta della musica tradizionale giapponese è nata così, molta arte è nata così, la letteratura idem... praticamente tutto.
Quello che è avvenuto nel Periodo Edo è stato solo un elucubrare (grazie, o a causa delle chiusure e limitazioni) su ciò che già si aveva, senza possibilità di implementare.
Il Teatro ha avuto "fortuna" ed è nato il Kabuki, su cui non mi soffermo perché è anche questo un argomento enorme e che, decisamente, non nasce nel Periodo Edo, anche se ufficialmente all'anagrafe ha questa data... ma molte altre "invenzioni" che dovrebbero far brillare quest'epoca storica o non sono di quest'epoca (appunto, i Samurai in primis) oppure sono "solo" evoluzioni, nate da un continuo guardarsi dentro... anche perché non potevi far altro.
Fu come trovarsi chiusi in una stanza per un lunghissimo periodo, una stanza con i suoi comfort, tenuta pulita e in cui decisamente ci vivevi bene... ma sei comunque chiuso, da solo, in una stanza: puoi pensare ai fatti tuoi ma di certo non hai modo di ricevere le notizie dall'esterno.
E così "ottimizzi" i fatti tuoi ma ti perdi tutto ciò che accade fuori, un fuori che, sempre per la formula per la quale tutto è un'evoluzione di un contatto tra popoli, andava sempre più veloce... 

Ma allora, perché il Periodo Edo viene sempre tenuto in così grande considerazione, quasi come una Golden Age giapponese?
Come dicevo, secondo me, da un lato è la sua popolarità: i manga parlano dei Samurai del Periodo Edo, anche se molto di ciò che mostrano, spesso, è realisticamente più probabile che fosse in Periodi antecedenti... come anche i film.
Quindi semplicemente questo vien dato e questo vien recepito.
Sul perché, in Giappone, dove i giapponesi dovrebbero esser ben consci della realtà storica (e lo sono), sia così popolare... beh qui entriamo nel campo della speculazione, ovviamente.
E, secondo me, in fin dei conti, è proprio il Sakoku e quel sentimenti di "si stava meglio quando si stava peggio".
Diamo una veloce occhiata alla Storia giapponese: prima del Periodo Edo nessuno ha invaso il Giappone... qualcuno ci ha provato, certo, ma è sempre andata a gonfie vele per il Giappone.
I rapporti con l'estero erano, per lo più, qualche commercio e il Giappone che faceva man bassa di tutto ciò che gli piaceva, lo portava a casa e se lo adattava alle proprie esigenze, godendone.
Qualche volta ha pure invaso.
Insomma, tutto sommato, sembrava quasi che il mondo esterno non fosse poi così male o, comunque, non tanto pericoloso.
Poi è arrivato l'Occidente.
E i problemi.
E si son dovute chiudere le porte.
Porte che poi sono state scardinate a forza dagli americani, con relativa "invasione" (pacifica, per ora).
Poi le Guerre e la sconfitta.
E di nuovo invasione (questa volta violenta).
Costituzione imposta.
Modello di vita imposto.
E oggi?
Ancora oggi la situazione è, più o meno, questa: il Giappone non ha un esercito e, sebbene viva una vita pacifica, sa che, in caso di guerra, dovrà esser difeso dagli Stati Uniti (che se decidono di non difenderlo... ) e subisce costantemente un tentativo di colonizzazione da parte dell'Occidente.
Un tentativo che potrebbe sembrare subdolo ma che, in realtà, è decisamente ben visibile: le critiche, i paragoni, le imposizioni (che funzionino o meno)... tutto quel continuo "dovreste/dovete fare così, come facciamo noi, perché è giusto così" di cui il popolo giapponese viene bombardato quotidianamente.
Per questo io credo che, alla fin fine, sia quasi istintivo il loro rifugiarsi nel "giorno prima": il Periodo Edo, quando nessuno, da fuori, ti giudicava, criticava o tentava di dirti come dovresti vivere la tua vita.
Certo, la ricerca storica potrebbe mostrare che ci sono momenti storici più "adeguati" per determinate immagini mentali (non a caso il film animato dello Studio Gibli chiamato "Principessa Mononoke" ha già un'ambientazione più storicamente ricercata e, sempre non a caso, NON è ambientato nel Periodo Edo), ma questo corrisponderebbe ad un'azione cosciente e ricercata mentre io credo che questo "attaccamento" al Periodo Edo sia più il risultato di un riflesso inconscio.
Quel riflesso inconscio che fa sì che la quasi totalità delle opere di fantasia (manga, film o letteratura che sia) giapponesi che guardano al futuro vedano un mondo in rovina a causa di una guerra mondiale che ha scatenato attacchi nucleari (o, se non è una guerra, comunque un qualcosa che ha provocato quegli effetti), un lampante riflesso dell'orrore della bomba atomica...

Non è mai facile andare a trattare del delicato rapporto tra il Giappone e lo straniero... perché oltre che delicato è anche assai complicato... è come il voler mangiare il pesce palla, un vecchio detto giapponese: sai che è buono e che ti piacerà, ma sai anche che dopo avrai mal di pancia perché è tossico.
E il concetto sta tutto qui: è ovvio che come Nazione al Giappone interessi l'estero, è ovvio che a livello di business interessi alle aziende come anche ai commercianti, e anche i singoli cittadini magari provano curiosità ed interesse... ma, allo stesso tempo, sai che sarai sia criticato che "indottrinato" a forza, nonché guardato dall'alto verso il basso, considerato inferiore... perché sei asiatico, per cui un gradino sotto rispetto all'occidentale.
E alla lunga credo che stanchi... e i risultati, comunque, direi che oramai sono palesi e davanti agli occhi di tutti.