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Non mi riesce di trovar statue di Enma Daiō

Non è per nulla usanza in Giappone... ma è un qualcosa di intimamente legato al mio DNA italiano: collezionare oggetti.
Una mensola con tanti piccoli, o, a volte, un po' meno piccoli, ninnoli, ognuno dei quali, magari, legato ad un momento o luogo, ad un evento... ricordi fatti sostanza: e perché, poi, limitarsi ad una sola mensola?
E così io ho sempre avuto questa "fissazione", che è tipica di noi italiani credo, di accumulare oggetti su oggetti: collezionare, riempire, addobbate le camere come in un museo.
Alcuni li compro perché mi sembran belli, altri perché legati a qualcosa che mi piace, altri ancora semplicemente perché, in qualche modo, naturale o intimo, richiamano alla mia mente luoghi, persone, eventi...

Ma in Giappone non è usanza... non ci sono nemmeno le mensole praticamente.

 

Non è un mistero che io sia appassionato di Yōkai ed, in generale, di folclore e mito giapponese (e non solo, ma per lo più).
Tra le tante figure, entità che si trovano tra leggenda, religione, mito, folclore e realtà, nel senso che vengon (quasi) creduti come "abbastanza plausibilmente possibili" in una società così moderna... tra queste figure vi è Enma Daiō, o Grande Re Enma.

 

L'origine risale probabilmente a una figura Induista, il Grande Veda Yama (dove Veda sta, più o meno, per Dio).
Poi arrivarono gli antichi cinesi che stavano cercando il Buddhismo e per errore son finiti per portarsi dietro più Induismo che altro e quando, passando prima per un "adattamento" cinese e poi per quello coreano, questo Buddhismo è arrivato in Giappone, ha portato con sé un sacco di risposte a domande (spesso oramai divenute inespresse) che ancora non ne avevano, tra tutte la morte e il dopo-morte.
E nascono, ovviamente, le perplessità.
Del tipo...

 

Un uomo, prima o poi, muore.
Ok.
Il suo "spirito", per brevità, si separa dal corpo e rimane a vegliare, assieme agli altri avi, sulla famiglia, divenendo una sorta di "angelo custode", o divinità tutelare casalinga.
E questo è un "dato di fatto" (nel senso che è una cosa creduta e parte della cultura, tradizione e religione locali).
Però, ogni uomo è, in realtà, un frammento di un qualcosa di più grande, a cui dovrebbe aspirare ad aprirsi, prigioniero in un ciclo infame di morte e reincarnazione in questa che sarebbe una sorta di "prigione falsa"... per cui, l'uomo che muore, si stacca dal corpo mortale e si reincarna.
Bene.

O, meglio, male: si reincarna o rimane come spirito a proteggere la famiglia?
Tutt'e due... mi risulta difficile da comprenderlo.
Qualcuno mi disse che invece accadono entrambe le cose, nel senso che una parte dell' "anima" dell'uomo, quella fatta dalle sue esperienze e legami (cose, in teoria, del tutto false ed illusorie però), si concretizza e diventa lo spirito protettivo mentre la sua natura più "centrale", quella più energetica insomma, la mente originale che sarebbe di per sé divina, torna nel ciclo della reincarnazione.
Un'immagine mi salta in testa...

Un gatto che dorme beato nella stanza del Butsudan (altare casalingo Buddhista dove si onorano gli antenati): il gatto che è una reincarnazione dell'uomo che intanto come entità spirituale sta vegliando sulla famiglia, gatto compreso... praticamente sé stesso che veglia sul nuovo sé stesso?

Mi sento confuso.

 

Al di là di tutto questo, che è un problema ovvio che si va a creare quando tenti un sincretismo (percepisco già un'aura negativa data dall'ira di alcuni professori visto che mi ostino, anche un po' apposta, ad usare questa parola bandita dalle università italiane) tra due religioni che non hanno proprio nulla a che vedere l'una con l'altra ma che sono, allo stesso tempo, molto articolate, profonde e "complete" in sé... insomma, tralasciando questi dilemmi, c'è anche un altro aspetto che si va a mixare al tutto.
Si, quell'aspetto di cui poc'anzi, ovvero che nel Buddhismo giapponese, che è figlio del Buddhismo cinese che, a sua volta, è figlio di un bel mix tra Buddhismo e Induismo (ovvero altre due religioni, complesse e complete, che tra di loro non c'entrano nulla ma che semplicemente si son trovate a convivere nella stessa area)... ci sta anche l'Inferno.
In realtà ce ne sono un bel po' di Inferni, giusto per aumentare la confusione.

 

Ad esempio nel Kojiki, il più antico testo giapponese nonché "Bibbia" dello Shintoismo, si parla di una Terra delle Tenebre dove la Kami Izanami, strutturalmente la "madre" del Giappone, finisce una volta morta di parto (aveva già partorito diversi Kami ma la nascita del Kami delle Fiamme le fu fatale... comunque anche suo figlio Susanoo ci andrà a vivere, visto che fin da subito aveva mostrato un forte attaccamento alla madre).
Viene descritta brevemente (ma con tanto di indirizzo, difatti è possibile visitarne l'ingresso in Giappone, si trova a Izumo) e strutturalmente è una sorta di reame immenso che si trova sottoterra, collegato con il mondo (al di là dei collegamenti "magici" diciamo) tramite una grotta (ora sigillata dal fratello/marito Izanagi): dentro è tutto tenebre (e direi che il nome era già abbastanza chiaro a riguardo) e cunicoli.
Pare che ci vivano dei mostri non ben specificati e che ci siano dei regnanti, anch'essi non ben specificati e mai più approfonditi.
In ogni caso quando la gente muore, chiunque, Kami compresi, è qui che si va a finire e ci si resta per sempre... 

Si, ok, avevamo appena detto che quando una persona muore per metà rimane a proteggere la famiglia e per metà si reincarna, com'è che ora esce che quando si muore si va all'Inferno, o, meglio, in questo Inferno?
Anche qui non ci sono spiegazioni (lo Shintoismo a proposito è molto chiaro: queste son cose che l'uomo non ha modo di conoscere, almeno non da vivo, per cui non ci son risposte e amen, fattelo piacere... tanto, presto o tardi, lo scoprirai in prima persona), ma una volta un Sacerdote mi disse la sua opinione in merito: di base la "legge naturale" vorrebbe che un uomo che muore finisce nello Yomi, l'Inferno di cui stiamo parlando, ma se è un uomo forte e devoto, allora rimane in questo mondo, più o meno, diventando appunto un Kami Familiare e veglia sulla famiglia.
Mi garba per cui mi associo.

Ma questo è solo uno.

Ancora non abbiam preso in considerazione gli Inferni del Buddhismo, giustamente.

 

Strutturalmente funziona così: c'è la Realtà e c'è la Finzione.
Tu vivi nella Finzione, una finzione creata dalla tua stessa mente che genera una prigione dove il tuo corpo, che è esso stesso una finzione da te creata, appassisce e soffre.
Tutto questo limite è un male, un male che si ritorce su sé stesso perché, al momento della morte, non sei in grado di capire che non esiste nemmeno la morte e quindi la tua "anima" finisce per tornare in questa prigione, ciclicamente.
Ma non è così semplice, visto che i paletti che ci siamo creati sono davvero tanti, per cui prima di reincarnarti in uno dei vari "livelli" (c'è il livello degli animali, quello degli uomini, quello delle divinità... ognuno ha pregi e difetti, diciamo che è una scala che parte dal peggio e va verso un meglio che, comunque, non è ancora dignitoso ma più in alto sei, almeno al livello umano, e più ci son possibilità che tu ti risvegli da tutto questo e scappi dal ciclo) ti vai a fare una vacanza all'Inferno.
Che però sono una mareata: ci sono quelli freddi, con le pene legate al gelo e al freddo, ci sono quelli caldi, con le fiamme e tutto il resto... insomma non ci facciamo mancare nulla.
A seconda di quanto sei stato infame in vita (dove per "infamia" non bisogna considerare quanto eri buono o cattivo, bensì quanto ti sei discostato dalla Realtà per perseguire la Finzione) sei già destinato ad un tot di tempo in un Inferno specifico, così che la tua anima si ripulisca abbastanza da permetterti una seconda ("seconda" per modo di dire, visto che parliamo di un ciclo nato all'alba dei tempi, per cui chissà quanti giri ti sei già fatto) chance e allora ti reincarni e via: nuovo giro di giostra.

Il tutto va per via automatica: è il Kharma.
Comunque finalmente siamo arrivati al nostro protagonista: il Grande Re Enma.

 

Il Grande Re Enma, quindi, è il signore degli Inferi: diciamo che è come un impiegato statale al servizio del Kharma, e se ne sta nell'anticamera di questi Inferni Buddhisti e aspetta che tu muori.
Arrivi da lui, controlla le carte, e ti dice in che stanza devi andare a soffrire e per quanto tempo, poi, quando hai finito, torni da lui che ti dice in cosa ti reincarni e riparti con una nuova vita (ovviamente, mi ero dimenticato ma è importante: tutto questo, unito alla Finzione che ci auto-creiamo, è così shockante che quando riapri gli occhi a nuova vita, hai perso le memorie di tutto quello che hai passato... però quando muori ti ricordi tutto, anche i giri precedenti).
Lo scopo, comunque, sarebbe Risvegliarsi (da vivi o al momento della morte, dipende dalla scuola di pensiero) e, invece di finire dal Grande Re, vieni pescato dal Buddha che ti porta nella Terra Pura, ovvero in un luogo che non è un luogo di per sé: diciamo che è la raffigurazione per noi imperfetti di una situazione in cui la tua mente, tornata ad essere perfetta, ha capito tutto e vive in sé e di per sé, fusa col Buddha ma allo stesso tempo unica... va beh, una cosa complicata.

 

Riassumendo quindi:

muori, e fin qui non ci son dubbi.
Una parte di te si stacca e rimane in famiglia, come spirito protettore, se sei una bella persona, altrimenti questa parte se ne va nella Terra delle Tenebre e ci rimane per sempre.
Un'altra parte di te, invece, va dal Grande Re che, a seconda di quanto ti sei avvicinato o allontanato dalla Realtà, ti spedisce in un Inferno personalizzato.
Quando hai finito torni in vita reincarnandoti in qualcosa di meglio, di peggio o di uguale e rifai tutto fino a che o non diventi Buddha o muori di nuovo.

 

Anche volendo riassumere e semplificare, insomma... rimane una bella confusione.
Ma di tutto questo, in realtà, non avevo pensato di parlarne/scriverne: io volevo solo dire che, tra le mie passioni, c'è quella di collezionare oggetti inerenti alle creature/entità del folclore, come gli Yōkai, e, anche se non è per nulla uno Yōkai, vorrei una bella statuetta di Enma Daiō: bizzarramente non si trova nulla in vendita in giro!

Niente disegni, stampe, statue... nulla.
Nonostante sia una figura non solo del folclore ma anche della religione locale, è già tanto se ha una manciata di Templi dedicati.
E quindi niente, ancora non l'ho trovata.

Ma non demordo.

A questo punto mi pare evidente che, forse colpa del troppo lavoro di ricerca e scrittura che ha portato una "deformazione professionale" al livello di divenire una vera e propria psicosi, non mi riesce più di scrivere quello che vorrei: inizio con l'idea di parlare di una cosa e finisco per allungarmi in discussioni sempre più contorte.
Quando scrivo i romanzi è un toccasana, perché così non devo stare a progettare tutta la storia e l'evoluzione di questa: semplicemente penso al primo capitolo, vagamente mi prefiggo un finale e poi lascio andare le dita sulla tastiera fino a che non partoriscono spontaneamente tutto il lavoro... però per scrivere un blog in cui volevo semplicemente raccontarti che ho questa passione per il collezionismo ma non trovo statuette del Grande Re degli Inferi... diventa un po' ostica da gestire.
Chiedo venia.