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Lo Shintoismo per Italiani: conversione e pratiche


Attenzione:
ci tengo a precisare che questo articolo lo scrivo a carattere puramente informativo, per rispondere a varie domande che mi sono state poste.
Non vi è in esso alcuno scopo proselitistico.


Dalla pubblicazione del mio saggio Lo Shintoismo: onorare i Kami, mi avete contattato in moltissimi, interessati all'argomento.
Tra le varie domande, forse una delle più presenti è stata la seguente: "ma se io vivo in Italia e, quindi, non ho modo di visitare i Santuari, come posso pregare i Kami?"
Domanda più che lecita e, proprio per rispondere un po' a tutti (cosa che, comunque, sappiate che faccio sempre e sempre farò quando mi contattate via messaggi privati nei miei vari Social, tempo permettendo), ho deciso di scrivere questo articolo.

Parlando di Shintoismo viene naturale, per noi italiani, comunque seguire una forma mentis che ci è eredità del nostro retaggio cattolico.
Fermo restando che non è assolutamente una cosa negativa, a mio avviso, poiché è parte della cultura della nostra Nazione, per quanto questa si professi laica, porta, tuttavia, con sé alcuni lati negativi: la Religione Cattolica è, comprendendo poi tutte le sue varianti, la Religione più diffusa al mondo e, essendosi fusa con la società e la cultura occidentale in lungo e largo, essendo divenuta quasi naturalmente, istintivamente usata come base, come "punto di partenza" per il pensiero riguardante entità astratte e divine.

Lo Shintoismo, tuttavia, è una Religione a sé stante che non ha avuto e non ha nulla a che vedere con la Religione Cattolica (ovviamente vi sono state contaminazioni durante i vari contatti, ma fondamentalmente non vi sono reali punti di contatto).
In realtà, già il titolo stesso di questo mio articolo è, di per sé, errato:

Conversione

Il concetto stesso di conversione parte da un presupposto, ovvero che la persona interessata sia, in qualche modo, appartenente ad una data Religione di origine e che poi decida di passare ad un'altra Fede.
Parliamo quindi, specificatamente di conversione religiosa.
Storicamente questa parola ci riporta alla mente due immagini: il forte proselitismo e il martirio/persecuzione.
Perché?
Purtroppo sono immagini, queste, che abbiamo tutti studiato, bene o male, durante gli anni scolastici, a riguardo delle Religioni a noi italiani più vicine: durante l'antichità parliamo dei culti pagani che erano autoctoni (o importati e quindi adattati) della penisola italica e quindi la lenta, graduale conversione al Cristianesimo e quindi l'opera di proselitismo che il Cristianesimo ha operato, incontrando spesso lo sfavore dei regnanti che reagirono con la soppressione, spesso violenta.

Come prima cosa, parlando di conversione allo Shintoismo, dobbiamo cancellare dalla nostra mente queste immagini.

Certo, qualcuno, assai acculturato, vorrà opinare disquisendo a riguardo dell'opera di proselitismo Cristiano che è stata tentata in Giappone e la violenta soppressione a cui questa è andata incontro.
Accontento subito questo feticismo da divulgazione random col riportare io stesso questa informazione, anche se, tuttavia, la reputo del tutto inutile ai fini del seguente articolo.

Andiamo al punto.
Hai letto a riguardo dello Shintoismo, ti senti affascinato da questa Religione e hai deciso di "diventare Shintoista".
E magari ti chiedi, dopo aver letto il mio saggio, del perché io non abbia in alcun modo trattato questo tema.

Non ci si può convertire allo Shintoismo

 

Si, è una frase un po' clickbait, ma non è una menzogna.
Tuttavia non ti abbattere e continua a leggere e scoprirai perché questo non ti creerà alcun problema.

 

Per prima cosa parliamo della conversione dal punto di vista dei Diritti:

« Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti. »

(Articolo 18)

Questa è la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo che sancisce il diritto di ognuno di noi di professare la Religione a cui si sente più affine.
Poi arriva quello che "io sono cresciuto con dei valori, sono Italiano e un italiano che si converte allo Shintoismo è un buono a nulla che si è giapponesizzato"... a volte, a seguire, ci sono anche delle offese che qui non è il caso di riportare.
Io credo che ognuno debba esser libero di fare ciò che vuole, soprattutto esser libero di poter seguire il proprio cuore, senza imposizioni come "tu sei italiano e quindi devi fare questo e così".
E scusami la piccola digressione...

 

Torniamo a noi, quindi, e, una volta stabilito che ognuno di noi è libero di professare la Religione che preferisce, andiamo ad analizzare in concreto perché non ci si possa convertire allo Shintoismo.

 

Come abbiamo già detto e letto, ci troviamo dinnanzi ad un mondo completamente diverso: l'Occidente, in cui siamo nati, infuso del suo Cattolicesimo, e l'Oriente che con queste linee di pensiero, azione, concetti e nozioni non ha nulla a che vedere.
I concetti Cattolici, che noi si sia credenti o meno (o, addirittura, ci si professi atei), ci si sono fusi nel DNA e sono parte di noi, influenzano, volenti o nolenti, il nostro pensiero e, quindi, il nostro modo sia di vedere le cose che di agire.
Il concetto di conversione, difatti, ci nasce in mente solo da questa nostra eredità.

Senza offendere nessun purista super-acculturato, proviamo assieme a fare una veloce generalizzazione.

Come ci si converte al Cattolicesimo e cosa comporta:

  • riconoscere i propri peccati (compreso il Peccato Originale) dinnanzi ad un Sacerdote;
  • farsi officiare il Sacramento del Battesimo, della Comunione e della Cresima;
  • partecipare ad una Santa Messa, partecipando al Sacramento dell'Eucaristia;
  • impegnarsi nell'adorazione di Dio (Primo Comandamento)

Seguendo questi step si entra a far parte della Chiesa Cattolica, si ripudia il Male e ci si rifugia in Dio, seguendone le Sue Leggi (i Dieci Comandamenti e gli altri Dogmi).
Qualcosa di simile avviene nelle altre Religioni che dal Cattolicesimo sono nate (che sono di eguale importanza e degne di rispetto, ovviamente) o le altre Religioni (che sono di eguale importanza e degne di rispetto, ovviamente) che hanno pensieri e concetti simili e vicini (Islam, Ebraismo, ecc).
Tutte queste Religioni ti "iscrivono" nella loro lista, ti fanno dono della conoscenza delle loro Regole e, tramite tutto questo, ti permettono di vivere serenamente la tua vita religiosa con tutto ciò che ne comporta (prendendo sempre ad esempio il Cristianesimo: seguendo la Volontà di Dio si ottiene l'accesso al Paradiso e serenità per l'Eternità).

In Oriente questo pensiero non ha preso piede.
Religioni come l'Induismo, il Sikhismo e il Giainismo, ad esempio hanno, si, dei Rituali per la Conversione ma sono per lo più formule atte alla semplice informazione del nuovo Fedele a riguardo di ciò a cui si sta accostando.
Prendiamo ad esempio l'Induismo e, ancora una volta, generalizziamo.

Come ci si converte all'Induismo:

  • sottoporsi ad un periodo di studio dei Testi Sacri;
  • farsi officiare il Rito di Namakarana Samskara da un Sacerdote Induista;
  • ottenere un proprio nome indù

E per il Buddhismo (sempre generalizzando)?

Come ci si converte al Buddhismo:

  • recitare dinnanzi ad un Monaco Buddhista la preghiera de La Presa di Rifugio

Qual'è la grande differenza che avrai sicuramente notato?
Le Religioni Occidentali (includendo il Nord Africa e il Medio Oriente), di cui abbiam preso come esempio il Cristianesimo, sono Religioni che precludono la Fede in altre Religioni, in quanto false e i cui precetti, nel migliore dei casi, portano al Peccato (che può essere l'Idolatria o peggio ancora).
Nelle Religioni Orientali, comprese anche le monoteiste (ad esempio il Sikhismo), la conversione è solo l'ufficializzazione della Fede da parte del Credente: una sorta di "festa per essere entrato nel club".
Parliamo di qualcosa di molto più leggero (che, insomma, andarsi a studiare una montagna di Testi Sacri Induisti non è proprio qualcosina che si possa fare tra una fermata e l'altra della metro), qualcosa che serve a te, Fedele, per riconoscerti ma non è, realmente, qualcosa di necessario al Sacerdote per accettarti o al Monaco, per renderti degno ai suoi occhi.
Non cambia nulla (o quasi) tra il prima e il dopo.
Mentre con il Battesimo Cristiano, ad esempio, il cambiamento è notevole: hai ripudiato il Male, ti sei liberato del Peccato Originale e impegnato in una vita di devozione della Parola di Dio.
Non è proprio poca cosa.

 

Una linea di pensiero ha torto e l'altra ragione?
Io non credo.

E non dovresti crederlo neanche tu.
Noi non sappiamo, oggettivamente, cosa sia vero e cosa non lo sia, ci sono prove a favore e contro, fatti, testimonianze, studi e altro ancora... ma la verità è che noi non siamo in grado di sapere oggettivamente la verità.
Per cui non ci rimane che fare una sola cosa:

seguire il nostro cuore

 

Quindi, tutto questo luuuungo discorso a cosa è servito?
Purtroppo era la dolorosa lunga introduzione necessaria ad entrare nell'ottica della differenza sostanziale di pensiero, passando per gradi, per non rendere la cosa semplicemente una "nuova regola", ma bensì lasciare che essa si introduca come linea di pensiero logica.
Siamo partiti dalla nostra formazione Occidentale e ci siamo, piano piano, spostati verso quella Orientale.

Ora abbiamo davanti solo l'ultimo passo:

la conversione allo Shintoismo.

 

Lo so, lo so... ho scritto che non ci si può convertire e ora sto scrivendo che si può.
Ma ora sappiamo anche cosa si intende, in Oriente, per conversione.

 

Come ho più ampiamente trattato nel mio saggio Lo Shintoismo: onorare i Kami, per gli Shintoisti non esiste un vero e proprio concetto di "Religione di appartenenza": tutte le Religioni esistono e ogni divinità è, semplicemente, il Kami adorato da tot persone in luogo x.
In parole povere: dal punto di vista di uno Shintoista, tu già sei Shintoista.
Basta credere in qualcosa, qualsiasi cosa (beh, almeno in qualcosa di spirituale diciamo... ma in teoria anche gli Alieni ci potrebbero stare!) e si è un Credente e, nell'ottica di chi crede nel concetto dei Kami (concetto troppo lungo e complesso da spiegare qui ora, ma che è largamente trattato nel mio saggio di cui sopra), un Credente è già uno Shintoista.

 

Nella nostra ottica Occidentale, quindi, siam partiti dal concetto che si fa parte di una Religione, ci siamo spostati verso Oriente scoprendo che si può esser parte di più di una Religione contemporaneamente e ora, per finire, scopriamo che tutti si è già uniti sotto un'unica Religione, a prescindere da come la si voglia chiamare

E quindi, caro amico e cara amica che stai leggendo e che volevi sapere come fare per convertirti allo Shintoismo: sappi che lo hai già fatto!

E ora?
Cosa dovresti fare per essere un buon Shintoista?
Semplicemente seguire i precetti di questa Religione.
Fine.

No, non è vero, purtroppo non è la fine.
Proprio due giorni fa mi è stata posta una domanda su cui ho molto riflettuto e che ora ripropongo qui.

«Non potendo visitare alcun Santuario, come faccio a pregare i Kami

Giusta domanda.
Ci ho molto riflettuto e, dopo aver chiesto anche il parere di altri Shintoisti giapponesi, tra cui un Sacerdote, sono giunto a un paio di conclusioni a riguardo.

 

Le risposte sono due: una forse più semplice ma che potrebbe non soddisfarti, l'altra è un pochino più complicata...

 

Partiamo dalla risposta semplice.
Non devi far realmente nulla per esser Shintoista, se non pregare (nel senso di ringraziare) i Kami quando, dove e come senti ti sia possibile farlo.
Questa risposta sembra banale, qualcosa che vien detto tanto per dire e che "fa figo", ma in realtà è un qualcosa a cui ho molto pensato: è una risposta che, in realtà, affonda le sue radici nelle pratiche quotidiane dei giapponesi (e quindi anche degli Shintoisti giapponesi) stessi.
Prendiamo ad esempio il momento del pasto in Giappone: prima di iniziare è pratica comune giungere le mani nel classico simbolo della preghiera e dire "itadakimasu".
Si, ne ho già discusso nel saggio, in maniera più approfondita, lo so, ma credo che sia il caso di ripetermi e di focalizzare questo atto nello specifico della condizione di chi voglia effettuare preghiere di tipo Shintoista in Italia, quindi in assenza di Santuari a cui rivolgersi.

Itadakimasu è un verbo e, strutturalmente, significa "ricevo con gratitudine".
Il gesto è quello della preghiera.
Il cibo (in teoria) contiene le offerte al Kami familiare.
Cos'è questa se non una vera e propria preghiera ai Kami?
Non è forse quello che stavi cercando?

E cosa ci dimostra se non che non serve realmente e necessariamente recarsi al Santuario per poter pregare e ringraziare un Kami?

Quindi questo ci porta a pensare che la preghiera è un momento di puro ringraziamento che nasce dal cuore fedele e in maniera del tutto pura e spontanea.

 

Ci sono, tuttavia, linee di pensiero che allacciano questo "itadakimasu" non ai Kami, bensì a chi è realmente connesso al cibo in questione: ringrazi chi lo ha cucinato, chi lo ha preparato, chi ha reso possibile che tu lo possa mangiare... fino anche al contadino che ha coltivato ciò che poi è divenuto parte del tuo piatto.

Se da un lato questo può essere vero, c'è da dire che la pratica viene indubbiamente da una forma di venerazione di tipo Shintoista (altrimenti, come da tipiche pratiche giapponesi, non vi sarebbero le mani giunte ma un inchino: le mani giunte si utilizzano solo in occasione della preghiera ai Kami e non per ringraziare altri esseri umani).

Nel tuo caso, quindi, potresti, senza alcuna forma di dubbio in me, utilizzare questi momenti per ringraziare i Kami e svolgere le tue preghiere: ogni volta che ricevi qualcosa, semplicemente giungendo le mani e rivolgendoti con il cuore ai Kami, potresti ringraziarli di ciò che ricevi.

 

L'altra risposta potrebbe comportare un po' più di difficoltà ma, probabilmente, ti potrebbe dare una certa dose extra di "sicurezza" nel tuo pregare.
Parliamo di qualcosa, comunque, di tuo, di intimamente tuo, non di realmente legato a precetti: lo Shintoismo è una Religione che non ha regole scritte da seguire, per cui sei tu, Fedele, a creare i tuoi "Dogmi", per come senti che questi possano rendere ringraziamento ai Kami (certo, servirebbe anche agire con logicità: un Kami che ti dona il cibo, la prosperità del terreno e il benessere, l'armonia della Natura... ringraziarlo sgozzando un capretto non sarebbe di certo una cosa logica!).
Ma torniamo a noi:
quello che ti serve è un "focus" che possa ospitare il Kami così che tu possa pregarlo e venerarlo "face to face".

Te lo avevo detto che non sarebbe stato facile...

Ma non è nemmeno così complesso e, di certo, non è dispendioso.
Ciò di cui hai bisogno è solo ed esclusivamente di un Ofuda.


Partiamo con ordine:

quello di cui avresti bisogno è un Kamidana, ovvero un altare domestico, dove venerare il Kami familiare che vive nell'Ofuda attraverso preghiere (sempre ringraziamenti, ricordalo! Non si chiede nulla ai Kami... per le richieste ci sono Riti appositi) e offerte.

Il Kamidana
Opzione 1: lo compri.
Lo compri su internet, te lo fai costruire da un falegname, lo compri quando visiti il Giappone... insomma, lo compri.
Opzione 2: te lo costruisci.
Cercando immagini su internet potrai trovare vari esempi di Kamidana, alcuni dall'aspetto più complesso di altri... ma in realtà è il concetto che conta: la forma è frutto dello stile architettonico derivato dalla cultura giapponese, ma il Kamidana è, strutturalmente, la casetta dove il Kami dimorerà... diciamo che, parlando in parole molto povere, casa tua è la casa dove il Kami dimora e il Kamidana è la sua stanza.
Per cui potresti costruirlo un po' come ti pare, anche se sarebbe meglio che fosse un contenitore chiuso ma apribile (in pratica una stanza con pareti, soffitto e pavimento ma dotata di una porta) e che sia assolutamente di legno (in quanto materiale vivo e quindi sacro di per sé).

Opzione 3: niente Kamidana, casa tua è il Kamidana.
Non è qualcosa di anomalo, l'ho già visto anzi in vari altri posti, per lo più piccoli negozi... semplicemente il Kamidana non c'è e l'Ofuda sta poggiato da qualche parte, con le offerte davanti.

 

In questo modo hai risolto una parte importante del problema sul crearti un Santuario casalingo.
Quello che, purtroppo, però, non hai modo di risolvere col "fai-da-te" è la parte sull'Ofuda.
Sono sicuro che avrai già cercato in rete per vedere cosa sia questo Ofuda.
Un rettangolo di sottile legno, con sopra apposto un foglio di carta con scritto il nome del Kami e uno o più stampini del Santuario in cui è stato creato.
E detta così sembra semplice e, probabilmente, ti starai dicendo "ma non faccio prima a farmelo da solo?"
Purtroppo no.
Questo perché l'Ofuda non è un semplice foglio di carta su un sottile legno ecc ecc... è un vero e proprio "amuleto", che viene benedetto attraverso Rituali e Cerimonie, affinché possa fungere da "oggetto incanalatore" dove il Kami possa risiedere.
Insomma è una cosa importante, potremmo considerarlo una sorta di "Ostia Sacra dello Shintoismo", per fare un paragone molto azzardato, ma che rende bene, credo, l'idea: chiunque può creare in casa sua un'ostia (posto che abbia ricetta ed ingredienti) ma nessuno che non sia un Sacerdote potrà benedirla e quindi renderla una vera Ostia Sacra.
Stessa cosa con l'Ofuda.

Ora, in teoria l'Ofuda "base" (poiché un Kamidana ne può ospitare vari) dovrebbe provenire dal Grande Santuario di Ise e, per l'esattezza (visto che ve ne sono in vendita di vari tipi), dovrebbe essere quello dedicato al Kami Amaterasu Omikami.
Vero è anche, però, che se ne trovano parecchi in vendita su internet... ma non ho abbastanza confidenza con questo business per poterti dire qualcosa di utile a riguardo: son veri, falsi, consacrati?
Non ne ho idea.

Una volta ottenuto, comunque, un vero Ofuda, proveniente dal Grande Santuario di Ise e dedicato al Kami Amaterasu Omikami, basta posizionarlo su una mensola ad esso interamente dedicata e quindi seguire le preghiere ed offerte come se fosse un Kamidana.

E questo è tutto.

Ti lascio in allegato il sito web del Grande Santuario di Ise, anche se, da quel che vedo, non fanno vendite online o cose del genere, ma può essere interessante comunque.

Sito del Grande Santuario di Ise

Capisco che l'argomento non sia dei più semplici da trattare e spero di esser stato abbastanza chiaro.
Lo Shintoismo è una Religione dove le Regole o i Dogmi vengono ampiamente prevaricati dai sentimenti, condizioni e metodologie proprie del Fedele, del singolo e della sua vita: se in Giappone questo prende una forma del tutto naturale, essendo comunque una Religione che ha influenzato la vita quanto la vita sociale stessa abbia influenzato la Religione in sé, in Italia posso capire che si vadano ad inserire difficoltà inerenti ad essere una tradizione del tutto assente.

Lasciami ripetere solo una cosa, anche a costo di sembrare (e forse, un po', tutto sommato lo sono) noioso:

tutto questo lungo articolo è nato principalmente per rispondere alla domande di chi ha espresso una curiosità ed un interesse a riguardo.
Interesse e volontà interamente nati da volontà propria ed in alcun modo da me influenzate, né che, in alcun modo, io voglia, comunque, influenzare.

Non ci sono opere di proselitismo.
Non voglio convincere nessuno che lo Shintoismo sia una Religione migliore di altre né scrivo per convincere nessuno ad una conversione.
I miei articoli e libri sono da vedere esclusivamente come testi di puro carattere accademico.