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Nagasaki: la città dimenticata (prima di Facebook e film)

Nagasaki.
Una città dimenticata dal mondo... se già Hiroshima, ed è innegabile, torna alla memoria solo il giorno della commemorazione del bombardamento atomico, per Nagasaki spesso neppure quello.
In molti viaggi viene inserita Hiroshima per una veloce visita al Museo, sempre in relazione al bombardamento... Nagasaki ben di rado.
Quest'anno, il 75esimo dal bombardamento, però, il nome di Nagasaki ha avuto un minimo di eco... grazie ad un film e ad una storia legata a questo.
Si, quest'anno, almeno per quanto mi riguarda, sono riuscito a rimanere sorpreso (negativamente, ancora una volta) da atteggiamenti come "piangiamo i bombardamenti sul Giappone, ma allora i massacri che i giapponesi hanno fatto a Nanchino? Perché quelli non vengono ricordati?" o "e allora Pearl Harbor?", ma il più ripetuto dei commenti senza senso l'ho potuto identificare in "e allora le persecuzioni ai danni dei cristiani in Giappone?"
Io non credo che servano parole, che serva davvero rispondere al genere di persone che tirano fuori queste perle di saggezza... tuttavia la questione, che, ripeto, torna ad essere un momento storico di cui si discute da veri esperti (gli stessi esperti che fino al giorno prima riuscivano tranquillamente a poter decidere al posto di politici e studiosi riguardo alle centrali nucleari o a come si gestisce una pandemia) solo perché è uscito un film a riguardo, merita un approfondimento.
Approfondimento che, ovviamente, io non mi reputo neppur minimamente in grado di poter fare, per cui consiglio letture approfondite (magari neutre a riguardo): se ne avrai voglia, ti propongo questo mio Articolo solo come una prima infarinatura leggera leggera sul tema.
E su come non vien trattato nei film, ma nella vita reale.

Tutto, potremmo dire, ebbe proprio inizio a Nagasaki.
L'Occidente scopriva l'Asia e, soprattutto, ne scopriva le potenzialità economiche che avrebbe portato a sé stesso: come oggi, anche allora, le popolazioni asiatiche non erano esattamente viste come delle pari.
Fino a ieri si rideva della "mania" degli orientali con le mascherine e l'inizio di questa pandemia che sembra non avere più fine ha visto problemi crescere a dismisura proprio perché non poteva venir accettato, dal sofisticato e superiore Occidente, che un'usanza orientale potesse essere utile, se non indispensabile... ma sto divagando.

Arrivavano le prime navi, si intrattenevano i primi rapporti, iniziavano i commerci e gli scambi.
Nelle Americhe erano state portate perline per scambiarle con pietre preziose, perché non si sarebbe potuto replicare anche in Asia.
Certo, il seguito era stata una colonizzazione che aveva sterminato varie civiltà e avrebbe portato, infine, a confinare i pochi superstiti di altre in gabbie dove alcolizzarsi senza un futuro, ma il tutto era finalizzato nell'arricchire popoli superiori in tutto, dall'intelletto alla cultura e l'igiene... cosa poteva andare storto?

Arrivarono gli Olandesi, arrivarono gli Inglesi, arrivarono i Portoghesi...

con questi ultimi arrivarono anche i Gesuiti, mentre dalla Spagna arrivavano anche Francescani e Domenicani.
Era l'alba della seconda metà del 1500.

 

All'inizio i rapporti furono pacifici, quasi amichevoli: il Giappone aveva già conosciuto l'introduzione di una nuova Religione e, come anche per il Buddhismo, anche il Cristianesimo non riconosceva certamente l'Imperatore come una Divinità, per cui, come si era chiuso un occhio una volta, non sarebbe poi stato così difficile chiuderlo una seconda volta.
Se non fosse stati per alcuni "piccoli dettagli" che segnarono una forte differenza tra i due avvenimenti.

Ad esempio le tensioni che iniziarono a sorgere tra i vari governanti di ciò che veniva definito Impero del Giappone ma che, a conti fatti, ancora non era un vero e proprio Stato, quanto una marea di piccoli feudi in costante tensione, se non proprio guerra, tra di loro (e, di lì a breve, la guerra sarebbe divenuta onnipresente nell'arcipelago, nel tentativo di riunificarlo a forza).

In uno scenario simile, anche osservando ciò che intanto i grandi Stati Europei stavano facendo ai vicini, colonizzandoli e sottomettendoli, di certo non aiutò a sentirsi più tranquilli.
E così, da una calorosa (si fa per dire) accoglienza, che, ad esempio a Kagoshima e Nagasaki, era valsa una vera e propria proposta di protezione da parte di chi governava quelle terre, lentamente, si passò a prendere le distanze... fino a che non scoppiò il finale più ovvio possibile: una porta sbattuta in faccia.

Ci sarebbe molto da dire.
Ad esempio che una nuova Religione non era certo qualcosa che chi comandava all'epoca stava esattamente aspettando, anzi: da qualunque parte la si guardasse, uno straniero che arrivava portando nuove leggi che non sempre si coniugavano perfettamente con le leggi politiche, Paradiso o meno che si promettesse, non erano decisamente qualcosa di benvoluto.

 

Tuttavia ci sarebbe anche da sfatare un altro mito: il famoso Buddhismo pacifico e pacifista.
In Giappone i monasteri, spesso, erano dei piccoli feudi, con tanto di milizie e grazie al potere della Fede (aiutata anche dalla fame, ovviamente), non erano pochi i contadini che sarebbero scesi in campo armati di quel che avevano per proteggere i loro monaci (o per supportarne il potere): Kyoto stessa assaggiò le "marce" non proprio pacifiche di alcuni di questi monasteri... non c'è da stupirsi, quindi, se Oda Nobunaga, quando iniziò a considerare varie strategie per riunificare il Paese, decise di sterminare intere comunità generatesi attorno ad alcuni di questi monasteri.
Il risultato è che oggi finisce spesso per far la parte del cattivo in manga e videogames, mentre il successore (del successore) Tokugawa, che non aveva certo meno sangue sulle mani, avendo istituzionalizzato il Buddhismo a mo' di Ufficio Anagrafe del Paese, è più spesso dalla parte dei buoni.

 

In ogni caso il Paese si stava unificando e aveva già i suoi problemi, per cui vedendo cosa accadeva in Cina, o nelle Indie, ma soprattutto nelle Filippine (dove la Spagna aveva preso del tutto il potere proprio grazie ad una iniziale "pacifica, istruttiva, benevola e disinteressata" conversione)... e così si finì con una splendida proposta: potete attraccare ma avrete accesso limitato e stop al proselitismo religioso.

Ma, come oggi anche allora, sarà mai considerabile come accettabile il volere di una nazione sovrana se questa è asiatica?
Che valore può avere il giudizio di una etnia inferiore per cultura, intelligenza ed educazione rispetto all'illuminato Occidente?
E così si passò velocemente da quella protezione all'indifferenza, poi alla limitazione, ai divieti e quindi alle prime minacce.

A Nagasaki vennero uccisi 26 cattolici: crocifissi.
Venne loro offerto di rinunciare alla loro Fede per aver salva la vita e il permesso di imbarcarsi per non farsi mai più rivedere, ma questi mantennero salda la Fede e per questa morirono.
Anche il resto di due equipaggi venne ucciso, senza che gli fosse stata data scelta.
Ma cos'era accaduto?

Ovviamente ad ognuno la propria campana, la storia la scrivono i vincitori, prove e prove contrarie... insomma, una faccenda poco chiara su cui, comunque, qualche dato c'è: vendita di schiavi.
Schiavi giapponesi.

Mentre l'Occidente guidava i pirati (quindi, de facto corsari, anche se non eran considerati degni di un riconoscimento come potevan essere delle Lettere di Corsa) cinesi che imperversavano per i mari locali, attaccavano villaggi costieri e depredavano
(insomma, le comuni attività piratesche... ), come già per l'Africa e le Americhe (in forma minore, visto che qui si era optato per un più pulito sterminio... uno di quelli che non merita film né giorni di commemorazione), si era presa abitudine di prendere nativi per caricarli a forza nelle navi e rivenderli come schiavi.
E il Giappone non aveva esattamente gradito la cosa: la colpa era ricaduta su quelle navi che trasportavano i missionari.
I missionari, tuttavia, non vennero direttamente accusati della cosa (anche se, va da sé, un'accusa un po' sottintesa c'era), ma visto che comunque non avevano cessato le attività di proselitismo (intanto crescevano i numeri dei Fedeli, tra questi anche alcuni governatori locali)... si trovò comunque la scusa per stringere una corda attorno a tutto ciò che era straniero e pericoloso.

 

E, prima che qualcuno con scarse capacità di comprensione si sogni di dire che io stia accusando i missionari di aver preso parte alla tratta degli schiavi: no.
Non lo sto affermando, non ho prove per farlo e non è neppure compito mio una tale affermazione.
I fatti sono questi: vi era una tratta degli schiavi, erano coinvolte le navi che trasportavano i missionari.
Fine.
Non avendo prove che indichino che anche i missionari stessi fossero coinvolti con queste attività, qualsiasi dichiarazione in merito è mera opinione, anche se fosse supportata da deduzioni logiche... senza documenti e/o testimonianze non è possibile affermare nulla.
Colpevoli? Complici? Ignari di tutto?
Per quel che ne sappiamo potrebbero anche aver tentato di fermare la cosa... tutto è possibile.
Ma con i "se" e i "ma" non si fa la storia: la storia è fatta dai fatti concreti.
E di questo torniamo a parlare.

E anzi, proprio tornando ai "fatti concreti", va detto che, in quel momento storico davvero tutto ciò che era straniero era (non solo ma) anche pericoloso per il Giappone: l'Occidente era lì solo per truffare degli ignoranti trogloditi dalle strambe usanze ridicole, inferiori su tutta la linea... ma con della terra che avrebbe potuto ben fruttare.
Non erano lì per fare amicizia con i vicini ed instaurare commerci all'insegna del reciproco rispetto ed interesse.

Ma quindi uccisioni e persecuzioni sono giustificabili?
Mai.
Ma sappiamo anche che la Storia del nostro pianeta e della razza umana non è passata esattamente attraverso interventi di grandi opere di diplomazia, per cui di cosa ci stiamo stupendo esattamente?
Qualcuno nella notte rapiva dalle proprie case interi villaggi di pescatori, li gettava in sudice navi e a quelli a cui andava bene si presentava la morte in fretta, per gli altri c'era la schiavitù fino a che, comunque, si sarebbe presentata la morte.
Parliamo di questo genere di epoca.
Non si può giustificare, non si deve.
Tuttavia parliamo di questo genere di epoca.

 

In ogni caso i rapimenti e la tratta degli schiavi fu la goccia che fece traboccare il vaso (o la scusa, se preferiamo): gli stranieri non erano più benvoluti, le porte venivano chiuse, il Cristianesimo bandito e perseguito (veniva data la possibilità di abiurare, ai giapponesi convertiti che mantenevano la Fede in segreto).

Iniziò quel periodo storico che portò a, di certo, gravi problemi per il Paese, a livello culturale (chiudersi all'estero non porta certo un aiuto ad evolversi e crescere culturalmente... ) ma che indubbiamente salvò anche il Giappone dalla sorte toccata praticamente a tutto il mondo oltre i confini europei: sottomissione, sovrascrizione culturale, povertà e miseria.
Dei gravi problemi interni che la chiusura comportò ne ho già parlato in un altro Articolo, qui nel Blog, ma non sono del tutto sicuro che non sia stato un prezzo adeguato da pagare per mantenere la libertà.

 

Poi giunsero gli americani.
E aprirono il Giappone.
A forza di cannonate.

Il Giappone divenne nuovamente visitabile e tornò ad essere obiettivo commerciale (e da qui in poi ci sarebbero altre storie di cui torneremo a parlare... perché non è che aver cambiato d'abito ed esser diventati "moderni" abbia cambiato molto lo stato delle cose nella mente di Occidentali verso Orientali... e forse anche un po' viceversa, qui nel Paese del Sol Levante) ma il proselitismo rimase comunque vietato.
E visto che questa volta c'era di mezzo anche l'America, ma soprattutto visto che i metodi di commercio (e controllo) erano mutati, nessuno se ne lamentò.

 

Fu solo con la Restaurazione Meiji, paradossalmente, cioè quando l'Imperatore tornò a pieni poteri (reali), e quindi tornò anche ad essere ancor più Divinità, che venne concesso il permesso a qualsiasi Fede di poter essere, terminando così il periodo delle persecuzioni (che, ovviamente, si erano fatte sempre più rare, visto che i numeri erano sempre stati sottili).

E questa è la sintesi dei fatti.
Un po' alla carlona, ma più o meno coprendo i punti salienti, giusto quel che basterebbe in un testo sensato per non far pensare "uomini malvagi che fanno cose malvagie senza alcun senso": il senso c'era.
Solo che i cattivi (forse) eravamo noi.