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Viaggiare sereno e una storia quotidiana

Ci sono cose che proprio, io, non so spiegare... ce ne sono tante, a dire il vero, ma mentre per alcune non provo neppure a tentare di immaginare una risposta, per altre, invece, credo che, tutto sommato, la risposta non serva neanche: tra queste ultime vi è la bellezza del viaggiare.

Non intendo il grande viaggio, ovviamente un qualcosa di incredibilmente affascinante ed emozionante, ma del semplice spostarsi da punto A a punto B...

Capita quotidianamente, nella vita, di aver commissioni da sbrigare, cose noiose o ripetitive, e di non aver alcuna voglia di farle... nel mio caso, ad esempio, fare la spesa al supermercato... ma anche il più tedioso degli impegni diventa meno pesante quando sai di poterti godere il tragitto.

Un tragitto semplice, un paio di fermate col bus, nessun panorama mozzafiato... ma qualcosa che, nel mondo moderno, in troppi abbiamo forse perso: la tranquillità.

La prima regola per godersi una buona giornata, a mio avviso, è viverla con serenità e tranquillità.
Certo, non è per nulla semplice: venir svegliati, magari dopo poche ore di sonno (o, per lo meno, poche rispetto a quanto si vorrebbe), uscendo da un bel letto soffice e caldo con la prospettiva di farsi un’oretta tra metropolitana per poi iniziare a lavorare fino a sera... diciamo che non aiuta a svegliarsi di buon umore, certo... ma lo stato d’animo è qualcosa di essenziale, in tutti i momenti della giornata e per tutte le giornate della nostra vita.
Lo dissi/scrissi già tempo fa e ne sono sempre più convinto: se ti svegli positivo, vedrai il positivo che ti circonda.

Il problema è che, positività o meno, io, la mattina, son pigro.
Non so perché ma fino all'alba son sempre pimpante (se la stanchezza non prende il sopravvento), ma anche a dormire svariate ore (e dormirle comodo e sereno)... non mi sento davvero vivo se non superato il primo pomeriggio.
Certo, una volta immerso nei miei impegni lavorativi trovo il modo di darmi carica ed energia (anche senza pocket coffee, visto che a me il caffè non piace), ma, soprattutto quando ho da viaggiare o da muovermi molto, ogni istante in cui posso pisolare è un istante da me benedetto.
Ed è qui che levo le lodi ai mezzi pubblici giapponesi.

Sveglia alla 5 del mattino, doccia e colazione, borsa con ciò che mi serve e via, treno alle 7 per andare a Miyajima, la deliziosa località proprio di fronte a Hiroshima, il cui nome probabilmente non ti ha detto nulla ma... adesso ci penso io a risvegliarti la memoria, semplicemente dicendoti “portale rosso in mezzo al mare”.
Esatto, parlavo proprio di quella Miyajima.
Da Kyoto, per un qualche motivo che non ho mai capito molto bene, a parte uno o due treni intorno alle 7 del mattino, non ci sono poi treni diretti per Hiroshima, quindi o prendo questo oppure mi tocca fare un cambio a ShinOsaka (che, capisco non sia questo gran trauma... ma a che pro?).
Indi per cui, si parte.
E ho sonno.
Ma sulla platform tutto è piacevolmente silenzioso, la gente attende educatamente in fila (e poi, a che pro affannarsi se tanto il posto è prenotato?) e anche se sto ciondolando con gli occhi semichiusi e tenuto abbastanza sveglio da esser cosciente di ciò che mi accade attorno solo dalla musica nelle mie orecchie (con le cuffie ovviamente e non a troppo alto volume per non disturbare), l’attesa è un po’ stancante.
Ma ecco il treno che arriva e si sale, velocemente ma senza spintoni o scene di guerriglia urbana.
Arrivo al mio posto, mi tolgo giacca e borsa, sistemo tutto per star comodo e non disturbare eventuali vicini di posto e... buona notte 2.
Tengo le cuffie ma questa volta senza musica: ho settato una sveglia sul cellulare che mi avvertirà 10 minuti prima dell’arrivo previsto.
La sveglia sarà puntuale e quasi sicuramente il treno altrettanto.
E questo mi rilassa.

Il punto, in fondo, è proprio questo: ho un impegno, un qualcosa che son obbligato a fare e che mi porta per l’ennesima volta a più di 3 ore di treno da casa e che, già lo so, mi farà rientrare stanco (ma soddisfatto, si spera) anche intorno alle 11 di sera.
Ma sono rilassato.
Sono rilassato perché tutto il tragitto è partito bene e ho potuto inserirmi nel tessuto del mondo, della realtà che mi circonda, con calma, gradualmente.
Giusto per spiegarmi peggio: non ho alcun ricordo di come io sia arrivato fino alle porte del treno.
So come ho fatto, visto che lo avevo pianificato la sera prima, e ovvero la doccia, la colazione, vestirsi, preparasi dimenticando qualcosa ma tanto non è importante, uscire di casa, ascensore, saluto al vicino, saluto ai ragazzini della scuola, l’omino del konbini che non ho idea di come si chiami ma lui mi saluta sempre per oscuri motivi quando mi vede passare, la fermata del bus con qualche vecchietta e qualche turista che evidentemente o si è perso o ha scelto tremendamente male l’ubicazione del proprio ostello, il tragitto in bus, l’arrivo in stazione, non ho bisogno di biglietti o altro perché ho tutto sul cellulare (che comodità questa cosa!) e quindi... i miei ricordi, in realtà, iniziano da qui.
Il resto è una vaga immagine sfocata: il bus era affollato? Chi c’era accanto a me? Eravamo in orario o in ritardo?
Non lo ricordo: il silenzio mi ha cullato, la sicurezza percepita quotidianamente e divenuta oramai per me una routine, e quindi fortemente insita nel mio subconscio quotidiano, mi ha permesso di lasciarmi trasportare.

E ora sul treno, finiti i preparativi, dormirò beatamente e profondamente.
Il cellulare sul tavolino, il portafogli in vista, la giacca raggiungibile da chiunque, la borsa aperta... e io dormirò comodamente immerso nel silenzio.
Sto già sognando le buonissime anguille di Miyajima... 

Questo articolo mi è un po' sfuggito di mano.

Come sempre, d'altronde.

Comunque l’idea iniziale era quella di scrivere un articolo un po’ più impegnato sulla sicurezza, reale e percepita (per altro molto similare), in Giappone e su come questa influisca sulla vita di tutti i giorni dei giapponesi.

Ma avevo tanto sonno.

E tutto sommato, nel rileggerlo, a sera, devo dire che il concetto credo sia arrivato, seppur in forma bizzarra.

 

 

Ah, una cosa: mi raccomando, non fare come me... va dormire ad orari regolari e sani, non fare sempre tardi la sera.

Dormirai meglio e non sarai addormentato per 3/4 di giornata come me.