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Il "Vero Giappone©"

Mi capita sempre più spesso di notare come nel vasto, eppure così piccolo e chiuso, mondo dei Social, quando si parla di Giappone si vadano a creare strutturalmente due unici schieramenti: quello di chi "ha ragione" e quello degli altri.
Chi ha ragione descrive il suo Giappone, che sia il Giappone in cui vive come anche il Giappone in cui non vive ma di cui conosce la realtà delle cose, come il "Vero Giappone©" mentre tutti gli altri siano in un qualche modo in errore, nel migliore dei casi, o interessati a vendere un Giappone diverso da quello reale, nella maggior parte.
Una nuova cospirazione, insomma: la cospirazione di "quanto è bello il Giappone".

 

Si è venuta a creare, col tempo, una serie di immagini del Giappone nella mente di chiunque di noi: fotografie, video, descrizioni, link riguardanti eventi o notizie...
Soprattutto sui Social, dove le notizie e le informazioni nascono, vengono tradotte e/o riportate o, forse, purtroppo, più spesso, semplicemente inventate, ognuno tende a "pescare" l'immagine che più si avvicina a ciò che vorrebbe che fosse e la si usa per farla divenire: collezionando e condividendo costantemente un genere lo si tenta di mostrare come Verità.
Il fatto è che la Verità non esiste.

 

O meglio, certamente esiste qualcosa di vero, di reale, ma tutto è sempre da leggere e, soprattutto, comprendere.
Ma torniamo a parlare di Giappone.

 

Prendiamo ad esempio Akihabara, il famosissimo quartiere di Tokyo quasi esclusivamente dedicato alle più recenti culture pop e giovanili.
È pieno di palazzoni ricoperti di manifesti di Pokèmon, videogiochi e idol?
Si... e no.
La via principale, quella che nel fine settimana spesso diviene zona pedonale, di certo lo è.
Lo è perché vi si concentrano i negozi che vendono prodotti riguardanti questo mondo e quindi è normale che, come potrebbe avvenire di fronte ad un centro commerciale focalizzato sulla moda che magari espone un enorme cartellone su Zara, qui si pubblicizzi l'ultimo manga o videogiochi uscito e che si spera di vendere in miliardi di copie.
Ma cosa succede se dalla via principale ci spostiamo in una stradina laterale?
Spariscono i cartelloni, troviamo negozietti che vendono cavi e lampadine, qualche kebabbaro (si, ad Akihabara è piano zeppo di kebabbari!) e via via verso una scuola, un parchetto, dei condomini... insomma, la fine di un sogno che viene venduto come qualcosa di magico ed incredibile.
Ed è magico ed incredibile, ma è un luogo specifico all'interno di un contesto e di una situazione.
Insomma, nel suo esere speciale (ed è speciale, visto che al mondo rimane ancor oggi UNICO) è comunque qualcosa di normale, comprensibile e giustificabile: ad Akihabara nessuno regala sogni o un mondo migliore, semplicemente si vendono (e pure a caro prezzo rispetto ad altri luoghi) prodotti relativi ad un qualcosa, e questo qualcosa, qui, è relativo ad un mondo fantastico che è amato da miliori di persone e per questo tale commercio vien molto apprezzato.

È quindi un luogo falso?

Assolutamente no!

Akihabara è Akihabara, semplicemente.

 

Ma per uno degli schieramenti della Grande Guerra del Vero Giappone, Akihabara non è il Vero Giappone©.

 

"Il Vero Giappone© è Kyoto, con i suoi Templi e le tradizioni e l'antichità e i kimono e le Geisha", dicono altri.
Molti di costoro poi rimarranno delusi quando vedranno che nei Templi si trovano le antenne paraboliche (perché il monaco buddhista mica è scemo e deve vivere di stenti, anche lui vuol vedere le serie tv!), i cavi elettrici e che le Case delle Geisha si trovano accanto a ristoranti in un quartiere dove girano i taxi e mandrie di turisti.

Ma di questo ne ho già parlato in un altro articolo sulla delusione.

 

C'è chi vive la propria giornata lavorando ma comunque felice e soddisfatto e, a sera, si concede una cafe particolare, un bar dallo stile unico o un ristorante affascinante.
C'è chi sta studiando e nel tempo libero va in sala giochi o passeggia per Akihabara.

C'è chi visita il Tempio, chi si perde tra i Torii del Santuario Shintoista di Fushimi Inari.

C'è chi aspetta la metropolitana.

C'è chi litiga col vicino di casa.

C'è chi getta il mozzicone di sigaretta in terra e c'è chi vede un'altra persona gettare il mozzicone di sigaretta in terra.
C'è di tutto e ognuno riporta ciò che, per com'è fatto e per ciò che vuol comunicare, vede e sente come qualcosa da mostrare in quel momento.
E con i Social tutti vediamo tutto di tutti.

Ed è tutto vero, non ci sono fotomontaggi.

Il vero problema, quindi, non è distinguere il vero dal falso, ma capire che è tutto vero in quel contesto e modo.

E solo in quel contesto e modo.

 

Da domani apro una mia agenzia di viaggi e organizzo dei viaggi in Giappone.
Cosa mi servirà?
Mi servirà guadagnare visto che è il mio lavoro.
Come posso guadagnare?
Vendendo viaggi.
Come posso fare a vendere viaggi?
Facendo buona pubblicità... e vende di più un buon video pubblicitario dove mostro quante cose belle ci sono ad Akihabara o un video dove mostro un impiegato a Shinjuku alle 5 del mattino ubriaco che vomita anche l'anima?
Ovviamente la prima.
Ma sono entrambe vere, solo che io mostro quello che più mi conviene.

 

Da domani inizio a lavorare per una testata giornalistica come reporter dal Giappone.
Cosa mi servirà?
Mi servirà guadagnare visto che è il mio lavoro.
Come posso guadagnare?

Scrivendo articoli interessanti.
Come posso fare a rendere interessanti i miei articoli?
Scrivendo qualcosa che attira molto l'attenzione, qualcosa di grosso, di incredibile, di stupefacente... e vende di più un articolo dove descrivo un'ondata di suicidi tra i ragazzini delle scuole medie o descrivere la pigra giornata di un pensionato che gioca a briscola (???) in un parco a Nagoya?
Ovviamente la prima.
Ma sono entrambe notizie vere, solo che io mostro quella che più mi conviene.

 

Ok, possiamo andare avanti in eterno così:

l'agenzia di viaggi deve vendere località turistiche fighissime, il giornalista deve vendere lo scandalo, lo youtuber deve tenere la gente attaccata al video per cui magari piazza sushi e ragazze poco vestite, il blogger scrive di altri che scrivono o dicono cose...

ed è tutto vero.

Solo che è parziale.

 

Una volta ho detto (o scritto, non ricordo):

"se io la mattina mi sveglio felice, difficilmente avrò voglia di mettermi a scrivere di cose tristi".
E ci credo fermamente (infatti è un delirio, per me, quando sono alle prese con uno dei miei romanzi dover scrivere un capitolo triste quando magari quel giorno sono assolutamente felice!).

Oggi mi son preso una pausa e mi sono messo a scrivere qui sul Blog, ieri avevo letto i soliti deliri su Facebook riguardo al Vero Giappone© e quindi, infatti, eccomi qui a parlarne.

Se ieri avessi visto, invece, dei bei Post sugli aceri che finalmente diventano rossi e ammantano il Giappone di tepore e annunciano un romantico autunno, probabilmente oggi starei parlando di quanto è bello il Mondo.
E invece ho letto deliri sul Giappone.
Pensa che sfortuna...

 

Una delle cose, quindi, che ho notato è che chi parla di cose felici è "falso".

Cioè se sei felice, se hai una bella vita di cui sei felice, se vivi giornate interessanti e piene di bei momenti... allora sei falso perché non hai riportato l'omicidio efferato avvenuto nel posto tal dei tali.
Ma, ehy, ok, anche io guardo il telegiornale ma se ieri sono stato a visitare prima dei Templi con mia moglie e poi un museo riguardante la casa di un mercante/distillatore di Nihonshu e su Instagram mi andava di parlare di quello, non è che sono un falso che vuol tenere nascosti gli omicidi in Giappone... semplicemente ieri avevo queste cose che focalizzavano tutta la mia attenzione ed emozioni e quindi ho parlato di quello su Instagram.
Funziona così, è la mente umana (specie quando non hai un "piano" da seguire).

Chi invece, ma che sia perché, come io sostengo, o sei cupo di tuo oppure perché hai deciso di trattare determinati temi per un tuo qualche fine (ricordi che ne abbiam parlato poco fa? C'è chi vende i viaggi e mostra le cose belle, c'è il giornalista che mostra gli scandali... c'è anche chi magari ha un suo fine che vuol raggiungere e ha impostato la sua rotta sulla cronaca nera, perché no?), mostra questo lato oscuro del Giappone allora mostra l'unico, inimitabile, inconfutabile Vero Giappone©.

 

Quindi:

 

Bello=Falso

Brutto=Vero

 

Non credo di aver mai visto un'equazione più assurda di questa.
Eppure sembra sia l'ultima moda in fatto di Giappone sui Social.

 

Ho una brutta notizia (e quindi è una Vera Notizia©):

non funziona così.

 

Non è realistica un'esistenza di assoluti, non è fisicamente possibile su questo pianeta e in questa realtà che viviamo.

 

Il Giappone (ma come un po' tutto il mondo, direi) ha i suoi lati positivi e quelli negativi, ha cose belle e cose brutte, ha posti più antichi e più nuovi.

 

Una volta dissi che, per me, visitare paeselli dimenticati e sconosciuti, invisibili nelle mappe è un po' come vedere il "dietro le quinte del Giappone, quello più vero".

 

Attenzione: non è che il paesello tal dei tali è Vero Giappone© mentre Akihabara è finta, di cartapesta, che se spingi un muro cade e mostra che dietro c'è una massa grigia e sporca di carbone che muove tutto il set.

Dico che a me piace di più, che per me è un'emozione che sento più reale rispetto ad un mondo di commercio di action figures (che poi chi mi conosce sa che le compro anche io, per cui non sono certo uno di quelli che dice "che schifo 'ste bambinate" eh)... percepisco qualcosa di più vero nel senso di sincero ed autentico perché è semplicemente Vita, senza bisogno di impressionare o vendere nulla.

Ma

  1. è un mio punto di vista
  2. parliamo di vita vs commercio

Sotto questo punto di vista anche io che me ne sto nel mio salotto a leggere un libro lo percepisco come un momento più "vero" rispetto ad uno spot pubblicitario in TV dove il protagonista legge un libro.
Bisogna anche saper scindere sia l'ovvio che il relativo.

 

E con questo, infatti, concludo:

non esiste il Vero Giappone©, nessuno dice la Verità© mentre altri mentono (a meno che non stiano davvero mentendo, ad esempio, dicendoti, che ne so, ad esempio che se compri questa cosa è meglio perché ti permette di fare questo subito e bene quando magari non è così... ma qui poi parliamo di onestà pubblicitaria, che è un altro discorso) e non c'è nessun complotto per mostrare un Giappone che non è quel Giappone che chi descrive realmente vede.

 

E quindi... niente.

So che con questo articolo chi era prima convinto che il Vero Giappone© sia solo quello brutto di disgrazie e traumi sociali incurabili continuerà a pensarlo ma... semplicemente ho voluto scrivere la mia.

 

In sintesi io credo fermamente che l'antica massima di "vivi e lascia vivere" dovrebbe esser letta e riletta, memorizzata e incisa nei pensieri quotidiani, sia che si parli di Giappone che di qualsiasi altro argomento.
Da un lato è più che lecita la denuncia da parte di chi vede qualcosa di sbagliato e lo vuol rendere noto, lo svelare di situazioni poco chiare che possono provocare problemi a terzi, ma bisognerebbe anche capire che non sempre ciò che vediamo di diverso è 
automaticamente un tentativo di truffa o una cospirazione per controllare il mondo.