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Perché i giapponesi pensano che gli stranieri sono sporchi?

Qualcuno, leggendo queste mie parole, probabilmente penserà "si, certo, ora i giapponesi son tutti puliti e perfetti" o, anche, "eh già, di sicuro tu invece non sei così".

Lo capisco, è un pensiero che nasce facilmente, soprattutto nelle menti di chi sa che deve coprirsi una colpa.

No.

Io non sono perfetto, non ci provo nemmeno ad esser perfetto perché non ne sarei neppure lontanamente capace. 

Però tento di esser civile e se la situazione mi è avversa, ci provo comunque fino alla fine.

Perché? 

 

Perché ho la fortuna di poter vivere in un luogo civile, pulito e sicuro... e voglio che anche domani sia così e il giorno dopo ancora e quello ancora e ancora dopo.

 

  

Una delle frasi, in svariate lingue, che mi capita spessissimo di sentire è "oh, com'è pulito qui".

Certo, arrivi dopo un volo, più o meno lungo (dipende da dove sei partito), vieni sbatacchiato a destra e manca tra treni e metropolitane, finalmente lasci le tue cose in albergo, esci per una passeggiata tranquilla... ed è indubbiamente la prima cosa che noti.

Beh, ovvio che se ti inoltri in un quartiere non proprio raccomandabile (ce ne sono anche qui... beh non è che in questi posti ci gira la gente col coltello a serramanico pronta a farti lo scalpo) oppure nei weekend nelle zone in cui ci sono discoteche e locali notturni, ovvio che magari anche lì troverai mozziconi di sigaretta per strada e lattine abbandonate (qualcuno ha detto Shinjuku?).

Ma in generale il senso di ordine, pulizia e civiltà che si respira a pieni polmoni in Giappone è più che evidente (poi, a voler affermare il contrario ci vuol poco... basta saper parlare. E se si è particolarmente intraprendenti si può, appunto, fare un salto in una via di locali notturni e fotografare quello che gli ubriachi si lasciano dietro il venerdì notte e spacciarlo come "la norma").

 

E mi capita, come dicevo, di vedere persone guardarsi attorno rapite da tanta pulizia e ordine (si, anche italiani, c'è poco da nasconderlo), sentire in svariate lingue la frase "ma che bello, tutto pulito qui" (a volte accompagnata da "mica come da noi...", detta con rammarico).

Poi vedi queste stesse persone entrare in un conbini (i negozietti aperti 24h su 24), comprare un paio di onighiri (delle polpette di riso ripiene di qualcosa, spesso pesce), mangiarlo tutti felici e...

beh, è ovvio che dopo ti ritrovi la cartaccia in mano.

I rifiuti di qualche spuntino consumato durante la passeggiata, la bibita presa al distributore e ora finita, magari un cappellino che si è subito voluti indossare : tutte queste cose generano piccoli rifiuti.

Allora iniziano le lamentele "eh ma non ci sono cestini qui?"

No, in Giappone i cestini della spazzatura sono davvero rarissimi, spesso li si trovano solamente nei conbini stessi (anche se, va detto, nei conbini dovresti gettare i rifiuti di ciò che hai comprato nel conbini stesso...). 

Alcuni distributori automatici di bibite hanno annessi dei piccoli cestini della spazzatura adibiti alle bottiglie e lattine, una volta bevuto il loro contenuto.

Ed è qui che senti una frase terribile, ancor più terribile quando è il seguito, poche ore dopo, di quel "è tutto pulito qui".

E vedi bustine con dentro cartacce infilati a forza nei cestini dei distributori automatici di bibite (si, quelli che ho appena scritto che son adibiti alle bottiglie e/o lattine vuote), quando va bene... altre volte direttamente appoggiate sopra il distributore, nascoste dietro o gettate in terra con disinvoltura.

"Ma 'sti giapponesi... mica è colpa mia se non mettono i cestini", senti dire.

 

 

Si. È colpa tua.

È colpa tua, di te che hai gettato la busta in terra invece di mettertela in borsa (o, se non avevi una borsa, magari perché non te l'aspettavi questa assenza di cestini, che non hai avuto la pazienza di tenerti la tua spazzatura in mano).

È colpa tua, di te che getti il mozzicone di sigaretta in terra (si, si, li ho visti anche io giapponesi che fanno la stessa cosa... ma l'ho già detto che nessuno è perfetto, o no? Qui non sto dicendo che NESSUN giapponese si comporta da incivile ma, credetemi o meno, contestatemi o meno, ma DAVANTI AI MIEI OCCHI per ogni singolo giapponese incivile che mi è capitato di vedere, avrò visto ALMENO una ventina di stranieri far lo stesso se non peggio. È un'attenuante? No, ovviamente... è solo la mera realtà dei fatti).

"Guarda, non c'è neanche una cartaccia a terra", affermava oggi una coppia che parlava in inglese, proprio davanti a me, in stazione.

Lo avrà detto si e no dieci minuti prima di lasciar "sbadatamente" una bustina con delle merendine comprate da qualche parte, prima di salire sul treno.

La stazione di Kyoto è un gioiellino, sempre pulita, linda... i treni non hanno scarabocchi, i sedili sono sempre puliti e mai puzzolenti... sembra sempre che abbiano appena passato la cera e che il vagone sia appena uscito di fabbrica.

Ma ora, lì, c'è una busta di rifiuti abbandonata.

In quella stazione, su quel binario, oggi magari ci saranno 2000 persone in transito... se ognuno di loro, visto che non ha trovato un cestino nei paraggi (e dire che in stazione ce ne sono pure!) e non aveva voglia di portarsi dietro 5 grammi di bustina con i propri personali scarti, gettasse una cartaccia, domani la stazione sarebbe un porcile.

Eppure quella coppia è riuscita a godere della pulizia e allo stesso tempo a rendere più ostico il mantenerla.

 

Guardiamoci in faccia: quella coppia non è un esempio unico, non è un caso isolato.

Ogni giorno sento in varie lingue diverse "quanto è bello, tutto pulito" e nelle stesse lingue, poi, "oh, non ci son cestini, io la getto qua".

 

È usanza, in Giappone, di starsene in silenzio, sul treno.

Beh, in generale è buona educazione non schiamazzare un po' ovunque ci si trovi, ma in alcuni luoghi ed eventi è "perdonato": è impossibile starsene zitti quando ci si trova dinnanzi alla maestosità del Kiyomizudera, impossibile non lasciarsi prendere dall'euforia mentre si passeggia per le strade di Akihabara, impossibile non lasciarsi contagiare dalla follia di Shinsekai di sera... però sui treni, per rispetto, si sta in silenzio (si, puoi parlare a bassa voce con chi ti sta accanto)...

e poi mi capita di vedere il gruppetto di stranieri (una volta ho beccato un italiano) che fanno il video col cellulare, riprendendo le persone sul treno (poi... non so voi, ma io la mattina, appena sveglio, costretto ad andare a lavorare... oppure la sera, di ritorno dal lavoro, stanco... non è che sul treno abbia tutta questa bella faccia allegra o che la mia persona sprizzi euforia e gioia da tutti i pori...) e commentando, ridendo sguaiatamente e parlando a voce alta (perché così si registra meglio!), prendono di mira i lavoratori che condividono il vagone.

Quel tizio che sta dormendo, si, quello con la bocca aperta che, in effetti, fa un po' ridere... beh se sta dormendo evidentemente ha sonno... e posso capire che ti fa ridere e quindi lo vuoi riprendere (tra amici quante volte ce lo siam fatti l'un l'altro questo scherzetto?)... ma ti sembra il caso di metterlo su YouTube (senza censure e senza nessuna protezione per la sua privacy?) e intanto di disturbarlo pure starnazzando?

 

Una volta ne discutevo con un ragazzo, anch'esso italiano, che non accettava queste mie critiche nei confronti di alcuni (non ho mai detto "tutti") stranieri che si comportano da incivili in Giappone (e, se mi permettete, una persona del genere dubito che in casa propria invece sia un esempio i educazione civica e morale... poi, magari, son quelle stesse persone che si lamentano "ah ma qui è tutto sporco", come se la spazzatura per le strade e le imbrattate sui muri capitassero per avversa condizione meteorologica o piaga biblica!)... e io accetto ovviamente i punti di vista, anche quelli diversi dal mio... ma non me la sento di poter accettare una frase come "io qui pago le tasse".

E quindi?

Visto che paghi le tasse hai il diritto di sporcare se ti va? O hai il diritto di accettare che i servizi di pulizie si debbano triplicare la fatica (salvo poi prenderli in giro o dire "i giapponesi si suicidano per il troppo lavoro") perché un turista non ha la pazienza di portarsi dietro la spazzatura che produce mentre si trova in giro? O, ancora peggio, visto che paghi le tasse hai il diritto di star lì a criticare, quotidianamente, il Paese che comunque ti ha permesso di soggiornare?

Perché è questo che spesso stiamo un po' tutti dimenticando:

devi sempre essere grato del posto in cui ti trovi, rispettarlo e ringraziare.

 

Va bene, è un discorso un po' sui generis... posso ben immaginare che trovarsi in uno stato sotto dittatura militare o religiosa, piagato dal terrorismo, dalla fame e/o dalla guerra non stimoli proprio alcuna forma di ringraziamento.

Ma è a maggior ragione, noi tutti che siamo MOLTO più fortunati perché, in un modo o nell'altro (spesso solo la fortuna di nascere in un posto piuttosto che un altro), possiamo godere di benefici (e, lasciatemi aggiungere, più questi benefici sono grandi ed evidenti, come nel caso del Giappone, ad esempio, parlando di sicurezza e pulizia, tanto per dirne una)... beh mi dispiace ma io non posso accettare la scusa che visto che paghi le tasse allora puoi star lì a criticare e denigrare ogni cosa che ti passa davanti, giustificando l'ingiustificabile nello stesso momento in cui poi ti appigli ad ogni singolo granello oscuro immerso in un mare di elementi positivi.

 

A me non sta bene che il turista sporchi (non mi sta bene neppure se lo fa il giapponese... l'ho già detto, è più una questione di numeri... e anche qui, sottolineo, non è che se lo fa una sola persona allora va bene... il senso del discorso credo che sia facilmente comprensibile da chi lo vuol comprendere, chi vorrà polemizzare.. beh non serve neppure che io provi ad evitarlo, per chi ha questi desideri nulla è impossibile).

A me non sta bene che non si rispetti il luogo che ti sta dando tanto (si, anche se lavori e paghi le tasse).

 

E che non stia bene a me, tutto sommato, un bel "e chi se ne frega" corale ci sta anche bene... 

ma poi che non ci si lamenti se i giapponesi, spesso e in molti, credono che noi stranieri siamo sporchi o incivili.

 

 

È una notizia che rimbalzò per tutti i giornali in Giappone e se ne parlò in tutti i telegiornali... fece scalpore perché fu detta una frase assai infelice, una frase che aveva un forte sapore di razzismo.

Eppure l'opinione pubblica non ne fu così sconvolta... non ne fu sconvolta perché molti, moltissimi, capivano da cosa, da qualche sentimento, da quale stanchezza era nata.

Parliamo di una mattina, il treno che collega Osaka all'aeroporto.

Parliamo di un funzionario ferroviario che, dopo aver ricevuto varie lamentele da parte dei passeggeri, si sente in dovere di scusarsi con questi... prende il microfono e afferma:

"A tutti i signori passeggeri, le sentite scuse dell'azienda per i disagi di questo viaggio, purtroppo erano presenti molti stranieri..."