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Un pub che sa di Tempio

La sera, dopo una veloce cenetta, specie dopo aver lavorato tutto il giorno, amo andarmi a rilassare in un bar. Bar, pronunciato "Baa", è quello che in Italia definiremmo un pub. 

È un'usanza tipica anche del popolo giapponese, anche se a volte non è proprio un piacere "spontaneo", perché ci sono obblighi non scritti nell'ambiente lavorativo che legano a doppio filo le uscite serale con colleghi, capisezione e altro genere di relativi nel lavoro, per i quali SI DEVE uscire a bere.

Un altro problema che queste uscite a volte comportano è un ulteriore allontanamento dalla famiglia...

Ma non è questo il mio caso, visto che anche a mia moglie piace farsi un drink dopocena e quindi ci andiamo assieme.

Questa nuova avventura, infatti, è nata proprio da una sua richiesta...

 

 

Kyoto è proprio una città che trasuda antichità e misticismo. Perfino un bar riesce a sembrare un Tempio Buddhista, a Kyoto, e perfino quando con religione e tradizione non ha nulla a che fare... o, almeno, non in maniera canonica.

 

In Giappone esistono i MetaruBaa, tentativo di pronuncia delle parole inglesi Metal Pub, e i RokkuBaa, i Rock Pub: comuni pub dove amano radunarsi gli appassionati di questa musica (spesso più legati alla sua versione occidentale che a quella locale) e in cui vengon trasmessi video e/o canzoni in sottofondo, inerenti al genere.

A Osaka abitavo vicino a un Metal Pub, il MiDian, e avevo preso l'abitudine di frequentarlo abbastanza spesso.

La differenza maggiormente degna di nota di questo genere di locali notturni è che non sono molto frequentati... o meglio, sono abbastanza ricchi di clientela ma non strapieni, tanto da non riuscire a raggiungere i bagni quando giunge il momento del bisogno, come spesso capita per altri locali simili ma più "trend". 

Inoltre anche la clientela è molto diversa ed è facile fare amicizia con gli altri avventori, o quantomeno avere nuovi contatti, ma allo stesso tempo non dover "soffrire" eventuali clienti particolarmente... appiccicosi.

 

ANche a Kyoto esistono questo genere di locali, ma c'è poco da fare: Kyoto ha uno stile di vita tutto suo. Perfino i locali a sfondo Rock e/o Metal a Kyoto risultano più pacati e in qualche modo più eleganti rispetto ai loro corrispettivi in altre città giapponesi, quali Tokyo o Osaka. 

Tra questi locali ne esiste uno: è considerato quasi un mito, una leggenda, un po' come un pezzo di storia o un luogo religioso.

Mia moglie ne aveva sentito parlare anni fa ma non era mai riuscita ad andarci, così, quando ci siamo trasferiti a Kyoto, abbiamo provato a bere qualcosa assieme in questo luogo mitologico.

Ci abbiamo provato tre volte, trovandolo sempre chiuso: orari diversi, giorni della settimana diversi, feriali e festivi. Sempre chiuso.

Finalmente, qualche notte fa, siamo riusciti ad entrare nel Tempio della Musica Rock e Metal di Kyoto.

 

Eravamo già arrivati alla porta, una semplice porta di legno, un po' rovinata ai bordi, a causa del tempo che trascorre lento ma inesorabile, che contrassegna l'ingresso al locale. Qualche vecchio adesivo, ora così consunto da rendere quasi impossibile leggere i nomi delle band che ha riportato nei suoi giorni di gloria, una o due frasi stampate su fogli un tempo solo incollati alla porta, ora divenuti parte inscindibile, che riportano date di concerti di una band metal giapponese (JapaMetaru, come affermano i giapponesi)... non c'è traccia di orari, giorni di chiusura o qualsiasi informazione realmente utile. 

Neppure il nome del locale.

Provammo la porta ma, come le altre volte, non si aprì... non ci rimaneva che rassegnarci, per l'ennesima volta, e dirigerci in un altro pub. 

Ma mentre ci voltavamo per allontanarci, una coppia che, mentre noi ci eravamo avvicinati alla porta, ci era passata accanto, diretta in direzione opposta, ci si avvicina.

Sono due persone di una certa età... ai miei occhi potrebbero avere un'età compresa tra i 40 e i 6000 anni. 

Con i giapponesi non è facile stabilire l'età...

L'uomo ha i capelli lunghi, legati in una coda di cavallo: sottili e radi, grigi. La donna che lo accompagna veste in maniera semplice, con solo un filo di trucco, come usano le donne di Kyoto dopo una certa età.

La voce gentile del signore è rivolta proprio a noi due: "volevate entrare nel bar?", ci chiede.

È il proprietario e la donna è sua moglie.

Un attimo in imbarazzo per la situazione, io e mia moglie ci guardiamo in faccia, non sapendo bene cosa dire, ma il gentile signore (quasi settantenne, avremmo scoperto in seguito), intuendo la situazione, ci anticipa.

Si dirige alla porta e fa girare la serratura con una chiave di quelle che non ne vedevo di simili da anni. Quindi fa per aprirla, ma il legno si è gonfiato, col passare degli anni e l'umidità, per cui dopo un paio di tentativi "normali", procede con una bella spallata.

Subito dopo la porta ci sono dei gradini di legno, il pavimento di legno, il bancone di legno... tutto è di legno qui e tutto ha un inconfondibile odore che sa di antico. Non è l'odore di sigaretta e creatura per tavoli, tipico di molti pub irlandesi (o simil tali), tenuti comunque sempre nuovi, con giusto una parvenza di vissuto: qui tutto è veramente vissuto.

Le pareti traboccano di dischi, i vecchi dischi in vinile, le cui custodie sono consunte per l'uso nei vari anni, le fotografie sbiadite.

È tutto pulito, lindo: non un filo di polvere e i bicchieri brillano come cristalli, ma un senso di antichità grava su tutto, mescolandosi alla musica Metal e Rock, i cui artisti non superano gli anni '80... è davvero il Tempio del Rock di Kyoto.

La cosa che più mi colpisce, tuttavia, è indubbiamente l'odore: non so perchè i proprietari, la simpatica coppia di prima, abbiano deciso di usare per chissà quanto tempo degli incensi nel locale, ma tutto ne è impregnato.

Quando mi siedo al bancone, sento dal legno, nodoso e pieno di piccoli buchi, emanare lo stesso aroma dei Templi Buddhisti.

No, non intendo dire "un odore simile a"... intendo proprio LO STESSO odore, con la stessa forza, con lo stesso modo di inebriarti e farti rilassare, sentire in un luogo dove solo le cose buone della vita possono entrare. Quando parte la musica, una band metal degli anni '80 i cui membri sono originario di Kyoto e sono stati clienti abituali del pub, quasi non riesco a riconoscere la situazione: musica metal giapponese dello scorso secolo, in un luogo totalmente di legno, che profuma di tempio, con dinnanzi a me un signore dai capelli grigi e la voce pacata.

Parliamo con la coppia: si scusano perché spesso il pub è chiuso e senza poter avvertire. I proprietari sono anziani, non usano come internet o i social network. Certo, potrebbero inviare delle email, ma visto che ultimamente è più spesso chiuso che aperto, sarebbe una scocciatura per gli ex-clienti ricevere continuamente email di scuse. Così, piuttosto, coloro che hanno l'email del proprietario (noi abbiamo evitato di chiederla, presto comprenderete il perché) gli scrivono quando vogliono andare a farsi due birre e si organizzano, se possibile.

Ma anche questo, a breve finirà.

Lo so, state pensando che il locale, a causa dei pochi clienti, sia giunto al punto del fallimento.

Oppure che i proprietari, vista l'età, non se la sentono più di lavorare tutta la notte al bancone.

No. Nulla di tutto questo: tra gli amanti della musica del genere, specie quelli di una certa età (l'età per apprezzare ancora quella che si chiama musica, non gli obbrobri che girano ultimamente... parlo di quando le band erano degli idoli, carismatici e abili, che si erano fatti strada con enormi difficoltà fino a vette di successo che li rendevano quasi esseri divini... oggi con i vari tale show, computer e possibilità facili di autoprodursi, qualunque strimpellatore senza arte né parte riesce a fare uno o due dischi e ad avere i suoi fans che, in assenza di vera arte, seguono quel che passa il convento), è come un lutto.

L'intero palazzo, nel cui piano seminterrato si trova questo Tempio, è proprietà di un'uomo che, raggiunta una certa età, si è ritirato dagli affari e ha deciso di vendere l'immobile, per cui tutto ciò che si trova al suo interno deve sloggiare, in tempi brevi (si, in Giappone funziona così: nel lavoro è il capo ad aver ragione e ad avere i diritti maggiormente tutelati, stessa cosa per i proprietari di immobili).

I tempi sono cambiati, la gioventù cerca altri luoghi e modi per divertirsi, l'anziana coppia non è più abbastanza in forze per rimettersi in gioco: cercare un nuovo locale, battagliare per la mobilia, far girare la voce sul trasferimento.

Semplicemente, soddisfatti e senza (apparente) rimorsi, si ritirano in pensione.

 

Quando con mia moglie siamo usciti dal locale, col cuore un po' pesante per la storia appresa, ci siamo fermati ad osservare per un po' il suo ingresso: non c'è dubbio che il Kami della musica ci abbia voluto graziare di quest'ultima possibilità di godere del Tempio del Rock e Metal di Kyoto.

Ah, a proposito, anche se oramai forse non avrà più importanza, il nome, inciso nel legno esattamente come si usa per i Templi Buddhisti, rigorosamente in kanji (cosa che i locali del genere non usano più da tempo), è Chigaihouken (la traduzione suona qualcosa come "porto franco", insomma un luogo di libertà, una sorta di La Tortuga per i pirati dell'epoca dei gloriosi e criminali Caraibi).

 

La sensazione che abbiamo avuto, che poi è stata solo una... concretizzazione visiva di ciò che già, autonomamente, sentivamo nei nostri cuori, è che la musica Rock e Metal sia morta. Il Chigaihouken rappresenta una sorta di mausoleo, come una piramide per un grande faraone, una piramide che si appresta ad esser, infine, murata, con dentro il riverito cadavere... e presto, sarà tutto solo polvere e un lontano ricordo di qualcosa che si osserva ma, a causa della perdita di qualcosa di intangibile, non si potrà mai comprendere appieno.