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Nella Notte della Paura

Una delle cose più belle, credo, che possa capitare ad un eterno bambino come me... è di ritrovarsi davanti un qualcosa di cui nutre una gran passione ma che non si aspetta in questa vita "normale" di poter incontrare.
A me è capitato, un incontro sovrannaturale del tutto naturale...

Tutto ebbe inizio 1.300 anni fa.

O forse no, visto che, quando si parla di questioni spirituali, non si può mai essere realmente certi di nulla.

In ogni caso, molti ma molti anni fa la città di Kyōto, si beccò il soprannome di Kyōtomakai, ovvero "Kyōto degli Yōkai".

Il perché è piuttosto difficile da ritrovare, anche se non deve apparirci poi così assurdo: le storie di fantasmi, Oni, Yōkai e compagnia "bella" non erano di certo da meno, numericamente parlando, ma anche per popolarità, rispetto alle storie su valorosi Samurai, affascinanti Geiko (così vengon chiamate le Geisha di Kyōto), Imperatori dalle grandi imprese e Kami (le "divinità" dello Shintoismo, la religione autoctona giapponese).

Qualcuno disse che una tribù di Oni (demoni-orco, ne ho parlato molto nel mio saggio Kyoto Segreta), o forse addirittura La tribù di Oni per eccellenza, si trovava in una vallata poco fuori dalla capitale, allora chiamata Heiankyō e bramava di distruggere la bella Kyōto.
C'è chi ipotizzava che fosse perché gli Oni sono infami e basta, altri dicevano che questi bruti odiassero Kyōto perché era talmente bella da rappresentare la propria antitesi, altri ancora si costruirono tutta una teoria sui mondi paralleli che vedevano Kyōto, nella sua vallata, come l'opposta di questa Kyōto "Oni version", nella sua vallata e che, quindi, le due città erano destinate a scontrarsi per sempre, come luce e tenebre, bene e male, pizza e sushi.

Qualcun altro, intanto, diceva che durante il Periodo Heian, in cui, appunto, Heiankyō o Kyōto che dir si voglia, era capitale (794/1185), venne un periodo di grande fortuna economica e questo spinse molti a comprare: comprare nuovi arredi per la casa, comprare nuovi oggetti, comprare e ancora comprare.
Ritrovandosi, quindi, le case (che, se oggi sono piccoline, figuriamoci allora) ripiene di roba, un po' per casualità, un po' per destino e un po' perché altrimenti il racconto non veniva fuori bene, un giorno, tutti gli uomini della città si disfarono di tutti i vecchi oggetti.
Arrivò la notte e... beh, gli oggetti buttati via non l'avevano proprio presa bene e da allora i loro spiriti irati iniziarono a dar energia al mondo spirituale e tutto ciò che ne consegue.

C'era anche chi diceva che tutto aveva avuto origine in un antico Tempio Buddhista, il cui nome dovrebbe essere Shōzenji.
Questo Tempio, per motivi non precisati, aveva finito per richiamare Yūrei (fantasmi) come non ci fosse un domani e la cosa non era stata per nulla piacevole, tanto che, alla fine, i monaci avevano deciso che, tutto sommato, anche andarsene a pregare altrove non era poi una cattiva idea e il Tempio era rimasto abbandonato.
Una notte di forte pioggia e grande vento, con la luna nascosta dalle nubi e tutte quelle belle cose che ti fanno presagire che tutto andrà bene, un monaco pellegrino di passaggio, tutto zuppo, cercava riparo per la notte e vedendo un Tempio abbandonato si disse "che fortuna che ho, cosa mai potrà andare storto se mi ci rifugio dentro?"
Nemmeno il tempo di sdraiarsi che un freddo innaturale si manifestò e, visto che ancora questo non bastava per far capire al nostro viaggiatore che la situazione era lampantemente precipitata, tutto un coro di voci non umane si levò in quello che, dalla descrizione, dovrebbe essere il giardino interno (tipico di queste strutture).
Il monaco, da buona prassi dei film horror, invece di darsela a gambe levate e andare a chiedere ospitalità da qualche altra parte, o chiamare i Ghostbusters, decise che, tutto sommato, un'occhiata non gli avrebbe di certo potuto far male.
Si è salvato, comunque, ma quello che ha iniziato a raccontare in giro riguardo a ciò che vide quella notte potrebbe essere l'origine da cui poi si è "evoluta" la storia di cui andremo a parlare quando finirà questa indecorosamente lunga intro.
(Ah, per gli amanti del brivido: il Tempio abbandonato, pare che sia stato di recente rifondato, lo potete trovare qui, metti caso che una notte buia e tempestosa ti ritrovi da quelle parti e ti scoccia tornartene in hotel...)

Quali che siano le origini, insomma, due cose si sono, infine, "fissate" nell'immaginario (tre, se contiamo anche l'idea base che Kyōto sia praticamente l'anticamera del Mondo degli Yōkai): 

  • la via Ichijō è consistente sia nel nostro mondo che in quello spirituale e quindi su questa abbondano i fenomeni di collegamento.
    Se aggiungiamo che già di per sé, in Giappone, si crede che i ponti siano sopra, dove passano gli umani, dei collegamenti tra due rive e sotto, dove passa l'acqua, un portale tra il mondo degli spiriti e quello mortale... e che la via Ichijō ha un ponte ogni 3m (tra cui uno molto famoso di cui ho parlato nel mio saggio, l'Ichijō Modoribashi: il Ponte del Ritorno)...
  •  uno Yōkai tra tutti, chiamato Nurarihyon (di cui allego immagine subito qui sotto), sia l'organizzatore di questo che è, a tutti gli effetti, il Matsuri (festival popolare di origine Shintoista, per approfondire consiglio, così, senza alcun interesse eh, il mio saggio sullo Shintoismo, Lo Shintoismo: Onorare i Kami) degli Yōkai... ma non nel senso che ci sono gli esseri umani che festeggiano allegramente gli Yōkai (anche se si, alla fine, è quel che si fa), ma nel senso che sono gli Yōkai stessi a far festa.
    Dalla descrizione della festa/sfilata, comunque, non sembra si rilascino inviti per gli esseri umani: dura dal tramonto all'alba (nei rotoli, per altro, è davvero spassosa la faccia degli Yōkai quando arriva l'alba e se la devono filare a gambe levate... specie quando la faccia magari è una specie di chitarra o un tavolino o, boh, non sembra neppure avere una faccia ma l'autore ha comunque piazzato occhi e bocca a caso in un corpo dalla forma improbabile) e se un essere umano ci finisce per errore (o spirito suicida) in mezzo muore male o scompare nel nulla (per sempre, in genere, anche se, ogni tanto, un "a volte ritornano" rimane evergreen).
    C'è addirittura una preghiera ad hoc per proteggersi casomai la propria abitazione si trovi sulla rotta della sfilata...

E quindi niente, ogni estate, in una notte ben precisa (che sanno loro ma di cui non lasciano comunicazione al Comune purtroppo), da qualche millennio a questa parte, si dice che gli Yōkai, guidati da Nurarihyon, sfilino per le strade di Kyōto.
La leggenda si è tanto integrata nella cultura locale che ci hanno scritto e dipinto vari artisti, dal passato fino ad oggi stesso (parliamo di antichi scritti dell'anno 1.000 circa, stampe del 1.700 fino a manga di qualche anno fa), e il tutto è noto col nome di Hyakki Yagyō (百鬼夜行, 100 Oni notte cammino... insomma Sfilata Notturna dei 100 Oni).

E, visto che anche a noi, come il monaco pellegrino esempio di furbizia, tutto sommato, ci piace ficcarci nei guai...

 

Ogni anno, a Ottobre (che con l'estate non centra nulla ma tant'è), si svolge il Matsuri presso il Santuario Shintoista Daishōgun Hachijinja e tutti allegri si va ad assistere ad una vera e propria parata di bravissimi cosplayers (costume player, ovvero coloro che indossano i costumi di personaggi vari ed eventuali, interpretandoli) nei panni degli Yōkai.
Tanto è diventato famoso ed amato, questo Matsuri, che la via stessa viene ora chiamata Yōkai-street e, oltre ad avere tanti negozietti che confezionano prodotti (alcuni, artigianali, davvero belli e di ottima qualità) a tema Yōkai, ogni anno, al di là del Matsuri in sé, organizzano eventi e mercatini (già durante il Matsuri stesso, poi, viene allestito, oltre ad una apertura serale speciale dei negozietti a tema locali, anche un bel mercato delle pulci, il Mononoke-ichi, sempre a tema).
C'è anche la Yōkai-soba, una yakisoba locale che non ha nulla di strano o diverso dal solito (ed è anche buona)... ma che facevi, non le mettevi un nome a tema?
Ci sono anche i ramen degli Yōkai, che son colorati scuri e il brodo è al nero di seppia, stessa cosa per le crocche (che son le nostre crocchette di patate), i takoyaki... 

 

E io, ovviamente, insomma, non potevo mancare.
Difatti ci sono andato con grande gioia e ci ritorno ogni anno, se ne ho la possibilità.
Anche perché dove altro ti capita di incontrare una dei protagonisti del tuo romanzo... con in mano una copia stessa del romanzo?
O un Tanuki con la sua copia?
O, ancora, una Kitsune?
(Parlo di Amagasaka: la Discesa della Sacerdotessa e mica gliel'ho messa io in mano a forza eh)


Insomma, è davvero divertente, emozionante, pieno di gente felice che si diverte in mezzo a Yōkai di vari tipi, con i bambini che piangono disperati e i genitori che li deridono e cose di questo tipo.

 

La prossima volta, però, ricordami di parlarti dello Hyaku Monogatari Kaidankai.

Comunque, la gentile signorina Tamamonomae (la prima di tre foto col mio libro in mano insomma... che Tamamonomae è il nome del personaggio, non il suo... forse) ha un bel profilo Instagram per cui sei ufficialmente esortato a lasciarle un follow!
La trovi qui.