Il Giappone immune al CoronaVirus?

Ho evitato accuratamente di scrivere e parlare in generale della terribile piaga che sta colpendo il mondo intero: il CoronaVirus, o COVID-19.
Il perché è ovvio: non sono un esperto di medicina, farmacologia o nulla che abbia a che fare con questo.

Se oggi ho deciso di scrivere questo articolo è perché sento una responsabilità: mio malgrado, e anche se estremamente piccolo, mi rendo conto di essere anche io un influencer... ed è in questi casi che un influencer può fare qualcosa di realmente buono col suo "potere", ovvero far sì che le sue parole raggiungano più persone possibile.
Non sarà un bell'articolo, non ho il tempo per curarlo nella forma, per cui tenterò semplicemente di dare risposte alle domande che mi stanno (giustamente) subissando in questi giorni.
Dividerò in due l'articolo: la prima parte, quella più importate, per tutti... la seconda sarà un approfondimento e quindi magari noiosa, saltala pure.

Andiamo diritto al sodo con le domande e risposte.

 

  • "Il Giappone ha un farmaco, si chiama Avigan, e con questo ha già curato un sacco di persone."

No... e si.

La famosa azienda Fujifilm, la sua branca farmaceutica per l'esattezza, anni fa aveva creato questo farmaco chiamato dai più, appunto, Avigan.

Purtroppo il farmaco, però, ha effetti collaterali piuttosto gravi e spiacevoli e quindi non viene più commercializzato/usato da tempo.

Visto che il mondo intero, oramai, brancola del buio e ci troviamo tutti (TUTTI, politici compresi, anche quelli cattivi cattivi...) alla canna del gas, tra i mille mila esperimenti si è provato anche questo farmaco.

I test sono stati pochissimi e molti di questi (quindi parliamo ancora di numeri davvero bassi) sono risultati in risultati che sembrerebbero positivi: continuano a testare.

Il farmaco continua a non esser commercializzato in Giappone e non lo stanno distribuendo a tutti... indi, di certo, non è la cura che ha guarito il giapponesi tutti.

Può guarire dal CoronaVirus?

Questo lo scopriranno i dottori che stanno lavorando a questo, non io, non un farmacista in viaggio a Tokyo e nemmeno un giornalista.

 

  • "In Giappone hanno debellato il virus. Ho visto le foto/video della gente allegra per strada."

No.
Il COVID-19 è ancora ben presente anche in Giappone, anche se, va detto, fin dall'inizio del contagio (i primi casi si ebbero in Gennaio... per cui ben prima che in Italia), la situazione fu molto più "soft".
Perché?
Un mareata di fattori che non hanno a che fare con medicine o Governo (inizialmente).
Uno dei fattori, ad esempio, sicuramente riguarda l'uso quotidiano delle mascherine (in seguito lo approfondiremo).
In Giappone è indubbio che i contatti fisici ci siano, negarli è assurdo... solo che molti non sono voluti: pensa a quante persone "tocchi" in una metropolitana nell'ora di punta a Tokyo.

Tuttavia, la paura di un contagio, giunta immediatamente a causa della vicinanza con l'epicentro cinese, ha subito messo all'erta la popolazione... e visto che non puoi evitare i contatti fisici, miri ad evitare che questi ti danneggino o che il tuo contatto danneggi gli altri.
Accade ogni anno, quando girano le influenze: al primo accenno ti chiudi in casa e se proprio devi uscire ti imbottisci di farmaci e ti metti la mascherina.

Quindi non è che il Giappone abbia debellato il virus: è stato tenuto a bada dalle usanze comuni, quotidiane.
E... si, è vero che usciamo, viviamo come vivevamo prima, si fa perfino l'hanami (picnic sotto i fiori di ciliegio) ma questo non vuol dire che non esista più alcuna possibilità di contagio: a Osaka, di recente, c'è stato un evento di musica dal vivo in un locale e questo ha fatto scaturire un focolaio.
Perché questa notizia è importante?
Perché ci ricorda che il virus è ancora qua, in paziente attesa e che se in generale le abitudini igieniche quotidiane giapponesi lo hanno tenuto a bada, basta fare un passo falso (luogo al chiuso, tanta gente, a differenza della metropolitana di cui sopra, qui ti togli la mascherina per fumare, respirare la stessa aria chiusa e respirata da tanti altri, bevi da un bicchiere che, va bene, andrà poi lavato dal barman, poi passerà ad altri e altri ancora...) e il gioco è fatto, a favore del contagio.

 

  • "Il Governo sta nascondendo i numeri per non perdere le Olimpiadi."

I complottini girano da sempre, questo forse più ridicolo di altri ma comunque ci tocca parlarne.
Ti chiedo, prima di continuare la lettura, di svuotarti la mente dalle tante stupidate che girano tra TV, giornali e, soprattutto, social network... fatto?
Bene, allora proviamo a ragionare criticamente assieme.

   Fattore 1: non stiamo parlando di soldi.
Se il politico malvagio (ho anche letto in rete che l'attuale Primo Ministro del Giappone, Shinzo Abe, ha il nonno che è stato condannato come criminale di guerra... ok, e quindi?
Mio nonno, buonanima, era analfabeta e io invece scrivo libri... quindi?) fa i suoi sporchi interessi e questi rendono povera la popolazione... al politico malvagio la cosa non tange: tanto lui i soldi li continua ad avere, anzi, magari gli aumentano anche.
Ma qui non stiam parlando di soldi: parliamo di virus.
Come quando si parlava di radiazioni (ricordi Fukushima?): non stiam parlando di soldi ma di salute.
Dal virus, come dalle radiazioni, non sei immune nemmeno se sei un politico (il segretario del PD, Zingaretti, è risultato positivo ai test, no?) e quindi anche solo pensare che ci sia un politico pazzo sadico assassino lupo mannaro malvagio che rischia non tanto la popolazione ma anche la sua stessa vita e quella della sua famiglia (ricordo che in una pandemia non puoi neanche prendere un aereo privato e andartene al sicuro: sei bloccato con i tuoi connazionali/vicini) è qualcosa di assurdo da pensare.
Certo, un politico può essere incapace (nel senso che, non avendo noi esseri umani di quest'epoca, esperienze con epidemie e pandemie, non sapendo che pesci pigliare, faccia cose assurde o sbagliate...) e di questo possiamo anche parlarne, ma di certo non possiamo pensare che sia così malvagio che a paragone perfino i cattivi della Disney sembrano Babbo Natale.

   Fattore 2: se anche il Giappone fosse del tutto pulito dal virus ma il resto del mondo no... comunque non ci sarebbero Olimpiadi.
E d'altronde chi gioca i giochi olimpici?
Ti immagini già lo scontro "Giappone A vs Giappone B"?
Non ha senso come cosa.
   Fattore 3: viviamo nell'Era dei Social.
Oggi siamo in grado di sapere quante volte va al bagno la più anonima delle persone nel paesino più sperduto di questo mondo... ma in uno dei Paesi al centro dell'attenzione mediatica per svariati fattori riescono a nascondere perfino i morti.
Le idee assurde non mancano mai a chi è dotato di grande fantasia, ma un limite almeno alla decenza.

Facciamo un po' di chiarezza, per quanto mi riesce.
Il Governo ha preso una decisione: onde evitare la congestione degli ospedali (no, non perché è malvagio), situazione che non porta a nulla di buono e non serve che sia io ad elencare la infinita lista di problemi che una sanità pietrificata comporta, si fanno i test solo a coloro che sono molto probabilmente infetti e su cui questa infezione sta producendo situazioni pericolose.
Questo vuol dire che se io mi sveglio con la febbre non mi fanno il test.

Se ho la febbre da due settimane mi fanno il test.
Se mi son svegliato con la febbre e non riesco a respirare ed è la terza volta che rischio di soffocare... mi fanno il test.
Se starnutisco da ore non mi fanno il test... e via dicendo.

Questo comporta un pericolo, ovviamente: se mi becco il virus (toglierei anche il "se" e lascerei solo il "quando") e mi negano il test fino a che non diventa evidente che mi sta ammazzando, il rischio che io ci muoia si alza.
Comporta anche numeri non reali, ma oggi ci interessa dei numeri o della salute?

E questo è il grande complottino odierno.,
Ma i morti?
Ci saranno stati morti che erano infetti?
Certamente.
Come certamente in Italia, purtroppo, ci saranno stati morti che avevano contratto il virus ma son morti per altro che col COVID-19 non c'entrava nulla.
Le stime su questo non potranno mai esser precise... ma anche volendo esser proprio di manica larga e volendo raddoppiare o quanto vuoi ingigantire moltiplicando la cifra... rimane una base, che è quella che ho esposto agli inizi: siamo nell'Era dei Social.
Io vivo a Kyoto da anni, in generale in Giappone da tanti anni e da tanti anni manco totalmente dall'Italia... tuttavia ho visto un video su Facebook dove un signore di Napoli (credo) era disperato per la morte della sorella.
Vorrei che recepissi bene la frase: io a Kyoto vengo a sapere di uno sconosciuto di Napoli.
Giusto un esempio.
Ora prova a pensare ancora alla situazione: un Governo malvagio che nasconde i morti e nessuno che, disperato, fa un appello sui social.
Nessuno.
Io, dal Giappone, con 4 contatti italiani e 400 giapponesi, non leggo un messaggio di disperazione e invettiva contro il Governo in Giappone e ne se sento svariati, continui, dall'Italia.
Facciamocele quattro domande e diamoci da soli le risposte, senza farci pascere ciò che ci vogliono dare da mangiare... soprattutto quando la pappardella è già stata quotidianamente riscaldata e ri-servita ancora e ancora, sempre identica.

 

  • "La carta igienica è finita."

Questa mattina ho fatto una diretta streaming su Instagram in cui invitavo alla calma.
Mentre ero in diretta, mia moglie, che era andata a far la spesa, è rientrata e ho notato che, tra le varie cose, aveva preso anche carta igienica, fazzoletti e cose varie.
E ho mostrato tutto in diretta... una volta mostravo bellissimi Santuari Shintoisti, ora mi ritrovo a fotografare la carta igienica ogni giorno per continuare a ribadire che non è sparita...

Devo davvero continuare?

 

Credo che questo sia tutto ciò che ci sia da dire su questi argomenti così caldi.

E qui, infatti, concluso la prima parte dell'articolo.
Da qui in poi sono argomenti forse meno caldi ma, secondo me, non andrebbero trascurati.

 

Qualche giorno fa ho letto che in India (o era Thailandia? Non me lo ricordo...) il Governo aveva proibito a chicchessia, giornalisti compresi, di parlare del CoronaVirus se non per dispacciare informazioni ufficiali dalla Sanità locale.
Ecco, anche se non brilla come coccarda per la libertà, se il risultato di questa libertà deve diventare leggere certe cose, vederne di peggio... e direi che un freno ai giornalisti andrebbe dato.
Perché il giornalista ha un potere immenso (ricordi "ne ferisce più la penna che la spada"?) e vedo questo potere sempre più privo di controllo.
O, meglio, il controllo c'è, ma non è certo dirottato sul fare informazione, bensì ognuno fa l'influencer a modo suo, camuffando la cosa con l'oggettività del giornalismo.

La regione di Fukushima, ancora oggi, dopo 10 anni (l'anno prossimo il tragico anniversario), non si è minimamente risollevata dalla tragedia perché la macchina di morte mediatica l'ha dipinta come il luogo più putrido del pianeta... e chi vuol comprare qualcosa che ti arriva a casa tutto trasudante da radiazioni?

E la colpa per la situazione degli abitanti della zona (e per i tantissimi che giustamente non ci voglion tornare, viste le prospettive economiche se lo facessero) sarebbe del Governo malvagio che (ancora?) ha fatto cose malvagie et obscure per far del male a chiunque potesse?
O è colpa di chi, per anni, ha continuato a parlare di Fukushima come di una landa di morte e radiazioni?
Perché io, dal passante casuale che non ne ha idea, se sento un "no, io non compro niente che venga da Fukushima perché ho paura delle radiazioni" non me la sento di attaccare.
La paura, l'ignoranza (sia quella "offensiva" che quella letterale, quindi di chi ignora o non sa) e una situazione emotiva instabile producono ovviamente frutti, e per nulla buoni.
Io non perdono chi ha creato questa idea: il vero colpevole di questa situazione.

Hai visto la mole di articoli, video su YouTube, post su Facebook e chi più ne ha ne metta, a riguardo?

Ognuno ha messo la firma sulla fine economica di questa gente.

E quelli che non son morti di radiazioni (a proposito: cerca un po' in giro, quanto vuoi e dove vuoi, quanti sono i morti accertati per radiazioni riguardo questa faccenda...), son stati ammazzati dalla penna, virtuale e non.

 

Quindi, cosa fare?
Difficile da dirsi.
Siamo tutti emotivamente instabili a causa della situazione: paura, ignoranza, rabbia e via dicendo (anche i giornalisti: non credere che avere il tesserino conferisca loro super poteri come la telepatia, per dire cosa pensa Tizio o Caio, o il potere di sapere tutto) per cui è tutto come un cerino acceso accanto alla miccia della bomba.
Se tutto va bene, il prima possibile queste due cose vengon allontanate, se le cose tirano per le lunghe (o, peggio, peggiorano)...  è un attimo e le due cose vanno in contatto.
Facciamo del nostro meglio perché ciò non accada.
E ognuno di noi può dare il suo contributo.

  1. Stai a casa, al sicuro, più che puoi 
  2. Se devi uscire usa la mascherina (se non ne hai, metti una sciarpa o un foulard)
  3. metti i guanti ed evita contatti con qualsiasi cosa non sia indispensabile
  4. evita i contatti con le persone (e usalo 'sto whatsapp se proprio ti senti socievole)
  5. appena tornata/o a casa lavati le mani, il viso, metti i vestiti a lavare
  6. segui i social per passatempo consapevole che gireranno solo frottole
  7. segui TV e giornali per rimanere informato ma filtra le opinioni personali e/o faziose dalle informazioni utili (prima abbiam fatto un esercizio di mente critica apposta)
  8. qualsiasi cosa tu venga a sapere, da qualsivoglia mezzo, anche dal più esperto degli esperti, aspetta che venga ufficializzata dai Governi malvagi
  9. segui le regole e le leggi e anche i consigli dati dalle autorità competenti
  10. stai a casa

Sulle mascherine, avevo promesso due parole.

Fin dall'inizio è stato detto che la mascherina non serve a nulla, a meno che non sia di un tipo speciale.
Ed è stata detta una stupidata... o, meglio, è stata detta male un'informazione corretta.
E allo stesso tempo non corretta.

Ok, un attimo di pazienza e mi spiegherò peggio.
La mascherina "classica" non ti protegge dal virus.
Se io ho il virus e ti starnutisco in faccia... te lo becchi anche tu.
Senza se e senza ma.
Ma se io, infetto, porto la mascherina e starnutisco... evito di spargere virus in giro, non tutti, ovviamente, ma mitigo la situazione.
E purtroppo finisce che dopo il mio starnuto comunque una persona la infetto, ma senza mascherina ne avrei infettate sei.
A questo serve la mascherina.

"Ma qui in Italia non si trovano più!", mi dirai.
Fa abbastanza freddo perché tu possa usare una sciarpa?
No, usa un foulard.
Non credi in questa "mia" teoria?
Va benissimo, ma usa lo stesso la mascherina/sciarpa/foulard se proprio devi uscire: che ti costa?

 

Concludo con due ultime osservazioni, nate quasi "in tempo reale".
Mio nonno, buonanima, è nato nel 1916 in Calabria.
Non ha avuto modo di avere un'istruzione e si è vissuto tutte e due le Guerre Mondiali.
Se mio nonno fosse ancora vivo magari mi direbbe, come accadeva 30 anni fa, che chi porta l'orecchino (ehm), i capelli lunghi (doppio ehm) e i tatuaggi (questa me la scampo) è un poco di buono.
E io sai cosa avrei fatto?
Avrei detto "ok".
Perché mio nonno oggi avrebbe 100 e passa anni, analfabeta e che ha vissuto ogni possibile brutta esperienza rimanendo una persona buona.

Ma sentire che una persona viene etichettata come "cialtrone" e "se fosse il mio farmacista io vedendolo cambierei farmacista" solo perché una persona ha tatuaggi (poi queste stesse persone magari criticano i giapponesi definendoli stupidi perché impediscono l'accesso nelle Onsen ai tatuati... nelle Onsen si, ma farmacista proprio no) e gioca a Magic (un gioco di società)... ma da mio nonno l'avrei accettato, non da un laureato nel 2020.
Le critiche alle affermazioni del signore che ha fatto un video, divenuto virale, a riguardo dell'Avigan ci stanno, specie se si contestano tramite fatti e dati (io, nello specifico, critico soprattutto come sia stata data l'informazione, oltre che la non correttezza della stessa), ma sentire critiche alla persona perché questa ha una pagina su Facebook in cui parla dei suoi hobbies o perché ha un tatuaggio... non si posson sentire, specie se provengono da persone considerate acculturate.

L'altra considerazione, visto che per motivi inspiegabili vien tirata (ancora?) fuori la situazione di Fukushima e delle radiazioni, è che quando si danno delle notizie/informazioni, sarebbe carino darle correttamente, anche quando non è comodo:

l'incidente avvenuto nella centrale Dai-Ichi a Okuma, Prefettura di Fukushima, è datato 11 Marzo 2011.
Le crisi nucleari seguirono il 15 Marzo.

Ecco, dal 8 Giugno 2010 fino al 30 Agosto 2011 il Primo Ministro del Giappone era Naoto Kan, del Partito Democratico.

Tutte le prime, disastrose nonché pericolose, azioni, o non azioni (non fu subito dato l'allarme di evacuazione, bensì solo un "invito a rimanere in casa"), che non costarono milioni di vite solo per pura fortuna (il disastro si è evitato grazie ad un fortuito malfunzionamento), quindi, avvennero ampiamente all'interno del mandato del Primo Ministro Kan.
Si dimise.

E ci credo.
Seguì Yoshihiko Noda, sempre Partito Democratico, che mantenne l'incarico fino al 16 Dicembre 2012, data in cui si dimette e si avvia il processo per le elezioni anticipate.

Le elezioni le vince l'attuale Primo Ministro Shinzo Abe, Leader del Partito Liberal Democratico (quindi c'è un cambio di partito dominante), il cui mandato (il secondo, visto che già ne aveva uno alle spalle... per cui i giapponesi sapevano chi fosse) vien segnato come data di inizio 26 Dicembre 2012.
Parliamo di più di un anno e mezzo dopo la crisi.

Giusto per precisare.

Dulcis in fundo, una cosa che prima sparisce dalle nostre menti e meglio è, visto che non siamo più in un Medioevo dove ciò che non si conosce fa paura ed è chiaramente frutto del Dimonio: leggere manga, fino a prova contraria, non provoca demenza.
Sinceramente non ne posso più di leggere/sentire laureati e non che, nel 2020, scrivono frasi come "il Giappone vien descritto come un bellissimo paradiso da fanatici di manga e cartoni animati"... è davvero troppo imbarazzante.

Io leggo i manga eppure questo non mi impedisce di parlare degli appattamenti tra Yakuza e Stato o del problema delle morti per eccesso di lavoro o della crisi delle famiglie o tante altre cose ancora.

Evitiamo questi luoghi comuni perché son davvero deprimenti e, premetto, smetto immediatamente di leggere/ascoltare un qualsiasi discorso che abbia queste fondamenta.

E faresti bene ad interrompere tale lettura/ascolto anche tu, perché chi fa un'affermazione del genere è decisamente messo ben peggio di uno che si fa fare un innocuo tatuaggio.

Giusto per precisare, in conclusione, visto che credo che questo articolo verrà letto anche da persone che in genere non mi seguono e non hanno interesse nei miei libri.

Si, perché io per mestiere scrivo libri.

Non ho contatti di alcun tipo con politici, non ci lavoro assieme o per, nemmeno il diritto di voto in Giappone ho.

Non ho simpatie politiche in questo Paese e nemmeno antipatie.

Non mi interessa che il Giappone venga visto come un Paese perfetto o anche solo bello.

E la cosa non influisce sulle mie vendite: se il Paese è bello, scriverò che è bello e venderò libri in cui dico che è bello, se il Paese fa schifo, scriverò che fa schifo e venderò lo stesso.

E leggo manga, e guardo anche i cartoni animati, e gioco pure ai videogiochi e quando vivevo in Italia giocavo anche ai Giochi di Ruolo (non Magic perché ero negato e quindi sarebbe stata una spesa inutile).

Non ho tatuaggi, più che altro perché ho una fobia pazzesca degli aghi (da cui anche animali come le api, per dire... da quando ho scoperto che le meduse hanno aghi nei tentacolini faccio pure fatica ad entrare in acque marine... a tanto non sapendo nuotare cambia poco) ma ho capelli lunghi e orecchino.

Se tutto questo vi ispira poca fiducia o fa di me un cialtrone... me ne farò una ragione.