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Religione in Giappone

In Giappone non c'è Religione

 

 

Se parliamo di religione in Giappone non possiamo parlare di una vera e propria religione di stato:

 

il Giappone è uno stato laico (ma lo è davvero!)

 

Parliamo allora di qualcosa di personale e intimo.

 

In Giappone la Fede non è imposta e non è nemmeno un background più o meno ereditato, bensì è un atto volontario spesso inteso per una forma di ringraziamento o per un beneficio più o meno immediato.

 

Un esempio importante ne sono le scuole: a parte scuole particolari, come possono essere quelle patrocinate da un Tempio, non viene insegnata la religione e i suoi precetti nelle comuni scuole (a parte una sporadica presenza all'interno delle lezioni di storia, ma anche qui in maniera molto leggera).

 

Spesso, quindi, la cultura religiosa di un giapponese gli viene trasmessa dalla famiglia, ma anche in questo caso non si tratta di "lezioni" vere e proprie, ma semplicemente il bambino viene portato alle varie cerimonie e, seguendole, si fa un'idea personale dei concetti.

 

Non ci sono nemmeno "messe", per cui non troverete sacerdoti o monaci intenti a predicare la dottrina ai fedeli riuniti... insomma, tutto nasce e cresce in maniera spontanea e legata alla vita di tutti i giorni nella misura in cui il singolo è interessato/disposto ad integrarla.

 

Mi spiego meglio tramite esempi: 

in una data precisa ricade una festa religiosa importante per il Santuario dietro casa? 

A furia di vederla ogni anno, o di seguire magari i nonni che, avendo più tempo libero seguono le varie cerimonie, quella data finisce per far parte della mia vita, in maniera soffice e tenue.

Un altro esempio: 

ho un esame importante? 

Vado a pregare per ottenere aiuto e buona fortuna. 

I giapponesi lo fanno e non hanno il concetto di "fede per interesse", per loro è normale e naturale (anche se, teoricamente, le preghiere dovrebbero sempre iniziare e concludersi con ringraziamenti spontanei agli Dei e non dovrebbero annettere in esse richieste di sorta).

 

Se chiederai ad un giapponese a che religione appartiene, questi sarà confuso e, probabilmente, non saprà darti una risposta precisa, tuttavia il giapponese medio tende a seguire, o, meglio, a portare rispetto, a due religioni: Buddhismo Shintoismo.

Questo fa si che ognuno sia quindi libero di seguire qualsiasi religione senza subire alcun preconcetto (a patto, ovviamente, che questa religione non causi danni): cristiani, mussulmani, buddhisti e altro ancora han tutte le carte in regola per convivere in armonia e rispetto reciproco. 

Le religioni monoteiste, tuttavia, non incontrano grande seguito presso la popolazione giapponese (i cristiani sono qualcosa come un 1%... comprendendo gli stranieri immigrati praticanti): una religione che "vieta" alle altre di poter essere altrettanto "vera" cozza enormemente col concetto giapponese per il quale tutti gli Dei coesistono:

 

 i Kami sono gli Dei (Shintoistidel Giappone, ma nulla vieta ad un Dio (nel senso cattolico del termine) di essere la divinità dell'Europa, o Thor quello della Norvegia, ecc ecc...

 

 

Le due religioni più "quotate" in Giappone, come abbiam detto, sono lo Shintoismo e il Buddhismo.

 

Religione originaria del Giappone, lo Shintoismo è una forma di rispetto per il mondo, sia quello visibile che quello invisibile: il sole, la pioggia, la fortuna e gli antenati sono tutti "divinità" a cui appellarsi per ottenere il loro aiuto, consiglio e supporto.

Sebbene non abbia nulla in comune col Buddhismo, spesso i Santuari Shintoisti e i Templi Buddhisti si ritrovan a condividere uno stesso spazio.

Questa è l'essenza dello Shintoismo e della percezione giapponese della religione

 

tutto può convivere e nulla può negare altro.

 

 

I giapponesi vanno al Santuario per pregare, ringraziare i Kami o in cerca di un aiuto in un settore specifico: in campo finanziario, in amore, in salute, eccetera...

 

Il Santuario è ricco di negozietti di talismani e portafortuna.

Per chi si stupisce di tutta questa commercializzazione, che può a volte apparire eccessiva, va ricordato che Santuari Templi pagano le tasse come ogni edificio e organizzazione, né più né meno di un'azienda, senza trattamenti speciali dallo stato (il Giappone è uno stato laico e lo è davvero, non mi stancherò mai di ripeterlo), per cui il Santuario deve mantenersi tramite sé stesso e i suoi fedeli.

Il Santuario Shintoista lo si può riconoscere dall'arco d'ingresso, detto Torii, e, in genere ha colori modesti ed non ostenta opulenza.

Può, inoltre, esser veramente piccolo.

I sacerdoti, sia uomini che donne, hanno vesti che per un italiano possono richiamare l'immagine del samurai.

Lo Shintoismo è una religione molto privata e personale, per cui in genere non c'è molta gente (tranne durante le grandi feste e anche in questo caso solo nei Santuari davvero grandi e/o importanti, oppure durante le cerimonie private come i matrimoni): chi ci va lo fa con un'idea del tutto privata

 

Una religione con una storia controversa, il Buddhismo in Giappone ha un grande seguito.

Sebbene esistano svariate scuole e sette, il giapponese medio guarda al Buddhismo per lo più come religione "di gruppo".

Templi son luoghi di congregazione spontanea dove meditare e rilassarsi ricercando un beneficio interiore, migliorare sé stessi e trovare uno stato d'animo di purezza e trascendenza.

In un paese dove farsi in quattro nel lavoro e nell'impegno sociale e civico è la base della vita comune, una religione che promette illuminazione, cessazione dei dolori e dei pensieri, perfezione interiore e pace non poteva non accogliere grandi consensi.

 

Il giapponese medio non tiene in gran conto il concetto di Divinità, i nomi o le storie, quanto l'esempio dato dai precetti e la speranza di ricevere una benedizione: un aiuto spirituale per star meglio. 

 

Il Tempio Buddhista spesso è un grande edificio, al suo interno vi sono effigi del Buddha nelle sue varie forme, spesso opulente, nonché negozietti di talismani, collane e braccialetti, come per i santuari. 

I monaci, di ambo i sessi (anche se vedo sempre raramente le monache),vestono dimesse vesti spesso marroni e portano il capo rasato. 

 

Esistono un numero incredibile di festività legate al Buddhismo e/o allo Shintoismo, a volte prese in prestino le une dalle altre mentre altre volte "coniate" in concomitanza.

Per esempio, ogni santuario ha una sua festa, detta Matsuri... alcune sono veramente occasioni incredibili (come il Gion Matsuri, la festa del Santuario di Yasaka a Kyoto), mentre altre volte sono piccoli eventi di quartiere (quelli che a me piacciono di più).

Moltisimi giapponesi (di qualsiasi età e ceto sociale) accorrono spontaneamente per offrire una mano durante il Matsuri, che sia economicamente con un'offerta o, più spesso, direttamente partecipando in maniera diretta e in prima persona all'evento!

 

Non è una battuta affermare che almeno ogni giorno in Giappone c'è una qualche grande e importante festa religiosa.

Ad esempio, una festa molto amata è quella del compleanno dell'Imperatore (che, in una variante moderna dello Shintoismo è l'erede terreno della Dea del Sole, Amaterasu, una figura simile a una madre degli Dei).

 

I giapponesi festeggiano le festività occidentali?

Si, ma le privano di ogni connotazione religiosa (cosa che, diciamoci la verità, oramai accade quasi del tutto anche in Italia):

San Valentino e NataleCapodanno Halloween vengon festeggiati come giorni di vacanza: giorni in cui divertirsi o farsi regali, andare ai party o farsi dichiarazioni d'amore. 

Al nostro Capodanno, ad esempio, a mezzanotte, si va al Santuario a pregare per un nuovo anno fortunato, al mattino si pregan gli antenati (in genere i parenti prossimi, nonni o genitori, che hanno un altarino con le ceneri in una stanza apposita della casa), in seguito si va al Tempio a pregare. 

In Giappone, inoltre, esiste un "capodanno locale", legato alle stagioni, chiamato Setsubun, che ha una sua connotazione più religiosa e ritualistica.

 

Il Giappone ha di per sé una serie di festività "non religiose": la festa del papà, la festa della mamma, la festa dei bambini, la festa della donna, la festa dell'uomo, eccetera eccetera... 

Templi e/o Santuari possono organizzare cerimonie straordinarie, ma è, come al solito, qualcosa che vien decisa all'interno della comunità o, più spesso, semplice tradizione. 

 

Essendo lo Shintoismo una religione di tipo animista il passo che lo separa dalla superstizione può esser assai breve: mostrispiriti fantasmi ne sono un esempio. 

 

Un esempio è quello della sfortuna. 

In Italia diciamo che il gatto nero che ti attraversa la strada porta sfortuna, ma è una cosa legata al folclore che non verrà detta dal prete durante la Messa. 

In Giappone si dice che fischiare, specie di notte, attira i mostri... e te lo sottolineerà il sacerdote, se interpellato a riguardo.

Esiston Santuari costruiti e attualmente attivi che tengono a bada spiriti-serpente malignifantasmi di donne tradite e altre storie del genere.

 

Le sette e i santoni

Un difetto del popolo giapponese è che vi son fin troppi creduloni

in TV prodotti improbabili per la dieta, polverine per coprire la calvizia nei discount, cerotti che danno energia e altro ancora non sono che la punta dell'iceberg di un improbabile ma redditizio commercio di roba che ogni giorno viene comprata e ricomprata.

 

Se teniam conto di questo non ci può sorprendere che anche i santoni vengan, ahimè, spesso accolti con entusiasmo

Oroscopi personalizzati, esorcismi contro le maledizioni che portan sfortuna, ma soprattutto imposizioni delle mani che guariscono ogni possibile male (compresi mali inesistenti ma di volta in volta trovati e predetti dal santone stesso).

Fortunatamente non sono così deleteri da rovinare famiglie (ad esempio, un'ora di trattamento, comprensiva di una ventina di minuti di massaggio del tutto non professionale, costa sui 20 euro) e quindi, nel bene o nel male, non son di certo etichettabili come uno dei mali del paese, ma purtroppo non son le uniche realtà. 

 

Come ho già detto, in Giappone la religione incontra il favore del popolo soprattutto se promette relax e pace senza chiedere in cambio sforzo alcuno (se non l'occasionale preghiera da 5 minuti e, magari, 10 euro di talismano a scadenza annuale).

Tuttavia, a volte, nascon sette religiose molto pericolose: persone, non poche, spinte a lasciare lavoro e famiglia (per non parlare dei propri soldi) sotto false promesse di pace e serenità, lontani dallo stress quotidiano e appagamento spirituale.

Lo Stato stesso mette in guardia contro tali sette, ma più di una volta vi son stati suicidi di massa di costoro o altre brutte storie del genere.

 

Ancora non mi è del tutto chiaro se sia solo organizzazione a delinquere o anche vero spasmo religioso, specie se ripenso al Kiyomizudera, famoso tempio buddista di Kyoto (lo avrai visto in mille foto: un tempio con una bellissima terrazza di legno che si affaccia su un rigoglioso bosco sottostante): 

la setta religiosa del tempio, al cambio generazionale, implicava che la vecchia generazione di monaci si suicidasse gettandosi dal famoso terrazzo dove oggi miriadi di turisti felici si fan le selfie...