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Dalla Fantasia alla (non) Realtà

Certe volte me lo chiedo.

Mi fermo a domandare a me stesso: "ma a me chi me lo fa fare?"

Mi riferisco a raccontare il Giappone, il Giappone di tutti i giorni, quello vissuto, quello che osservo e amo.

Me lo domando perché mi capita di rimanere affascinato, nel bene come nel male, nell'osservare qualcosa che non mi aspettavo, qualcosa che, prima, non avevo mai visto o vissuto.

Allora prendo il cellulare e lo fotografo, lo riprendo oppure, come qui nel Blog, lo racconto.

Eppure c'è qualcosa che mi sfugge...

 

 

 

 

Girando un po' sulla rete trovo tanti gruppi nei Social Network, tanti canali YouTube e tante persone che parlano del Giappone: alcuni lo insegnano, altri lo spiegano, taluni vedono qualcosa di perfettamente normale ma si vestono da giornalista d'assalto e svelano agli occhi del mondo intero la Verità.

Alcuni di questi in Giappone ci vivono e mi stupisco sempre di come possano parlarne in tali modi, un luogo che, con i suoi pregi e i suoi difetti, ha dato loro, in un momento di crisi internazionale che soprattutto noi italiani dovremmo ben sapere, un lavoro e spesso una famiglia.

Altri invece in Giappone non ci hanno mai messo piede, se non solcando i sentieri di Google Maps, ma non esitano ad attaccarsi a qualsiasi fonte per riportare le notizie più strampalate o, quando almeno vere, distorte per far sembrare il Paese del Sol Levante un luogo abitato da pazzi che compiono scelte assurde e inventano aggeggi improbabili.

 

Per fortuna c'è sempre il Japan Times, noto giornale in lingua inglese che quando da notizie sta sempre molto attento a che queste siano ben inquadrabili nei migliori trend, appetitose e virali, alla faccia dell'informazione.

 

E così tra scatole di latte che cambiano colore col passare del tempo, regole improbabili in scuole giapponesi, salaryman stanchi che si rilassano per come possono sul treno, non manca mai la notizia sui terremoti.

 

Si, il Giappone è un arcipelago ad alta attività sismica, questo oramai lo sanno anche i sassi.

E lo sanno perchè cercano informazioni a riguardo e tutti sono sempre più che pronti a fornirne, e alla malora tutto il resto.

 

Quando in Giappone, ovunque che sia all'interno dei confini geopolitici, si scatena una scossa, sia pure del grado "non tremano nemmeno i piatti nelle mensole", il web si scatena.

Il giornale... va beh, si fa per dire... insomma il Japan Times è subito pronto e su Facebook e Twitter parte la rassegna stampa: immagini attuali come risalenti al bombardamento di Nagasaki diventano virali sono i tag #Giappone e #Terremoti.

Gli altri avvenimenti sono tranquillamente trascurabili.

 

Lo scorso inverno, ora che scrivo parlo del periodo di Natale 2016, ci fu in un piccolo paesino del Giappone, un terrificante incendio.

Quasi la metà del paese bruciò, ci furono vittime e la situazione a dir poco terribile: parliamo di qualcosa come 200 edifici completamente perduti tra le fiamme.

Il JT ha dedicato un trafiletto e sui Social Network di tendenza neppure un accenno.

Su YouTube (sul versante italico) non ne parliamo, neppure un vago accenno.

 

Tra Maggio e Agosto 2017 si sono abbattuti dei tifoni sul Giappone, e qualche immagine su Twitter l'ho anche trovata... ci sono state vittime, per l'esattezza proprio due giorni fa (8 Agosto 2017) nel Kyushu il tifone numero 5 ha seminato davvero distruzione.

Neppure un vago accenno...

 

Io posso anche capire che Internet venga vissuto come uno svago e che, quindi, ci si voglia focalizzare solo su argomenti divertenti, improbabili o comunque leggeri.

In casi come questo riesco a capire che la notizia di morti e dispersi a causa di un tifone estivo non sia qualcosa che si voglia leggere, scrivere o raccontare... non lo condivido ma lo posso capire.

Ma non capisco come ci si possa gettare famelici sulla notizia di un terremoto e tralasciare il resto...

 

Me ne stavo in bus e guardavo un po' i miei profili quando leggo di un terremoto, anzi, scusa, un #terremoto, dalle parti di Tokyo.

"Strano", mi dico, "le news non mi hanno dato notizia e nessuno dei miei amici in loco ha scritto nulla".

Così do un'occhiata veloce e mando due messaggi.

Si, è vero, c'è stato un terremoto, da qualche parte, ed è stato lievemente percepito pure a Tokyo.

Roba del grado "l'ho notato solo perchè i bicchieri hanno tintinnato in un momento di completo silenzio".

Ed è subito bufera mediatica: Twitter parla proprio di terremoto a Tokyo, su Facebook i gruppi impazziscono riportando link di articoli del Japan Times e YouTuber, che probabilmente ogni giorno fanno la Danza del Terremoto per propiziarselo, sparano i primi video... in cui in realtà non hanno nulla da dire, per cui si rifanno a vecchi eventi.

Parte qualche litigio, perchè fa sempre audience (e quando mancano gli argomenti da qualche parte devi tirare l'acqua al secchio per ottenere attenzione) e via col circo.

 

Benvenuti in Giappone e, vi avverto, anche qui i cani fanno la cacca vicino agli alberi.