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C'era un francese, un brasiliano e un italiano...

In realtà ne ero già a conoscenza perché a Nagoya avevo conosciuto un giovane ragazzo francese che lavora da qualche anno.
Frequentavamo lo stesso pub e ci eravamo visti qualche volta ma non c'era mai stata né l'occasione né un buon motivo per scambiare quattro chiacchiere.
Una sera, invece, ero appena uscito da lavoro e non avevo nessun impegno così, trovandomi già vicino al pub, entrai per una birra... anche lui, come me, era solo e ci siam ritrovati a parlare del più e del meno al bancone...

quello che mi ha raccontato andò a confermare, facendo un piccolo salto indietro nel tempo, quello che, a scuola di lingua giapponese a Osaka, mi aveva detto una ragazza francese prima di sparire improvvisamente nel nulla.

Poi, un paio di giorni fa, accendo la TV e sento la stessa storia.
E' una storia felice, di per sé, ma non molto per me che sono italiano, a dire il vero.
Leggendo capirai il perché...


Aveva sentito parlare di possibilità in Giappone in un gruppo di Facebook.

Un giovane ragazzo, appena laureato in qualcosa (perdonami ma non stavo ascoltando i dettagli sulla sua vita), stava iniziando ad affacciarsi sul mondo della ricerca del lavoro nella sua patria, la Francia.

Non si è discusso né delle possibilità che avrebbe avuto in patria né ne voglio parlare qui io (anche perché non ne ho idea)... ma l'attenzione si è focalizzata sul perché, improvvisamente, questo ragazzo avesse fatto le valigie e fosse partito per il Giappone.

 

 

Intanto come era finito nel gruppo di Facebook francese riguardante il Giappone?

Da quello che mi è parso di capire non ne sapeva in realtà nulla del Sol Levante, semplicemente ci era finito per uno strano "rimbalzo" di contatti e pubblicità interna del noto social network: lui era partito da un comune, uno tra i numerosissimi, gruppo sui manga e anime e videogames (e non necessariamente solo giapponesi).

Da qui vide un gruppo, sempre francese, sul Giappone in cui si parlava di possibilità di lavoro e di una sorta di Ufficio di Collocamento del tutto gestito e organizzato da francesi stessi, proprio a Tokyo.

Bene, hai presente quando sei lì che cincischi in rete tanto per passare il tempo?

Ecco, in parole povere, facendo questo lui ha trovato un lavoro e un Permesso di Soggiorno a Tokyo.

E meno male che doveva essere impossibile...

beh, c'è anche da dire che è stato un bel po' aiutato...

 

 

e questo fa anche più rabbia

 

La comunità francese in Giappone pare che non solo sia molto unita ma anche pronta ad aiutarsi, spronarsi, invitarsi e realmente "lavorare gli uni per gli altri".

E detta così sembra un'associazione di santi.

Ovviamente non sarà del tutto vero e ci sarà qualche pecora nera, qualcuno che imbroglia il connazionale e tutto il resto... magari potrebbero anche essere il 90%, ma intanto...

 

Intanto in questo gruppo gli parlano di possibilità e di offerte di lavoro che altri, che stavano cercando e presumibilmente avevano anche già trovato (forse con lo stesso metodo?), avevano sentito e lo aiutano in tutto:

c'è il Tizio che gli passa un contatto che gli era stato utile per trovare un bell'appartamento a poco,

c'è Caio che, con consigli pratici, gli da delle informazioni per il lavoro in sé,

e non parliamo di Sempronio che gli spiega come funziona la vita in Giappone (no, però qui parliamo di informazioni vere, una cosa seria ecco, non i piagnistei o le vendite di fumo)...

insomma, questo ragazzo, stando semplicemente a chattare su Facebook si è ritrovato tutto pronto per venire in Giappone e provare.

Certo, comunque i soldi ce li ha messi lui, mica glieli han prestati anche quelli...

 

Le parti che nell'intervista sono state evidenziate riguardarono per lo più tre occasioni importanti:

-l'iscrizione alla scuola di lingua giapponese

-la ricerca dell'appartamento

-l'ingresso nel mondo del lavoro

 

Questo ragazzo scelse la scuola in base a due fattori, ovvero il suo voler vivere a Tokyo e il consiglio di una ragazza francese che ci stava già studiando.

Si disse molto soddisfatto fin da subito anche se quando si è trovato davanti ai documenti non sapeva neppure da dove iniziare ed, essendo tutti dati personali, non poteva certo chiedere ad altri di farlo per lui.

Qualche consiglio, qualche suggerimento, buona volontà e visto che erano tutti documenti in inglese tutto sommato era stato più il momento di confusione iniziale che realmente il fare tutto ciò che c'era da fare.

E c'è riuscito.

E c'è riuscito da solo!

 

Per l'appartamento, invece, alcuni ragazzi avevano avuto delle buone esperienze con una data agenzia e da questa avevano ricavato un contatto che ci lavorava e di cui si fidavano (non è una cosa strana... se non li avessi cestinati tutti anche io sarei pieno di biglietti da visita dei vari agenti immobiliari con cui ho avuto a che fare... ops, speriamo che non lo leggano!).

Il contatto è stato messo in contatto (???) col ragazzo francese e... tac, anche l'appartamento sistemato in quattro e quattr'otto.

E nessuno ci aveva ancora neppure mangiato sopra, visto che si è trattato tutto di "amici di amici che..."

 

L'ingresso nel mondo del lavoro, invece, è stata la fatidica goccia che fa traboccare il vaso:

non solo quindi questi francesi sono l'ufficio informazioni (a buon intenditore...), non solo condividono i contatti utili e le informazioni di carattere pratico, non solo si scambiano consigli e si incoraggiano, ma hanno messo su pure un piccolo centro di collocamento non ufficiale!

 

Il funzionamento, per come lo ha raccontato questo ragazzo (e va a confermare le stesse cose che, alla fine, mi avevano praticamente detto tutti i francesi che ho conosciuto e con cui ho scambiato quattro chiacchiere), è molto semplice:

chi vive e lavora in Giappone da molto tempo ha, per forza di cose, molta più esperienza e contatti, i quali se han bisogno di un francese per un qualche motivo, va da sé, chiedono se conosce qualcuno.

Da qui è tutto un rimbalzare tra le cerchie dei "veterani" che poi mettono in rete le richieste che gli arrivano e poi parte il passaparola.

 

Certo, non è un vero e proprio centro di collocamento, quindi non è che ti svegli la mattina, gli mandi una email, fissi l'appuntamento e questi si mettono in moto solo ed esclusivamente per trovarti un lavoro... ma poco ci manca!

Gli ovvi limiti sono enormi: le tempistiche, le occasioni, le probabilità...

Ma è decisamente meglio di niente, no?

 

Questa è la comunità francese in Giappone.

Il servizio, giusto per darmi un altro paio di coltellate, come se questa non fosse stata abbastanza, ha dato un breve accenno anche a quella peruviana e brasiliana...

 

Guardando in silenzio tutto questo non ho potuto non pensare alla mia esperienza personale, simile a quella di altri miei "coetanei" (nel senso di italiani giunti in Giappone nello stesso periodo): a come sono stato accolto, alle fasi subito prima e subito dopo il mio arrivo, alle risposte alle mie domande, agli aiuti...


Ho spento la TV e sono andato a farmi un giro.