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Chi è causa del suo mal...

È mattina presto.

Nonostante sia ancora pieno inverno e faccia un discreto freddo, il cielo ha solo pochissime, sparse nuvolette e non tira molto vento: in parole povere, è una bella giornata.

Certo, ce ne sono state di migliori, soprattutto quando, invece di dovermi svegliare alle 5.00 per poter prendere un treno pieno zeppo di gente (e per "pieno zeppo" intendo dire che non ho nemmeno da preoccuparmi di aggrapparmi da qualche parte, perchè tanto non c'è lo spazio fisico per poter cadere), mi posso svegliare con calma alle 11.00, sorseggiare un po' di latte caldo (con miele) leggendo belle notizie o, se proprio belle non si può, almeno realistiche.

Ma oggi non è una di quelle mattine e il famoso "buongiorno si vede dal mattino" mi si presenta con una mossa stupida da parte mia: mi metto a leggere qualcosa sul Giappone, qualcosa scritto da residenti che continuo a non capire perchè continuino a risiedere.

Già, perchè a volte mi vien da pensare: ma perchè stai qua in Giappone se quel che scrivi/dici è quel che provi realmente?

Con tutto il rispetto per la Calabria, che mi ha dato i natali, ma io in Calabria non mi trovavo bene... la mentalità dei miei coetanei, la situazione, la realtà civica, sociale e lavorativa: ripeto, rispetto la terra e chi vi risiede, anzi, tanto di cappello per riuscire in qualcosa in cui io non riuscirei, ma io non mi ci trovavo proprio bene... e difatti, appena compiuta la maggiore età me ne sono andato via.

È stato facile?

Decisamente no, ma c'erano reali alternative?

Tuttavia, penso, una cosa è il posto dove nasci, che non puoi di certo scegliere, e un'altra è la realtà di essere un italiano immigrato in Giappone.

E anche qui, la chiave del discorso è proprio il Giappone!

Si, perchè non è proprio la meta preferita da grandi e piccini, se pensiamo a farci una vita all'estero... non è che ci capiti per caso, cercando in giro... non è la Francia, la Svizzera o la Germania, che son vicine e quindi provi.

Non è neanche l'Australia, che con i suoi working holidays attira i giovani (e poi, spesso, li rimanda a casa, visto che finito il periodo del w.h. Di sponsor non se ne vede nemmeno l'ombra per moltissimi).

È il Giappone.

Come ci sei finito in Giappone?

La risposta non può che essere una sola: hai puntato, scelto e deciso per il Giappone in quanto è il Giappone.

Ora, non voglio pensare che siano arrivati tutti qui pensando che fosse il Paese dei Manga e poi si siano accorti che siamo ancora sul Pianeta Terra... però il sospetto, devo ammetterlo, è forte...

 

 

Parlando di Giappone, la prima immagine che ci viene in mente, complici i mass media che enfatizzano appena possono (a loro volta seguendo un trend oramai generato... insomma un circolo vizioso che si alimenta di se stesso... fantastico!), è quella del salary man, ovvero l'impiegato d'azienda che, triste, depresso e stressato, appena può si suicida gettandosi sotto un treno.

La seconda, invece, è il Sushi.

Ma in questo articolo non voglio parlarti né di salary man suicidi (anche perchè in questi anni non ne ho ancora visto uno, giusto sentito una volta ogni tanto, al TG) né men che meno di Sushi.

Quello di cui voglio parlarti è proprio del parlare del Giappone e, nel caso specifico, del lamentarsene che fanno alcuni (molti) italiani residenti in questo Paese... residenti non costretti, ovviamente.

 

Tutto è nato dalla lettura di un articolo su un blog che parla de "La Moglie Giapponese".

Chiaro che l'intento dell'articolo è di natura volutamente ironica, ma è altrettanto vero che, leggiucchiando qualche altra pagina, non è difficile accorgersi che l'ironia è solo il colore con cui il pittore ha ricoperto una tela, una tela fatta di lamentele e rimostranze su ciò che è il Giappone e sui giapponesi stessi, da parte di uno o più, a quanto mi è parso di capire, autori che sono italiani ma risiedono e lavorano in Giappone.

Mi permetto di copiare il link a questo articolo per poter verificare con i propri occhi ciò di cui mi accingo a parlare: 

http://giappopazzie.blogspot.jp/2010/02/la-terrificante-moglie-gremlin.html

 

Ora, lo scopo di questo mio articolo non è assolutamente quello di voler attaccare questo specifico blog (e in seguito sarà ancora più evidente) ma, e che mi perdonino gli autori, di usarlo come esempio di una realtà che ammorba la rete:

Le scelte sbagliate.

 

Chiudi gli occhi (no, socchiudili soltanto, altrimenti non riesci a leggere il resto) e immagina:

Sei italiano, vivi nella tua città natia, con famiglia e qualche esperienza lavorativa dopo una carriera scolastica. 

Poi, un giorno, decidi di emigrare. Perchè?

No, fai bene a leggere il seguito dell'articolo, ma questa volta non voglio scrivere risposte alle mie stesse domande. 

Se le scrivessi darei un mio giudizio, e questo l'ho già fatto in altri articoli sugli italiani in Giappone, ma questa volta voglio che sia tu stesso, caro lettore, a darti da solo le risposte che ritieni più opportune.

Ma riprendiamo col gioco...

 

Quindi, una volta analizzato il perchè hai deciso di emigrare, ti siedi e ti metti a pensare dove andare.

Certo, si sa, la Germania è ricca, ma hai sentito parlar bene anche dell'Inghilterra. Altrimenti c'è sia l'Australia che la Nuova Zelanda, che se anche non ti ci fai un futuro, almeno metti da parte qualche soldo.

E invece decidi di andare in Giappone. Perchè?

 

Arrivi in Giappone e devi trovare un lavoro, questo lo sapevi fin da subito.

Un lavoro in Giappone, mica stiam parlando di cosette da nulla... tu che un domani scriverai o farai video o quel che è descrivendo la vita dei lavoratori in questo Paese come un inferno e che, a tua volta, ne hai lette e sentite di cotte e di crude... ma hai deciso di emigrare e hai deciso per il Giappone e di lavorare in Giappone.

Quindi, a meno che la risposta alla domanda precedente non fosse stata "ho fatto roteare il mappamondo e, a occhi chiusi, l'ho fermato e ho deciso per il primo Stato che mi capitava sotto gli occhi" e sei stato particolarmente sfortunato a beccare una sottile striscia di terra ma allo stesso tempo invidio la tua vista notevole per i dettagli per aver notato l'arcipelago giapponese accanto a quell'enorme colosso continentale che è la Cina... beh, a meno che la risposta non fosse stata questa, allora sapevi cosa vuol dire vivere in Giappone (beh, magari ignoravi i dettagli, ma penso sia conoscenza comune, oramai, il fatto che c'è da lavorare e fare straordinari a più non posso).

Ma ci sei venuto lo stesso e ti sei impegnato non poco per cercare un lavoro.

E, lo ripeto, ti ci sei impegnato.

Perchè a nessuno arriva una lettera a casa con su scritto "sei stato sorteggiato a caso: hai vinto un lavoro", qui in Giappone. 

No, devi esser tu a cercarlo, a scrivere il curriculum, presentarti al colloquio, fallirlo miseramente, quindi rifare e rifare fino a che, finalmente, non vieni assunto e inizi la tua carriera lavorativa (se tutto va bene).

Quindi, permettimi di ricapitolare:

Hai deciso di emigrare, hai optato per il Giappone, ti sei fatto in quattro per trovare un lavoro e...

 

Qualche anno ti ritrovo su internet, in un blog, su un sito, su Facebook (soprattutto su Facebook) o su YouTube, che scrivi e scrivi e scrivi riguardo alla vita d'inferno che si fa in Giappone.

Complimenti!

 

Ma torniamo un attimo indietro, perchè l'esempio che ho fatto calza alla perfezione con la situazione di internet legato alla lingua italiana e al Giappone, ma noi stavamo leggendo un blog in cui si parla delle mogli giapponesi come dei gremlins (te li ricordi? Quei mostriciattolo dispettosi, assassini e carnivori... ), con, parafraso, "numerosi italiani nella stessa situazione che confermano".

Allora, in me (ma credo anche in te), la domanda sorge spontanea: ma questi tizi, la moglie, dove sono andati a scovarla?

Perchè, io penso, è ovvio che se vado nella sede della yakuza e mi metto ad attaccar briga con un tizio tatuato, il risultato è che probabilmente mi accoltellano (in realtà è molto più probabile che mi ignorano... i membri della yakuza non sono degli idioti, non hanno alcun interesse ad attirare l'attenzione della polizia accoltellando il primo che passa... ma questa è un'altra storia). Ma è una conseguenza ovvia, no?

Se vado in un negozio di manga, incontro una ragazza e ci parlo, ottengo un appuntamento e poi questa mi inizia a parlare di manga... direi che me lo dovevo pure aspettare. O no?

Quindi tutto l'articolo su queste ragazze giapponesi che si presentano come dei piccoli boccioli di delicatezza e che poi, dopo il matrimonio, diventano delle arpie... quanto può esser credibile?

Certo, poi che a qualcuno sia accaduto è più che plausibile... certo che pensare che questo Signor Qualcuno sia anche quello a cui accadono tutte le sfortune più terribili in Giappone fa un po' tremare le basi di questa faccenda.

 

Per cui torniamo al nostro gioco in virtù di queste nuove Rivelazioni:

Ti sei svegliato un giorno e hai deciso di emigrare, hai optato per il Giappone sapendo cosa ti aspettava ma decidendo di ignorarlo (o, in alternativa, credendo che fosse come nei manga: storie romantiche, commedie studentesche, demoni che svolazzano ed eroi timidi e un po' cupi ma dal cuore d'oro...), sei arrivato in Giappone e ti sei ritrovato in un mondo del lavoro che l'Inferno a paragone è una vita della in spiaggia E hai corteggiato/ti sei fatto corteggiare da una splendida fanciulla, con la quale ti sei fidanzato e dopo qualche tempo (lasciami scommettere... a pelo con lo scadere del Permesso di Soggiorno?) avete deciso di sposarvi... e solo allora hai scoperto che in realtà è un mostro che ti sta rendendo la vita un inferno ma non chiedi il divorzio, no, ci rimani assieme e te ne lamenti su internet (appoggiato da altri che han seguito la tua stessa sorte, per cui non parliamo neppure di un caso unico di sfortuna, ma di una vera e propria tragedia di massa).

 

Rimango perplesso.

 

No, in realtà rimango più perplesso leggendo un altro sito, sempre di uno o più italiani residenti in Giappone.

Per l'esattezza l'occhio mi cade su questo articolo: 

 

Ok.

Mi permetti di farti notare una cosa?

Un piccolo appuntino, prima di passare al commento di questo articolo (che, ti preannuncio, non sarà mio onore commentare, ma si commenterà da solo... ma aspetta e vedrai!):

Hai notato che, quando si parla di Giappone, le notizie sono sempre tra l'improbabile e l'assurdo?

Ho letto di palestre dove il trainer è una maid, di bowling dove si gioca al buio, ho letto che in Giappone è maleducazione soffiarsi il naso... per non parlare di quando si entra in ambito sessuale.

Insomma, se anche solo metà delle cose scritte in rete fosse vera, questo posto sarebbe una gabbia di matti.

Bizzarramente, però, chi fa turismo in Giappone, tutte queste cose non le vede.

Chissà perchè.

 

Quindi, dopo la premessa per la quale, chi vuol trattare l'argomento Giappone e spera di avere molto seguito (e vale per tutto, eh! Che sia un canale YouTube, un Blog o una testata giornalistica... ) ha l'asso nella manica: scrivere di cose assurde e dire che stanno in Giappone (tanto il Giappone sta dall'altra parte del mondo rispetto all'Italia, chi vuoi che lo scopra se è vero o no?), rivediamo questa (ennesima) notizia che vuole i giapponesi come un popolo che oramai è totalmente dedito al computer/telefonino e per questo si soddisfa sessualmente tramite questi apparecchi, rimanendo, di fatto, vergine.

Interessante. Avrei anche quasi potuto crederci.

E invece... 

 

Stesso sito, qualche pagina di distanza:

 

E non vado oltre nell'indagare su altri articoli.

 

Quindi abbiamo:

un discreto numero di uomini italiani che decidono di emigrare, scelgono il Giappone (consci o meno della situazione), arrivati si danno da fare per trovare un lavoro e una moglie, ma trovano un lavoro orribile e una moglie pure peggio.

Contemporaneamente abbiamo almeno metà della popolazione giovane che è vergine, nonostante basti regalare 15 euro di cioccolatini per avere quantomeno una notte in un Love Hotel.

 

Se c'è anche la marmotta che confeziona la cioccolata abbiamo fatto Bingo.

 

Invece no, c'è il mitico Japan Times, un giornale che ci riserva sempre delle perle di saggezza (che nemmeno Emilio Fede nei suoi tempi migliori):

 

Io, a questo punto giunti, penso solo una cosa: chi è causa del suo mal, pianga sé stesso.

 

Prima di iniziare questo articolo, scritto di getto (per cui se ci sono orrori ortografici ti prego di perdonarmi), mi sono riletto questi articoli.

Nella mia mente si sono create varie immagini, situazioni, probabili vite... 

una tra queste ha richiamato un ricordo.

Probabilmente non c'entra nulla con le situazioni che hanno portato gli autori di questi (e altri) articoli (e video e post su Facebook ecc ecc...) a scrivere/dire ciò che hanno scritto/detto, ma te la voglio raccontare lo stesso, per capire se sono strano io a fare queste associazioni di idee:

C'era un ragazzo che era nato e cresciuto in provincia di Salerno, ma qui non trovava lavoro, o meglio, il lavoro c'era, ma sarebbe stato un duro lavoro, lui invece voleva fare la bella vita e provò la fortuna in Inghilterra.

Qui per un pò le cose andarono dignitosamente, ma comunque c'era da lavorare per mantenersi (nonostante ricevesse perfino aiuti da casa).

Poi un giorno incontra una ragazza giapponese... non era bella ma nemmeno gli dispiaceva più di tanto, e poi questo ragazzo aveva sentito che in Giappone son tutti ricchi.

La corteggiò e lei, bizzarramente, poichè neanche questo ragazzo era bello, corrispose: fecero l'amore e lei, che non si preoccupò che lui usasse protezioni, rimase incinta.

Lui felicissimo: già si aspettava la bella vita, con la moglie che lavora e lo serve, come, si sa, è usanza tra le donne giapponesi, nel Paese del Sol Levante, dove tutto è bellissimo.

Lei era pure più felice: non era bella, non era giovane e di speranze oramai di trovar marito e lavarsi l'onta sociale dell'esser zitella stava diventando davvero impresa ardua (motivo per il quale era andata fino in Inghilterra).

Si spostarono in Giappone e le cose andarono... male.

Fin da subito.

La moglie pretendeva, te pensa, che il marito non stesse tutto il giorno a bighellonare o a giocare ai videogiochi, ma che lavorasse. Il marito non aveva voglia di lavorare e di trovare un bel lavoro che lo rendesse felice non c'era speranza, per cui finiva per arrabattare quattro soldi inventandosi lavoretti per come gli veniva, rendendo la moglie ancora più nervosa.

La famiglia di lei lo vedeva come un perdigiorno (chissà come mai) e i rapporti erano tesissimi.

Quando lo conobbi, quest'uomo, ovviamente, si lamentò con me (visto che poteva parlare in italiano), sfogandosi, della situazione... ma ebbe la correttezza di dire tutto per come stava: sperava di essersi accasato e di poter fare la bella vita e invece...

 

Ora, ti va se concludiamo il nostro gioco?

Tu hai deciso di emigrare.

Hai deciso per emigrare in Giappone.

Ti sei impegnato per trovare un lavoro e una moglie in Giappone... 

e ora te ne lamenti (di entrambe, a volte assieme, altre volte a tempi alternati): perchè?