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L'autunno in Giappone

Nonostante io non apprezzi le ovvietà come "in estate in Giappone fa caldo" e cose del genere, mi trovo anche quest'anno affascinato da uno dei momenti che più amo del clima giapponese e delle conseguenze che questo ha su ciò che mi circonda. Più del fiorire dei ciliegi, evento che mi piace considerare più che dal lato visivo, da quello concettuale dell'essere effimero, delicato e transitorio del Sakura, è il pigro e sonnolento passaggio dell'estate, con la sua luce e vitalità, all'autunno, che in Giappone, con i suoi splendidi colori, non risulta una stagione oscura e triste bensì carica di emozioni calde.

 

 

Succede di rado che io passi le giornate o le nottate in casa durante l'estate. 

Nonostante il caldo, non riesco proprio ad evitare di visitare luoghi fantastici o comuni, santuari o semplici strette vie tra case di periferia. 

Ed è osservando tutto ciò che mi circonda, sempre armato dello stupore del primo giorno, nonostante siano oramai passati tre anni, che ho notato la magia ripetersi: dove tutto era un brillante verde sotto un dorato sole, ora lentamente tutto si sta trasformando in cremisi.

L'ho notato, quasi per caso, quando una goccia di sottile pioggerella mi ha sfiorato il viso. Non era una di quelle grasse gocce di pioggia estiva, calde e che portano l'odore dei giochi sulle spiagge o, nel caso di Kyoto, della birra sulla dice del fiume. Era una sottile e timida gocciolina fresca. Ho sollevato lo sguardo e l'ho vista: la prima fogliolina che passava dal forte verde estivo ad un romantico rosso autunnale.

No, non è il marroncino che sa di foglia morta che deprime e rende malinconicamente tristi, è proprio un acceso rosso che dà speranza: l'inverno è ancora lontano, dice.

Chi, come me, ha avuto la fortuna di vedere il rosso potente, quasi abbagliante, del tempio Kiyomizudera, alla base della bellissima montagna, a Kyoto, o si è lasciato inghiottire dal fiume di persone che, attraversato il Kaminarimon, fluisce tra le bancarelle fino al tempio Sensō-ji, sa di cosa sto parlando: di una qualità di rosso che è il concetto perfetto dell'idea del colore stesso.

E così, come ogni anno, la divertente e soleggiata estate ci saluta, con i bei ricordi di viaggi e compagnia, dandoci appuntamento al prossimo anno nel miglio dei modi possibili: attraverso quella splendida, romantica magia del mondo che diventa rosso, qui in Giappone.

 

Anche domani, nonostante le previsioni parlino di pioggia, uscirò per guardare il mondo. E domani sarà più autunno di ieri, fino al suo glorioso, obnubilante culmine, in cui mi perderò ancora, fantasticando, tra i rossi momiji.